Ovunque borracce

Ve ne sarete accorti anche voi. Le borracce a Natale faranno l’en plein dei regali. Come mai? (Un’inchiesta di db apparsa su «Il dirigibile»)

Ormai restano pochi dubbi. Da Roma a New York è la borraccia l’oggetto del desiderio natalizio. «Persone di ogni età e condizione sociale la cercano… e non la trovano» sospira Renzo Giorgini del settore vendite di una delle maggiori catene della cosiddetta Gdo (Grande Distribuzione Organizzata) che è la vera regina dei nostri tempi: «Noi le abbiamo esaurite da tempo» aggiunge, chiudendo il discorso con uno sconsolato «per quanto la produzione e la distribuzione marcino velocemente, dubito che ne avremo abbastanza per i giorni caldi delle vendite sotto Natale. Un bel guaio».

Sabato mattina un giro a Milano fra market e negozi conferma. I dati evidenti sono tre: richieste massicce, merce esaurita, sorpresa.

«Perché la borraccia? Non saprei» ridacchia Lucia Cerrai: «magari ci si sta attrezzando per la prossima guerra». Poi si rende conto di averla detta grossa e si corregge: «o più probabilmente è tornato di moda l’escursionismo». Nella bottega accanto tenta un’analisi Martina Sigli: «di sicuro c’entra il referendum sull’acqua, la consapevolezza che un bene comune deve essere utilizzato meglio e poi l’acqua minerale costa troppo, è anche un modo per risparmiare».

Sotto l’insegna «Tutto per il campeggio» quattro grandi vetrine; in ognuna un cartello avvisa «borracce in arrivo». Sarà vero? «Speriamo» sogghigna Cosimo che è il responsabile del magazzino e non disdegna servire al bancone. «Non trovando le borracce su cosa si orienterà la clientela?» gli chiedo. «Se devo giudicare dalle ultime settimane una parte del pubblico acquisterà qualcos’altro ma quello che un po’ mi ha sconcertato è che tante persone vogliono la borraccia… o niente. C’è chi dice che non importa se arriva a Capodanno o per san Valentino basta che gli facciamo trovare una borraccia al più presto».

Non è un fenomeno tipicamente italiano. Lo confermano le foto dei manifestanti di «Occupy Wall Street», tutti “borracciati”, come le prime timide, stupefatte inchieste sui media. «Se si tratta di una moda, è la più rapida, incontrollabile, imprevista da quando esistono le mode» ha scritto «New York Lies».

Al telefono ne parlo con Wolf Booble, il più noto studioso statunitense di flussi delle merci: «Crediamo di sapere tutto sui meccanismi del desiderio e sulla loro vendita. Ma stavolta non c’è analisi di mercato che sappia farci capire. Se intervisti le persone mentre acquistano borracce e chiedi loro “perché proprio ora?” non sanno risponderti, farfugliano di risparmio oppure borbottano “mi sembra una cosa intelligente da fare”. Solo un ristretto numero di militanti ecologisti ti scodella un discorso di 40 minuti ma in realtà pure loro sono sorpresi di quanto il fenomeno vada diffondendosi ovunque. L’imbarazzo dei venditori è grande, però mai come quello dei produttori e dei pubblicitari o degli stilisti. Come imbellettare e rendere originale una borraccia?». Ride e, come saprà chi ha visto Booble in tv, la sua risata è travolgente. Poi si fa serio: «Inutile dire che i produttori di acqua minerale e più in generale di bibite in bottiglia sono disperati e stanno cercando di capire se esiste un antidoto, quale controffensiva sia possibile. Qualcuno pagherebbe d’oro una ricerca del tipo “i 5 pericoli della borraccia” e anzi dobbiamo aspettarci presto una campagna diffamatoria a livello mondiale».

Gli ecologisti, chiamati in causa, per ora si godono la super-vittoria e non temono la strategia anti-borraccia. «Finalmente una moda intelligente» commenta Luca Mercalli «dopo le anti-igieniche braghe extra-large che strisciano per terra imbevendosi di fango e piscio di cane. Ma forse non è moda e dovremmo parlare di consapevolezza. La borraccia ha un glorioso passato ma anche un grande futuro».

Una doverosa nota del «Dirigibile». Questo articolo è un falso dall’inizio alla fine. O se preferite vederla così è un’anticipazione del futuro, il frutto di una distorsione temporale, la giocosa espressione di un desiderio: insomma l’auspicio è che questa inchiesta fasulla diventi vera per il Natale 2012. Ovviamente Renzo Giorgini, Lucia Cerrai, Martina Sigli (chiedo scusa per le eventuali omonimie) e Cosimo non esistono. Neppure mi risulta un «New York Lies» o un Wolf Booble. Invece esiste Luca Mercalli e nel suo eccellente libro «Prepariamoci» (edito da Chiarelettere tre mesi fa) tesse fra l’altro un elogio della borraccia:la frase sui pantaloni che si imbevono di fango e piscio di cane è davvero sua.

Un’ulteriore nota per codesto stra-blog: mi permetto di consigliarvi la borraccia come stra-dono per Natale e dintorni, ove abbiate l’abitudine (e la pecunia) di far regali. Colto da mania consigliera aggiungo il caffè del commercio equo ma anche un libro…. come ho scritto qui: Marco Peressi: «Madonna di Comerzo»

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