Paddington – Paul King

di Ismaele (*),

In una piccola parte, luminosa, appare il grande Jim Broadbent. La signora Brown è Sally Hawkins

(già straordinaria maestra in “La felicità porta fortuna”, di Mike Leigh, dove appariva anche l’istruttore di scuola guida Eddie Marsan) e la sua famiglia è proprio inglese. Il signor Brown e i figli e la vecchia zia sono bravissimi. La cattiva Nicole Kidman è quella più prevedibile e fuori posto.

E soprattutto c’è Paddington (e la zia e lo zio), un orso come pochi, già lui da solo varrebbe il biglietto, e c’è anche molto di più.

Orfano, quando il suo mondo muore, ancora bambino va a Londra a cercare la sua strada.

(In questi anni Paddington è diventato il simbolo dei giovani profughi, in Gran Bretagna, qui si spiega cosa succederebbe a Paddington se fosse un immigrato sans papier).

In più c’è tanto humor inglese, che nei film d’animazione di solito non c’è mai: ci sta benissimo.

Vuoiti un po’di bene, vai a guardare questo film, non potrà non piacerti, ci scommetto.

 

(*) Trovate questo appuntamento in blog ogni lunedì e giovedì sera: di solito il lunedì film “in sala” e il giovedì quelli da recuperare. Ismaele si presenta così: «“Tre film al giorno, tre libri alla settimana, dei dischi di grande musica faranno la mia felicità fino alla mia morte” (François Truffaut). Siccome andare al cinema deve essere piacere vado a vedere solo quei film che penso mi interessino (ognuno ha i suoi pregiudizi). Ne scriverò e mi potrete dire se siete d’accordo o no con quello che scrivo; ognuno vede solo una parte, mai tutto, nessuno è perfetto. Ci saranno anche film inediti, ma bellissimi, film dimenticati, corti. Non parlerò mai di cose che non mi interessano o non mi sono piaciute, promesso; la vita è breve non perdiamo tempo con le cose che non ci dicono niente» (db)

 

redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

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