Opa indecente di Credit Agricole-Cariparma…

per le azioni Crc: considerazioni e consigli agli azionisti del «Comitato difesa risparmiatori della Cassa Risparmio Cesena»

di Davide Fabbri e Franco Faberi (*)

Dal 9 aprile e fino al 18 maggio 2018, tutti i possessori privati di azioni della Crc (Cassa Risparmio Cesena) saranno chiamati dal proprio direttore di filiale per l’illustrazione della proposta che la banca ha recentemente ufficializzato. Una OPA, offerta di pubblico acquisto, legata al progetto di incorporazione di Cassa Risparmio Cesena all’interno di Credit Agricole Cariparma.

Il nostro «Comitato Difesa Risparmiatori» ha già ampiamente commentato questa proposta, bollandola pesantemente come irricevibile e indecente. Tale proposta sarà presentata dalla nuova direzione della banca nell’Assemblea dei Soci convocata per le ore 10 del 19 aprile 2018 al Carisport di Cesena. Invitiamo tutti gli azionisti a partecipare a questo incontro.

Con la presente, forniamo alcuni consigli e suggerimenti di dettaglio per i nostri azionisti-risparmiatori.

Il nostro primario suggerimento è quello di rimanere azionisti della banca, evitando di accettare proposte umilianti, che metterebbero la parola fine a qualsiasi tipo di risarcimento sull’investimento effettuato.

In pratica la banca proporrà di acquistare le azioni CRC dei singoli azionisti privati, al miserevole prezzo di euro 0,50 per ogni azione.

Esempio: chi avrà 1.000 azioni CRC, valore di 3 anni fa di 15-20.000 euro, si vedrà offrire 500 euro per la vendita delle azioni, e inoltre potrà avere un bonus compreso fra 0,33 e 0,85 euro ad azione, che verrà corrisposto a metà del 2021, dopo aver valutato gli utili netti di Credit Agricole Cariparma nell’anno 2020. Per ottenere questo bonus occorre obbligatoriamente rimanere clienti “attivi” della banca, fino alla corresponsione del bonus (come detto, a metà 2021). Cedendo le azioni vengono contestualmente ceduti i warrant abbinati a quelle azioni.

Abbiamo già ricevuto notizie in merito a evidenti insistenze (molto sospette) della banca finalizzate alla cessione delle azioni: la proposta della banca agli azionisti viene spacciata come “offerta molto conveniente” e che “non verrà più ripetuta in futuro”.

Tutto è dovuto al fatto che Credit Agricole Cariparma non ha la benchè minima intenzione di promuovere l’azionariato diffuso. I nuovi banchieri danno l’impressione di avere una “paura folle” di trovarsi diversi e piccoli azionisti, potenzialmente destabilizzatori, all’interno della propria compagine societaria.

Al contrario di Cassa Risparmio Cesena (una banca con ben 13.300 azionisti) i nuovi banchieri di Credit Agricole Cariparma hanno solo 3 azionisti nella compagine societaria. E vorrebbero continuare a rimanere in pochi a decidere.

Gli azionisti di Credit Agricole Cariparma sono infatti:

Crédit Agricole S.A., con il 76,50%;

Fondazione Cariparma, con il 13,50%;

Sacam International Sas, espressione delle Caisses Regionales Crédit Agricole, con il 10%.

Tutti quelli che accetteranno, otterranno una perdita di circa il 97-98% sul valore delle loro azioni, e il bonus che quasi sicuramente non supererà i 0,40 euro farà ottenere un altro 2% circa, per cui la perdita totale si aggirerà fra il 95-96%.

Accettando l’offerta, si metterà una “pietra tombale” sopra ogni discorso relativo ai risarcimenti equi delle azioni CRC.

Chi non accettasse l’offerta della banca andrà al concambio con le azioni di Credit Agricole Cariparma; il concambio è pari a 0,070 azione di Credit Agricole Cariparma per ogni azione CRC ceduta.

In pratica per avere una nuova azione di Credit Agricole Cariparma, si dovranno cedere 14,28 azioni CRC. Quindi con 1.000 azioni CRC si ottengono 70 azioni di Credit Agricole Cariparma.

Queste azioni al momento non sono quotate in Borsa e quindi non sono vendibili. Chi andrà al concambio non accettando l’offerta della banca si troverà pertanto automaticamente sull’estratto conto titoli le azioni corrispondenti di Credit Agricole Cariparma.

Chi prevedesse di fare buoni guadagni nei prossimi anni (massimo cinque anni) con azioni o titoli di Stato potrà detrarre ai fini fiscali le perdite dovute alla vendita delle azioni CRC con i guadagni che maturerà, e quindi non pagherà l’imposta del 26% sui guadagni. Questo è l’unico caso in cui consigliamo la cessione delle azioni CRC.

Per chiarire facciamo un esempio. Se vendendo le azioni CRC avete una perdita di 5000 euro (differenza fra il prezzo pagato per acquistarle e il prezzo ottenuto nella vendita) ed entro i prossimi cinque anni ottenete un guadagno di 5000 euro o più non pagherete l’imposta sui guadagni finanziari su 5mila euro che, come già detto, essendo al 26%, vi farà risparmiare 1300 euro. Se non prevedete questo guadagno finanziario, quello che otterrete dalla vendita è così poco rispetto a quanto pagato che non riusciamo a comprendere perché si dovrebbe fare un favore alla banca, cedendogli le nostre azioni a un valore così esiguo.

Abbiamo definito questa offerta della banca una proposta umiliante e indecente. Ai nostri associati che NON accetteranno l’offerta della banca assicuriamo fin da ora che noi del Comitato andremo avanti a testa bassa, facendo tutto il possibile per ottenere un risarcimento-rimborso molto più consistente. Ovviamente senza alcuna garanzia sul risultato finale.

Di certo ci impegneremo su diverse strade:

– rimanendo azionisti, andremo a trattativa serrata con la nuova direzione della banca, al fine di ottenere equi e congrui risarcimenti; la banca non è interessata a promuovere l’azionariato diffuso e pertanto se non ci vorrà più “fra i piedi” dovrà liquidarci dignitosamente;

– risarcimenti in sede penale (siamo parte civile nel processo penale contro gli ex vertici della banca);

– risarcimenti in sede civile;

– risarcimenti utilizzando l’arbitrato.

Vi è un’ultima possibilità concessa agli azionisti: vendere solo una parte delle azioni, diciamo all’incirca la metà, e andare al concambio con l’altra metà delle azioni CRC. In questo modo l’azionista potrà verificare in futuro se è stato vantaggioso vendere, oppure tenere le azioni. Quest’ultimo nostro suggerimento è rivolto essenzialmente agli azionisti che sono tentati di accettare l’offerta della banca.

A disposizione per qualsiasi richiesta di chiarimento.

(*) Davide Fabbri e Franco Faberi sono i portavoci del «Comitato Difesa Risparmiatori CRC»

Cesena, 10 aprile 2018

Davide Fabbri

3 commenti

  • concordo che l’opa di credit agricole è indecente ed i bancari stanno contattando tutti i piccoli azionisti cercando di convincerli, anche con argomentazioni abbastanza subdoli, a vendere le loro azioni. Subdoli perchè tra i vari argomenti di convinzione dicono:
    – se non vendete ora non potrete più avere nulla in quanto le vs/ azioni verranno trasformate in azioni cariparma che sono illiquide e quindi non vendibili,
    – se non vendete vi verranno revocate le condizioni di favore di cui godono ora i soci,
    – vendere tutte le azioni o niente ( i piccoli azionisti devono essere eliminati)
    – Anch’io ed i miei famigliari abbiamo azioni e le vendiamo. Ora tutti i dipendenti sono azionisti e sono rimasti , come noi, turlupinati.
    Ma perchè, visto che sono coinvolte 3 banche, Cassa di risparmio di Cesena, cassa di risparmio di Rimini e cassa di risparmio di San Miniato, NON SI UNISCONO LE FORZE E FARE AZIONE COMUNE CONTRO CREDIT AGRICOLE AGRICOLE invece di andare in ordine sparso ottenendo ,finora, ben scarsi risultati?
    Io sono un piccolo azionista di Carim, la causa penale contro gli ex ammistratori ha dato come risultato ” TUTTI ASSOLTI” nesun responsabile, anche se sono emerse gravi irregolarità nei bilanci e la causa civile, suppongo, finirà, chissa quando, allo stesso modo.
    Saluti

    • Esatto Giorgio, le cose stanno proprio in questi termini.
      Concordo sul fatto che sarebbe opportuno e necessario un coordinamento fra risparmiatori e azionisti delle tre ex Casse di Risparmio coinvolte.
      Io sono a disposizione per realizzare questo progetto di unione delle forze in campo.
      Da Cesena – ad esempio – siamo in contatto con azionisti di San Miniato.
      Quindi Giorgio le chiedo di contattarmi, al telefono o per posta elettronica.
      Grazie
      Davide Fabbri – tel 333.1296915
      mail: davidefabbriblogger@gmail.com

  • Gentili signori , sono purtroppo cliente credit Agricole in Francia , e posso assicurarvi che oltre a essere una banca piena di derivati nelle loro chiamiamole casse , usano sistemi stile intimidazione ogni qualvolta che non si è concordi con le loro politiche .

    vi invito a tenere duro , poiché posso dirlo senza problemi il loro obiettivo sono i vostri risparmi .
    Non voglio farne una questione Italia Francia , ma tra inostri pregi (consentitemi di parlare una volta tanto dei nostri pregi ) abbiamo rispetto ai nostri vicini quello di essere al contrario di loro meno indebitati e sicuramente molto più risparmiatori .

    Cordiali saluti

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