«Opposizione che non si sente» ma…

si vede (e si canta?)

di Angelo Maddalena

«Noi siamo l’opposizione che non si sente» – Transeuropa editrice, novembre 2021; cfr qui: «Noi siamo l’opposizione che non si sente»), l’ho comprato e lo sto leggendo. Fra i tanti contributi in prosa me ne aspettavo uno da Antonio Rezza che quasi due anni fa aveva preso una posizione dissenziente nel cuore dell’emergenza-delirio-chiudiamotutto (teatri e cinema compresi). Rezza invece mi spiazza pubblicando solo una poesia in rima sul green pass, in tema con «La famiglia al ristorant», che Antonio Carletti aveva scritto ad agosto 2021 e che avevamo letto pubblicamente per strada, videofilmato e messo su youtube in quel periodo “ricco di suggestioni creative”. Ci sono molte testimonianze di artisti e intellettuali accreditati che vengono fuori in questo libro. Forse per deformazione “professionale” penso ai tanti artisti meno “accreditati”, Carletti in primis, di cui e con cui ho scritto alcuni contributi negli ultimi anni, pubblicati anche dalla “Bottega del Barbieri”: artisti che accolgono e la cui accoglienza-solidarietà si è potenziata negli ultimi due anni di infodemia. Nel libro «Noi siamo l’opposizione che non si sente» ci sono testi interessanti, spesso però avverto il rischio di rimanere impantanati fra retorica del dissenso e racconto di testimonianza: questo, da parte di chi ha il compito di «sapere guardare oltre (…) per scavare per capire e di capire per reagire» (Goffredo Fofi) un po’ ci rientra però si avverte una certa debolezza o un che di retorico, dunque non sempre dà l’impressione di “scavare per capire”. Ho letto più contributi (quasi tutti). Devo riconoscere che ho trovato spunti di approfondimento non sempre retorici o prevedibili: per esempio quello di Marco Tutino – a pag. 192 – mi sembra abbia fatto un compendio soddisfacente del periodo che va dal marzo 2020 all’estate del 2021. Anche il contributo di Flavia Mastrella è di ampio respiro, come quello (in apertura) di Lucianna Argentino, che rievoca, in alcuni passi, il nostro «Se canti non muori», uscito a maggio 2020: forse il primo libro di inchiesta dal basso, scritto in collaborazione con “la Bottega del Barbieri”, soprattutto per il «Manifesto contro la rassegnazione» di Deniz della Montagnola. Nel finale la Argentino rievoca la prefazione di Daniele Barbieri al nostro libro (il secondo libro della editrice Malanotte in un anno di pandemia!) «A piedi in un mondo sospeso», quando dice: «credo pertanto che spetti ai poeti, in particolare, e a tutti gli artisti, ridare al mondo parole vitali, che siano seme fecondo per un pensiero libero e spezzino le catene di chi usa un pensiero di seconda mano… c’è bisogno di anticorpi (e corpi). Di incontri, di artisti, di sogni». La prefazione era concepita come un sogno che Barbieri aveva fatto in una notte di quel periodo, con la citazione di De Andrè: «L’artista è un anticorpo che la società si crea contro il potere, se si integra l’artista ce l’abbiamo nel culo». Il titolo della prefazione era: «L’arte dell’incontro, Angelo e chissà». Nel periodo in cui usciva il libro («A piedi in un mondo sospeso, marzo 2021») c’era difficoltà effettiva a incontrarsi: a Perugia c’era il coprifuoco da zona rossa a tal punto che il cd allegato al libro lo abbiamo dovuto registrare a casa perché impossibilitati ad andare in sala di registrazione. Scrivere un certo tipo di cose nel 2020 e all’inizio del 21 potrebbe essere diverso da scriverle a fine 2021 o nel 22: non vuol dire che «Noi siamo l’opposizione che non si sente» è un libro “superato” o datato, anzi, ben venga fare memoria da parte di poeti e artisti di quello che è successo ed è ancora attuale, e delle conseguenze subite anche a livello professionale per le loro posizioni. Invito a leggerlo per poterci confrontare, però invito anche ad andare oltre… il virus; dentro la realtà, appunto. La blindatura di molte stazioni dei treni che va avanti da anni è uno di quegli aspetti “invisibili” che passano inosservati, come il “decoro urbano” e la criminalizzazione della vita e dell’arte di strada. A parte la “piccola storia del decoro” di Wolf Bukowski – nel libro «La buona educazione degli oppressi» – da parte di molti artisti e poeti non mi sembra di sentire voci che “spezzino catene” e alzino veli sulla morte della vita di strada e degli artisti (cosa che sarebbe anche pertinente per chi si definisce artista e poeta, o no?). Adesso si profila una sorta di ridicolo «controllo dei consumi energetici» privati: un’altra forma di colpevolizzazione dei singoli per scaricare le responsabilità di una crisi energetica che viene da lontano, però se vai a vedere in diversi movimenti ecologisti degli ultimi anni ci sono derive tra narcisismo e masochismo pauroso. Mi permetto di segnalare «L’ecologista masochista», che uscirà fra poco nel cd «Tutti positivi» di A. M. Di Gregorio, allegato al libro «Taccuino di viaggio interiore» della Malanotte. E per chiudere in bellezza e armonia con le poesie di Antonio Rezza e di Aldo Nove, riprendendo alcuni passaggi sui dubbi circa i vaccini per il covid segnalati più volte nel libro, voglio cantare insieme a voi la ballata «Vaccino vero», sempre del cd «Tutti positivi!». Cercatelo e trovatelo.

 

 

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