OPERAIE (grazie a V.J.) di Pabuda
chi si ricorda, oggigiorno,
delle belle operaie?
chi ascolta, di questi tempi,
i veri loro sogni?
chi raccoglie le loro canzoni
che fuori la fabbrica
più non cantano, perché non c’è tempo?
eppure, ancora,
son tutte belle le operaie del mondo.
e son stanche e fan delle gran sudate e son sorelle.
e son sicure e precise,
checché se ne dica:
sono tante le operaie in questo mondo!
un’amica di fretta mi prega di postare questo; con piacere accetto anche perchè “Specchi” è uno dei più bei libri che ho letto negli ultimi anni (db)
Accadde a Chicago nel 1886.
Il primo maggio, quando lo sciopero operaio paralizzò Chicago e altre città, il giornale Philadelpia Tribune diagnosticò: “la forza lavoro è stata punta da una specie di
tarantola universale ed è diventata pazza da legare”.
Pazzi da legare erano gli operai che lottavano per la giornata di lavoro di 8 ore e per il diritto all’organizzazione sindacale.
L’anno dopo quattro dirigenti operai, accusati di omicidio, furono condannati senza prove in un giudizio farsa. Georg Engel, Adolf Fischer, Albert Parsons e Auguste Spies finirono sulla forca. Il quinto condannato, Louis Linng, si era fatto saltare la testa in cella.
Ogni 1° maggio il mondo intero li ricorda.
Con il passare del tempo, le convenzioni internazionali, le costituzioni, le leggi, gli hanno dato ragione.
Tuttavia le imprese di maggior successo continuano a non saperlo.
Proibiscono i sindacati operai e misurano la giornata lavorativa con quegli orologi sciolti che dipinse Salvator Dalì.
(Edoardo Galeano – Specchi)
Concordo con il post! E mi piace!
Oggi (e non solo oggi…) occorre riscoprire la dimensione dell’essere umano quale essere operaio, ed operante! Beato sia allora l’Operaio…
Spero avrai modo di ricambiare la visita sul blog Vongole & Merluzzi dove si parla proprio di questo..
http://vongolemerluzzi.wordpress.com/2011/05/01/beato-sia-loperaio/