Orribile a vedersi: ancora amianto a San Lazzaro di Savena

Urge bonifica in via Galletta

di Vito Totire (*)

Sull’amianto San Lazzaro di Savena (ex Comune virtuoso) boccheggia… Orribile a vedersi: una decina di lastre, alcune spappolate orrendamente, nella zona di via Galletta in cui sono collocati i bidoni per la raccolta dei rifiuti. Il sito è a poche centinaia di metri in linea d’aria dalla sede del Dipartimento di sanità pubblica di via del Seminario: un fatto simbolico che sottolinea l’inerzia della pubblica amministrazione nella prevenzione.

Una decina di anni fa, un evento analogo dette il via a una risposta della amministrazione comunale con il varo della nota ordinanza finalizzata al censimento tramite obbligo di auto-notifica; fu un buon inizio, poi l’amministrazione ha rallentato.

Il nostro discorso è semplice:

  1. quell’orrido smaltimento abusivo deve essere bonificato entro 24/48 ore: abbiamo visto infanzia ignara ronzare in bicicletta attorno alle lastre spappolate (e spennellate con una penosa vernice verde)
  2. a tutti i cittadini in possesso di quantità “domestiche di amianto” deve essere garantito il percorso bonifica/prelievo/smaltimento gratuito;
  3. non tanto lontano da via Galletta, nel noto sito di Ca’ de mandorli abbiamo constatato la presenza di una quindicina di pannelli di lana di vetro; discorso diverso dall’amianto e meno pericoloso ma comunque di smaltimento abusivo si tratta; peraltro non è la prima volta, negli ultimi mesi, che Ca de Mandorli risulta sede di rifiuti abusivi ingombranti o problematici (qualche settimana fa anche una vasca da bagno);
  4. bisogna che il Comune e la Ausl ci dicano quando sarà bonificato il cemento-amianto della cava di via Valfiori; che sia cemento-amianto è sicuro; cosa stiamo aspettando? Di raccoglierlo col cucchiaino?
  5. dulcis in fundo: le tubazioni in cemento-amianto per l’acqua “potabile” (detta anche “acqua dl sindaco”): cosa aspettiamo a censire e bonificare? eppure in queste settimane è tornato il tema delle rotture, delle perdite e della siccità; non è ora, in tutta Italia, di attuare sinergie per la prevenzione? Incrociando i dati di vetustà/degrado/perdita e spreco d’acqua da un lato e di tubazioni in amianto dall’altro alto, avremmo nel Paese Italia due mappe che si sovrappongono quasi in fotocopia. Che aspettiamo? E’ ovvio: nella migliore tradizione italiana aspettiamo di poterci lamentare “il giorno dopo” (the day after, dal titolo del noto film antinucleare del secolo scorso);

San Lazzaro sveglia… BISOGNA BONIFICARE ENTRO 24/48 0RE. Se lunedì il sito non è bonificato ricorreremo a ulteriori forme di protesta.

Bologna, 28.7.2017

(*) Vito Totire è portavoce di AEA- l’associazione esposti amianto – di Bologna

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

3 commenti

  • L’abbandono di rifiuti è una pratica ignobile ed illegale.
    E’ però importante ricordare che i rifiuti in lana minerale (lana di roccia e lana di vetro per isolamento) non sono pericolosi.
    Se vengono classificati come tali è perchè non si eseguono tutti i necessari test per caratterizzare il rifiuto e, per precauzione, si preferisce classificarli come pericolosi. Ciò non è però la fotografia della realtà, ma una soluzione di comodo.
    Un’ulteriore conferma della non pericolosità della lana di vetro e dalla lana di roccia deriva dalla normativa italiana (DM 27 settembre 2010): ogni tipo di rifiuto costituito da lane minerali può essere depositato in celle realizzate con gli stessi criteri adottati per le discariche dei rifiuti inerti.

  • Abbiamo già affrontato questo tema e comunque tutto gli approfondimenti sono utili;
    io la vedo così: 1) lo smaltimento di Ca de Mandorli è abusivo e va bonificato; 2) la lana di vetro è accettata alla stazione ecologica di Monternzio e rifiutata da quella di Loiano ; i gestori sono diversi e la città metropolitana o anche l’Unione dei comuni della valle dell’idice devono decidere cosa fare in quanto dare messaggi dissocciati alla cittadinanza è deleterio; 3) non mi fiderei del dm 27.9.2010; credo che la lana di vetro “nuova” deve ancora passare qualche esame; ebbi ad interloquire tanti anni fa col prof.Cesare Maltoni e la mia opinione resta quella che Maltoni espresse; i due fattori di protezione che renderebbero la lana di vetro innocua necessitano di ulteriori verifiche , soprattutto la questione del diametro: siamo sicuri che la fibra sottostress non si spacchi con conseguente assottogliamento? se le caratteristiche fisiche non le consentono di arrivare agli alveoli (è vero!) e però si fermano nelle vie aeree superiori siamo sicuri che non facciani danni?
    La azione irritativa pare comunque ricnosciuta tanto che il produttore indica la necessità di usare maschere, guanti, occhiali e tuta;
    la biodegradabilità poi; certo meno la fibra è biodegradabile e più è rischiosa; tuttavia , non è diffidenza, la vicenda dei fumi diesels ci conferma che le autocertificazioni possono non essere esaustive…
    Infatti l’interrogativo di Maltoni (inizio 2001) era: esistono enti pubblici che certificano?

    insomma molte cose da approfondire nonostante che le fibre di nuova generazione siano senza ombra di dubbio meno problematiche delle “vecchie” che furono classificate 2B dalla Iarc (agenzia di ricerca sul cancro);

    In attesa che lo smaltimento abusivo di Ca de mandorli venga bonificato.

    Vito Totire

    • E’ ancora più deleterio dare messaggi errati, ad esempio:
      — sostenere che le lane minerali sono pericolose (ogni gestore di stazione ecologica decide che rifiuti ritirare secondo diversi criteri, non solo secondo la pericolosità o meno del rifiuto)
      — affermare di non fidarsi delle leggi italiane (in questo modo si giustifica il comportamento criminale di chi abbandona rifiuti, persone che evidentemente non si fidano delle leggi italiane…)
      Sul piano squisitamente tecnico:
      — nessun ente pubblico certifica i materiali edili; come giustamente ricordato, sono i produttori che auto-certificano i propri prodotti.
      L’unica eccezione a ciò riguarda proprio le lane minerali: i migliori produttori, su base volontaria, posseggono una certificazione di parte terza (EUCEB – http://www.euceb.org) che, dopo test reali, attesta la biosolubilità della fibra (che non dipende dal diametro ma dalla composizione chimica): in altri termini è la prova definitiva che la fibra non fa danni, nemmeno nelle vie aeree superiori.
      Solo la lana di roccia e la lana di vetro raggiungono tale livello di sicurezza!
      — Le indicazioni d’uso che i produttori di lane minerali suggeriscono (mascherine usa e getta, guanti, indumenti da lavoro, eventuali occhiali protettivi) sono gli stessi suggerimenti che valgono per ogni altro lavoro edile.
      — La differenza tra lane minerali “vecchie” e “nuove” non esiste: nel 2001 la IARC (massimo esperto mondiale), dopo migliaia di studi ha inserito tutte le lane minerali nel gruppo “non classificabile come cancerogeno” (cfr. http://monographs.iarc.fr/ENG/Classification/latest_classif.php)

Rispondi a Stefano Cera Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *