OMSIZZAR: sport, sismi, Corsera, stalking di Stato…

Stalking di Stato. Quando arriva la tragi-boutade di Maroni sul «permesso a punti» Corrado Giustiniani [su «Il fatto» del 9-2] spiega che è solo l’ultima delle molestie istituzionali. Ed elenca: tempi lunghissimi per rinnovare i permessi di soggiorno (291 giorni in media); 10 anni di residenza e poi 200 euri per la domanda di cittadinanza; negazione di italianità a bimbe/i che nascono qui; e così via… sino a 10 molestie statali ma forse è ottimista. Nel 2003 Giustiniani aveva scritto un libro importante (e dunque passato sotto silenzio) per Laterza: «Fratellastri d’Italia», sotto-titolo «vite di stranieri fra noi».

Lo sport affratella? Il 21 gennaio «La gazzetta dello sport» intervista Lilian Thuram (calciatore francese): «La verità è che è la stessa società italiana a essere malata di razzismo.[…] A Balotelli dicono che un nero non può essere italiano. Perché? Chi l’ha deciso?». Il 1 febbraio il Casteltodino si ritira da una partita per denunciare gli insulti («sporco negro ») subiti da due giocatori. A inizio febbraio si segnalano su Facebook gruppi di laziali contrari all’acquisto di un giocatore «ebreo» (cioè israeliano). Il 6 febbraio «Il fatto» racconta che a San Giorgio in Bosco (Padova) il sindaco nega il campo a una squadra di romeni iscritta al campionato amatoriale. Mi fermo qui.

Cor-sordi. Gran libro «Negri, froci, giudei» (Rizzoli) di Gianantonio Stella, firma di punta al Corsera. Lo leggono in molti, non però il suo vicino di pagina Giovanni Belardelli che prima (12 gennaio) accusa «L’osservatore romano» di esagerare parlando di radici razziste dell’Italia; poi a fine gennaio sostiene che Berlusconi non ha torto parlando di criminali più delinquenti degli altri. E se Stella gli parlasse?

Il primo … 1 marzo. Fra tante brutte notizie, una buona c’è: le manifestazioni del 1 marzo sono andate bene in Francia ma anche in Italia hanno pesato. Certo siamo in ritardo; certo si poteva-doveva fare di più; certo c’erano limiti e ambiguità; certo è solo l’inizio… ma comunque quando migliaia di persone vanno in piazza per chiedere «diritti uguali per tutte e tutti» è sempre un buon giorno. Se poi queste persone sono cosiddette native e sedicenti straniere – in realtà tutte di razza umana, l’unica che abbiamo – insieme è un ottimo giorno. Per esempio chiudere 40 aziende in Lombardia rammenta potrebbe significare «un giorno senza immigrati» se (l’anno prossimo?) si verificasse quel «Blacks Out» raccontato da Vladimiro Polchi in un libro appena uscito da Laterza.

Se una rondine non fa primavera, figuratevi una ronda. Questo è l’anti-proverbio dietro il titolo «Rondini e ronde», un’antologia contro il razzismo istituzionale appena uscita da Mangrovie. Non dovrei parlarne perché fra gli autori ci sono anch’io. E’ un doppio conflitto di interessi: sono anche di pelle bianco-rosa, con l’età tendente al grigio. Anzi, è un triplo conflitto di interessi: il razzismo mi fa schifo.

Il sisma affratella? Come mai i marines vanno ad Haiti e non in Cile? I maiali nel vecchio «Fattoria degli animali» di George Orwell forse direbbero che ci sono terremoti più uguali degli altri. Comunque ad Haiti ci sono più neri e in Cile si trovano meno poveri. Del resto anche il governo italiano manda i soldati a Rosarno. Come dite? Non c’è stato il terremoto a Rosarno? Che strano.

(*) se il titolo di questa rubrica vi suona misterioso provate a  leggere Omsizzar al contrario…(questa uscirà sulla rivista “Cem mondialità” ad aprile 2010)

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