Palestrati? Salvini fra parole, immagini e miracoli

di Domenico Stimolo

a seguire lo sguardo lungo di Chief Joseph

Giorni addietro il ministro della Lega Matteo Salvini ha appellato i 174 profughi rinchiusi nella nave Diciotti con il termine “palestrati”.

Il dizionario Treccani dà la seguente definizione del termine: «chi ha irrobustito il suo aspetto fisico con un’intensa e talvolta eccessiva attività sportiva in palestra».

I fatti insegnano che sarebbe più confacente esternare dopo avere direttamente visto e quindi “soppesato” – con i propri occhi – le fatture dei corpi. I loghi e i luoghi comuni che nel corso degli ultimi anni sono stati imposti alle immagini umane (specie quelle diventate di moda in diverse trasmissioni tv e nei luoghi ove vengono praticati i nuovi “modelli culturali”) hanno proposto/imposto ai cittadini le immagini di persone ben messe nel fisico, molte volte sproporzionatamente ai canoni dell’elementare estetica praticata dai comuni cittadini. Forme e muscoli prorompenti, bene oliati.

Nulla da dire. Ciascuno – uomo o donna – cura il proprio corpo nella maniera che ritiene più idonea.

Nei cinque giorni di calvario che si sono consumati nel porto di Catania il ministro Salvini non si è mai visto. In queste condizioni di lontananza prendere lucciole per lanterne è facile. Dato l’importane ruolo istituzionale ricoperto sarebbe stata cosa buona e giusta approfondire prima di profferire. Purtroppo così non è stato.

Pazienza. Hanno fatto verità e giustizia le immagini degli umani  riportate da tutti gli organi di informazioni, dopo la liberazione. Si era già visto con lo sbarco dei ragazzini/bambini rilasciati poiché «di tenera età» (così dissero i preposti, dopo le grandi mobilitazioni in corso nel porto di Catania).

Corpi macilenti, visi smunti, sguardi distrutti dal dolore e dalle drammatiche esperienze vissute, prima nell’attraversamento del deserto e nei lager libici poi dopo altre violenze in mare nella loro barchetta, nel salvataggio e nella privazione della libertà sulla diciotti. Ossa viventi ricoperte da tenui tessuti. Stato psicologico di totale trauma.

Palestrati”? Tutti gli italiani (almeno quelli di buona volontà visiva) possono verificare le immagini trasmesse dalle televisioni e dai siti. Magicamente, il supposto stato di irrobustimento fisico conseguente agli allenamenti in palestra era sparito.

In gran parte i profughi sono eritrei. Qualcuno pensa che l’Eritrea, oltre ad avere democrazia, qualità e quantità della vita, sia patria di molteplici palestre frequentate da baldi giovani? E che i lager libici siano superattrezzati di luoghi sportivi, giusto per rimpolpare i muscoli alle centinaia di migliaia di profughi alloggianti in questi  luoghi di vacanza, facendo smaltire i grassi superflui conseguenti ai lauti pranzi quotidianamente forniti.

Le immagini e le testimonianze parlano chiaro. I profughi sono quasi scheletri viventi, e i medici aggiungono che parecchi risultano afflitti da tubercolosi e scabbia. Scarni e afflitti nell’aspetto umano. La rappresentazione vivente del dolore. Le donne – una decina- furono violentate nei lager libici e per questo sono state immediatamente ricoverate in ospedale.

Solo Salvini ha visto i palestrati! Evidentemente si è consumato un rapidissimo processo di trasformazione. Un miracolo all’incontrario? E’ ben noto che la Sicilia è terra di santi e soprattutto sante: Agata a Catania, Rosalia a Palermo, Lucia a Siracusa…… Sono intervenute giusto per non dare ragione al ministro Salvini? Ai credenti l’ardua risposta.

LO SGUARDO DI CHIEF JOSEPH (*)

«Con Salvini al governo, gli ultimi (la plebe) hanno la possibilità di dare un senso alle loro esistenze – mediocri, sterili, improduttive e tragicamente prive di umane emozioni – incanalando le loro frustrazioni sulla strada, oramai sempre più ampia e particolarmente frequentata da intolleranza ed esclusione» (Matteo Callegari)

(*) Chief Joseph è stato una guida (militare e spirituale) dei Nasi Forati, un popolo nativo americano. Si chiamava in realtà Hinmaton Yalaktit, che in lingua niimiipuutímt significa Tuono che rotola dalla montagna.

 

Redazione
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Un commento

  • domenico stimolo

    Comunicato sull’audizione dei ministri Lamorgese e Di Maio davanti al GUP di Catania sul caso Gregoretti

    da: https://www.facebook.com/Rete-Antirazzista-Catanese-468545723307207/?fref=ts

    Stamattina nell’aula bunker  della casa circondariale di Bicocca, come stabilito dal GUP Nunzio Sarpietro, sono stati sentiti l’ex vicepremier ed attuale ministro degli Esteri Luigi Di Maio e la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese nel processo che vede l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini imputato per sequestro di persona ed abuso in atti di ufficio per il ritardo dello sbarco di 131 migranti nel luglio 2019.
    L’audizione dei ministri Lamorgese e Di Maio come testimoni sul caso Gregoretti si è svolta in una giornata caratterizzata dall’ ingresso della Lega guidata dal senatore Salvini nel governo e dalla ripresa di una comunicazione tossica che continua a confondere il piano politico della questione “sbarchi” con i profili di diritto attinenti alla specifica vicenda.
    Il tentativo della difesa di Salvini che ha cercato di nascondere i gravi rilievi formulati dal Tribunale dei ministri sembra dunque riuscito, grazie ad un sistematico attacco alla indipendenza della funzione giurisdizionale che ha anche preso spunto da alcune dichiarazioni dello stesso Giudice dell’Udienza preliminare che esulavano del tutto dai fatti contestati a Salvini.
    Si è puntato infatti a verificare una eventuale “continuità” nelle linee del governo nei rapporti con l’Unione europea in materia di sbarchi di naufraghi e distribuzione tra diversi paesi europei, cosa che appare del tutto irrilevante rispetto ai fatti contestati ed alle norme violate dall’ex ministro dell’interno, che riguardano invece la sottrazione della libertà personale dei naufraghi indebitamente trattenuti per giorni a bordo di una nave militare italiana, la Gregoretti. Trovandosi su, ribadiamo, nave militare italiana di fatto erano già in territorio italiano!
    Se una qualche continuità politica si potesse configurare dopo le odierne audizioni dei ministri, adesso riconfermati nel nuovo governo, Lamorgese e Di Maio, nessun artificio della difesa potrebbe mettere in discussione il carattere personale della responsabilità penale, per la quale si può semmai prevedere una estensione in caso di correità, e le circostanze di fatto e di diritto messe bene in evidenza dal Tribunale dei ministri.
    Andrebbe appena ribadito, tra l’altro, che nei giorni del caso Gregoretti la ministra Lamorgese non era neppure in carica, eppure dalle sue dichiarazioni si vorrebbero trarre argomenti per valutare la richiesta di rinvio a giudizio formulata dal Tribunale dei ministri!
    Ancora una volta il fine politico perseguito (la difesa dei confini) sembra prevalere sul rispetto delle leggi e delle Convenzioni internazionali richiamate dal Tribunale dei ministri nel suo atto di accusa. Salvini si avvia a ottenere l’ennesimo successo trasformando un aula giudiziaria in sede di propaganda politica? Probabile a questo punto il non luogo a procedere e scontata la ritrovata concordia nel governo Draghi sulle politiche di “contenimento” degli sbarchi.
    Proseguiremo la controinformazione e la mobilitazione per fare chiarezza sulle responsabilità di chi ha bloccato lo sbarco di naufraghi e resisteremo contro le criminali politiche della Fortezza Europa e di Frontex, che,ricordiamo, essere sotto accusa per respingimenti collettivi illegittimi nel Mediterraneo. Noi ci impegniamo a ricostruire, a partire dalla Sicilia, un Osservatorio solidale a sostegno di chi salva vite in mare, per la liberazione delle navi umanitarie sottoposte a fermo amministrativo, per il rilancio di una mobilitazione per l’abolizione delle navi quarantena e per chiedere con forza il trasferimento immediato dei naufraghi a terra.
    Stamattina la nave Aita Mari che ha soccorso 102 migranti, fra cui 8 donne ed un bambino  ed è in corso un secondo salvataggio di 46 migranti. Intanto,la Sea Watch3 ha ripreso il mare dopo 7 mesi di fermo e l’Open Arms è operativa nel Canale di Sicilia . Siamo con loro!
     Ct 19 febbraio 2019                                                                                           
    LasciateCIEntrare, Rete Antirazzista Catanese, ADIF

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