Panama: giustizia per il massacro di Changuinola

di David Lifodi

“In nome dello stato panamense voglio chiedere scusa a tutte le vittime e alle persone colpite dai tragici avvenimenti di Changuinola, perché so che non esistono risarcimenti monetari che possano restituire la salute alle persone o i propri cari alle famiglie”: ha introdotto così, l’attuale presidente di Panama, Juan Carlos Varela, l’annuncio dell’approvazione della Legge 144, a favore delle vittime del massacro di Changuinola.

L’8 luglio 2010 l’allora presidente Ricardo Martinelli ordinò una repressione indiscriminata contro i lavoratori del Sindicato de Trabajadores de la Industria del banano y Agropecuaria y Empresas Afines (Sitraibana), che protestavano contro l’approvazione della Ley Chorizo, una legge capestro varata esclusivamente in chiave antisindacale. Conosciuta ufficialmente con il nome di Legge 30, la cosiddetta Ley Chorizo aveva suscitato le proteste di ampi settori della società civile panamense poiché intendeva limitare fortemente il diritto di sciopero e  la liberta di aderire ai sindacati, ma soprattutto rappresentava l’anticamera di una serie di misure antipopolari, dalle riforme peggiorative in ambito giudiziario alla cancellazione della valutazione d’impatto ambientale, fino ad allora necessaria prima di procedere con la costruzione di grandi opere. I lavoratori delle piantagioni di banane di Changuinola, nella zona di Bocas del Toro, furono i primi a scendere in piazza contro la Legge 30, ma trovarono la repressione indiscriminata della polizia. Due lavoratori del Sitraibana, Antonio Smith e Virgilio Castillo, furono uccisi dai colpi di arma da fuoco sparati dalla polizia e oltre 700 rimasero feriti, molti dei quali in maniera permanente (alcuni sono rimasti completamente ciechi, altri hanno riportato lesioni agli occhi) rimanendo invalidi. La legge 144 rappresenta quindi un primo passo di riconciliazione nei confronti dei bananeros poiché sancisce la nascita di una Commissione nazionale che affiancherà i familiari delle vittime della repressione e sarà composta non solo dalle istituzioni governative, ma anche dai rappresentanti delle organizzazioni sociali, popolari e sindacali. Inoltre, il presidente Juan Carlos Varela ha introdotto un assegno di 800 dollari al mese per le famiglie dei deceduti, per i lavoratori che hanno perso la vista e di 200 per coloro che hanno riportato invalidità parziali. Si tratta, forse, di un nuovo corso nei rapporti burrascosi tra il Sitraibana e lo stato panamense, peraltro non scontato. Il presidente Juan Carlos Varela, infatti, era stato prima ministro degli Esteri e poi vicepresidente della Repubblica sotto la presidenza di Ricardo Martinelli, prima di essere destituito da quest’ultimo nel 2011. In occasione delle ultime elezioni presidenziali Varela si era presentato con una propria coalizione, “El Pueblo Primero”, alternativa a quella di Martinelli, ma comunque sempre di destra, considerando l’appoggio ricevuto dal Partido Popular e dal Partido Panameñista. Eppure le prime dichiarazioni di Varela, che aveva garantito il suo impegno sul fronte della giustizia sociale, sono diventate realtà anche se, evidenzia il Sitraibana, l’approvazione della Legge 144 è stata merito della caparbietà dei bananeros, che mai hanno smesso di esigere giustizia. Lo scorso 8 luglio, per la prima volta a cinque anni dalla strage, il giorno del massacro è stato dichiarato il lutto in tutto il distretto di Changuinola e, sempre per la prima volta, una Commissione medico-interistituzionale garantirà analisi e cure mediche alle vittime della repressione. Adesso diventa fondamentale che la presidenza Varela si adoperi effettivamente affinché la Legge 144 sia veramente applicata poiché lo stesso presidente Martinelli, costretto a seguito del clamore suscitato dal massacro di Changuinola a ritirare la Ley Chorizo e ad intavolare delle trattative, fu altrettanto abile a non mettere in pratica gli accordi che gli erano stati imposti dai bananeros. L’approvazione della Legge 144, che tra le altre cose impone all’impresa Bocas Fruit Company (di proprietà della più famosa Chiquita) di rispettare da ora in poi la giornata di lutto dell’8 luglio, giunge in un momento particolare per i bananeros del Sitraibana, poiché l’acquisto della multinazionale da parte del colosso economico brasiliano Cutrale-Safra ha creato preoccupazione per l’incertezza sul futuro dei lavoratori. “Ci siamo ribellati contro una legge che voleva eliminare i principali diritti dei lavoratori e la risposta del governo fu brutale”, hanno dichiarato più volte gli esponenti del comitato “8 luglio”, ricordando la criminalizzazione delle lotte sociali ad opera dell’ex presidente Ricardo Martinelli.

De ninguna manera vamos a bajar la guardia, garantiscono i familiari delle vittime e i superstiti della repressione, facendo trapelare la propria soddisfazione per l’accordo raggiunto, ma sostenendo anche che la loro lotta proseguirà fino alla completa attuazione della Legge 144.

David Lifodi
Sono nato a Siena e la mia vera occupazione è presso l'Università di Siena. Nel mio lavoro "ufficioso" collaboro con il sito internet www.peacelink.it, con il blog La Bottega del Barbieri e ogni tanto pubblico articoli su altri siti e riviste riguardo a diritti umani, sindacalismo, politica e storia dell’America latina, questione indigena e agraria, ecologia.

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