Omaggio (per San Valentino) alle lettrici/lettori dl blog

di Mauro Antonio Miglieruolo
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Il Paradiso è in Terra,
non altrove che nell’interno di ognuno di noi.
Non nei Cieli, in altri mondi, altri pianeti, racchiuso in un simbolo, in un pensiero, in un sogno: risiede nella possibilità di raggiungerlo che le persone si concedono. Il Paradiso e potenzialità umana attiva cui il grigiore della vita quotidiana impedisce di manifestarsi; è quella sorta di felicità sospesa, sempre in punta di lingua che non sappiamo o vogliamo pronunciare, ma che è sempre pronta a invaderci per indurci a prendere atto della grande opportunità che, con la vita, ci è stata donata. La possibilità di accedere qui e ora al Nirvana, all’aprire gli occhi la mattina e per prima cosa ringraziare.

Anticipando...

Anticipando…

Le religioni garantiscono che lo troveremo nell’aldilà, sebbene sia l’opportunità dell’aldiquà, per non dover ammettere che non un concetto definito da una parola così bella e breve (Dio) ma l’uomo stesso è il mezzo per raggiungerlo; perché Nirvana è unirsi alla corrente divina dell’amore, corrente che spinge tutti a volgersi come un girasole verso il prescelto tra i propri simili (l’uomo verso la donna, la donna verso l’uomo, e ambedue verso qualsiasi altro obiettivo la loro inclinazione suggerisca). Nirvana è scoprire l’altra metà del cielo e unirsi a essa, per realizzare la completezza dell’essere. Non quella di cui parlava Platone, che era idealistica fusione, ma contemporaneità di due essenze che sono una per l’altra, la cui volontà e vita vale più della propria (sia fatta la tua volontà e non la mia, recita silenzioso sempre l’amore). Che sono una per l’altra restando proprie, due colonne dalle solide basi, in grado di reggersi da sole, che tra di loro stabiliscono un punte, una corrente che è la stessa che tiene insieme il mondo e che è all’origine del mondo.
11febb11-san-valentin-storia-leggendeAma e fai ciò che vuoi, diceva Agostino (quel tale Agostino che alcuni declinano utilizzando la forma spuria Sant’Agostino). Ama e avrei tutto ciò che ti occorre per essere felice, dico io. La chiave per aprire le porte del Paradiso. Che poi è lo stesso che dire, aprire le porte di te stesso, in quel preludio che è l’imparare a amarsi, cioè ricerca di sé e rispetto, preludio all’amore verso il mondo. Che le cose siano come TU vuoi che siano, auspicando per te quei cambiamenti che tu stessa/stesso persegui.
Del resto, chi può dire della felicità futura? Di quello che troveremo in quell’alto dei Cieli di cui si parla? E del quale non si sa nulla?
A parte che, forse, si dice, qualcuno ipotizza vi siano concrete possibilità che quei cieli esistano; e siano in attesa di noi. Ma non di un noi indifferenziato, di quelli tra noi che hanno appreso ad accedervi e degli altri che a mano a mano apprenderanno la medesima saggezza, utilizzando la familiarità al Paradiso acquisita in terra.
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Messaggio per gli eventuali esclusi: se la sopraggiunta senilità ha provocato qualche dimenticanza nella dedica, bussate forte, per favore, vi verrà aperto
A Anita Pozzani, Carmen, Cristina Bove, Gelsobianco, Luciana Riommi, Marzia, Narda, la doni, Alessandra Daniele, Alessandra Cecchi, Santa, Daniela, Clelia tutte le altre e gli altri…

Miglieruolo
Mauro Antonio Miglieruolo (o anche Migliaruolo), nato a Grotteria (Reggio Calabria) il 10 aprile 1942 (in verità il 6), in un paese morente del tutto simile a un reperto abitativo extraterrestre abbandonato dai suoi abitanti. Scrivo fantascienza anche per ritornarvi. Nostalgia di un mondo che non è più? Forse. Forse tutta la fantascienza nasce dalla sofferenza per tale nostalgia. A meno che non si tratti di timore. Timore di perdere aderenza con un mondo che sembra svanire e che a breve potrebbe non essere più.

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