Omofobia e transfobia nello sport, ecco la prima ricerca a livello europeo

Giornata internazionale contro l’omofobia: ecco i risultati della prima ricerca a livello europeo sull’esperienza delle persone Lgbti, condotta nell’ambito del progetto europeo OutSport promosso da Aics. In Italia il 41% delle persone LGBTI che praticano sport non fa coming out.

articolo tratto da Aics

Oltre 5500 persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali (Lgbti) residenti nei 28 paesi dell’Unione Europea hanno completato il questionario online proposto dall’ Institute of Sociology and Gender Studies della German Sport University di Colonia nell’ambito del progetto Erasmus+ Outsport coordinato da AICS – Associazione Italiana Cultura e Sport. L’età dei partecipanti varia dai 16 ai 78 anni con una media di 27 anni.
Il rapporto completo – che, oltre ai dati aggregati a livello di Unione Europea, evidenzia le differenze riguardo l’orientamento sessuale e l’identità di genere e tra i 5 Paesi del progetto (Italia, Austria, Germania, Scozia, Ungheria) – è da oggi disponibile sul sito di Outsport al seguente link http://www.out-sport.eu/research e offre una panoramica ricca e articolata del fenomeno dell’omo-transfobia nello sport e per le diverse discipline e contesti sportivi, come vissuto e percepito dalle persone Lgbti.
“Siamo orgogliosi di questo lavoro e confidiamo che i dati contenuti nel nostro report siano fondamentali per le politiche di contrasto alle discriminazioni omo-transfobiche nello sport sia a livello europeo che dei singoli Paesi”, dichiara Rosario Coco, coordinatore di Outsport.
I principali risultati sono:
  • Il 90% delle e dei partecipanti percepisce l’omofobia come un problema nello sport. La percentuale è ancora più alta per la transfobia.
  • Quasi il 20% di tutte/i le e i partecipanti hanno rinunciato alla pratica di uno sport a causa del proprio orientamento sessuale o identità di genere. Questa percentuale sale al 54% per le persone trans e si riferisce in proporzione maggiore al calcio, alla danza, al nuoto e alla box.
  • Circa un terzo di chi pratica sport non ha rivelato il proprio orientamento sessuale a nessuno in ambito sportivo. Questa percentuale raggiunge il 41% in Italia e il 45% in Ungheria.
  • Il 16% delle e dei partecipanti che sono attive/i in qualsiasi sport hanno avuto almeno una personale esperienza negativa legata al proprio orientamento sessuale o identità di genere negli ultimi 12 mesi. La percentuale sale però al 30% per gli uomini trans, al 36% per le persone non binarie e al 46% per le donne trans.
  • Nel 49% dei casi chi agisce una discriminazione sono compagne/i di squadra. In Italia si sale al 60%.
  • Tra coloro che hanno segnalato esperienze negative l’82% hanno ricevuto insulti verbali e il 75% una discriminazione strutturale. Ma sono comuni anche le minacce (44%), il bullismo (40%), superamento della linea fisica, come spinte o contatti indesiderati (36%) e persino la violenza fisica (20%).
  • Oltre un terzo delle e dei rispondenti non conosce alcuna organizzazione o individuo a cui rivolgersi in caso di esperienze negative.
  • Le tre azioni che vengono indicate come possibilmente più utili nel contrastare l’omo-transfobia nello sport sono: a) il coming out di sportivi famosi, b) campagne di lotta all’omo-transfobia di alto profilo, c) formazione sulla diversity
Domani celebreremo la Giornata internazionale contro l’omofobia: in un momento simile è necessario partire da questi dati per cambiare – commenta Bruno Molea, presidente dell’Associazione Italiana Cultura Sport, promotrice di Outsport -. Quattro persone Lgbt su 10 che praticano sport non dichiarano il proprio orientamento sessuale per timore di discriminazione, o altro. Eppure lo sport deve essere ancora non solo luogo di condivisione e coesione, ma anche terreno di gioco contro ogni forma di discriminazione. Lavoriamo su questo, a partire dalla formazione dei nostri istruttori, per combattere ogni emarginazione”.
Il rapporto completo oltre ai dati aggregati, evidenzia le differenze riguardo l’orientamento sessuale e l’identità di genere e tra i 5 Paesi del progetto (Italia, Austria, Germania, Scozia, Ungheria).
Sulla base di questa indagine sono stati intervistati i responsabili di alcune organizzazioni sportive ombrello e federazioni sportive sulle loro strategie di contrasto all’omo-transfobia e i risultati di quest’ultima indagine saranno pubblicati il prossimo 8 novembre in occasione della final conference di Outsport a Budapest.
Redazione
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Un commento

  • sergio falcone

    http://www.anpi.it/articoli/2214/con-i-pride-per-lorgoglio-e-contro-il-pregiudizio

    CON I “PRIDE”, PER L’ORGOGLIO E CONTRO IL PREGIUDIZIO

    25 Giugno 2019

    Comunicato della Segreteria nazionale ANPI: “La nostra Associazione è e sarà sempre presente laddove il diritto alla felicità e alla sua piena realizzazione sia messo in discussione”

    CON I “PRIDE”, PER L’ORGOGLIO E CONTRO IL PREGIUDIZIO

    Per l’orgoglio e contro il pregiudizio. I Pride sono la festa dell’orgoglio di una libera e pacifica identità, sono la festa dei diritti civili contro qualsiasi discriminazione. L’ANPI nazionale sostiene tali iniziative, perché da tempo ha preso piede nel Paese in modo allarmante la logica dell’esclusione e il pregiudizio della sottocultura razzista. Negli ultimi anni si sono moltiplicati gli episodi di discriminazione e violenza contro ogni presunta diversità, fra cui quella sessuale. Per continuare a sollecitare la massima attenzione politica e istituzionale di fronte a questi fatti, si stanno svolgendo in tutta Italia, anche quest’anno, i Pride cui i Comitati provinciali e le Sezioni ANPI stanno aderendo e partecipando. La nostra Associazione è e sarà sempre presente laddove il diritto alla felicità e alla sua piena realizzazione sia messo in discussione. Ce lo impone la Costituzione quando asserisce che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale. È una questione di democrazia.

    LA SEGRETERIA NAZIONALE ANPI

    Roma, 25 giugno 2019

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