Papè Satan, Papè Satan aleppe – di Mark Adin

“In nome di Dio, vattene!”. Se non fosse che, la riga dopo, il giornale menziona la fonte, ossia il composto, austero, pacatissimo Financial Times, la frase potrebbe essere intesa come la rituale invocazione di un esorcismo. Immaginare padre Amorth (esorcista accreditato) che brandisce il crocifisso e ripete, instancabile, “Esci da questo corpo!”, a un Brunetta-bambina che gli vomita in faccia passati di verdura, ovviamente infernali, mentre le pupille si opacizzano e il corpicino si libra a mezz’aria, devo dire che, a questo punto, non stupirebbe.

Ma intanto Lui, il Destinatario dell’esortazione, resiste e non se ne va.

Pensare a Gasparri ed Alfano che si materializzano con forconi, ali di pipistrello e prendono a svolazzare roteando sguardi esorbitanti, mentre il grande Caprone ingaggia la battaglia finale, attorniato dalle sue porche, “ci sta”. C’è un esorcista disponibile anche  per il povero Sacconi? Posseduto da isteria anticomunista, il piccoletto strepita e sbraita invettive alle suore, parole irriferibili, bestemmia.

“Esci di lì!”

Bisogna stanare Satana da questi omuncoli che hanno volti sfigurati  dal Maligno, basta guardare La Russa per rendersi conto della loro vera natura, che vaporizzano le gocce d’acqua santa che finiscono sulla loro pelle ulcerata, tra urla che non hanno più nulla di umano.

A questo siamo arrivati: all’esorcismo.

Intendiamoci: è giusto percorrere tutte le strade, anche il voodoo e la magia nera, pur di sbarazzarci del Maligno.

Nessuno si stupirebbe, infatti, se Ghedini finalmente si rivelasse in qualità di zombie nel transatlantico a Montecitorio, sarebbe credibile con quelle occhiaie nere, con quel procedere funereo. Passa lui e tutti si toccano. Se lo avesse conosciuto, la buonanima di Michael Jackson lo avrebbe certo scritturato per il video di Thriller. E l’avremmo visto bene anche nei panni di Lurch ne “La famiglia Addams”.

Crolla l’Impero del Male.

In una ultima resipiscenza, le marionette del teatrino mortuario che ci ha accompagnato, occupando stabilmente la televisione e i giornali, si agiteranno in un ultimo scatto e poi si fermeranno.

Rotto l’incantesimo, la carrozza ritornerà zucca e i bianchi cavalli topolini. Cosa mai tornerà ad essere Cicchitto? In quale creatura tenterà di reincarnarsi? E Verdini tornerà in macelleria a tagliare la “fettina”?

“In nome di Dio, vattene! “

Ma Lui non molla, il Demonio è pervicace, conosce solo un mantra: resistere, resistere, resistere, l’ha imparato a sue spese, dall’Arcangelo Gabriele.

Povero diavolo! Così lontano dalla grandezza del Principe delle Tenebre, e così vicino al suo dissolversi nel nulla da cui era venuto. Squittisce, dà fondo alle ultime astuzie, rinnova i trucchi più logori, rispolvera i colpi di teatro che ormai tutti riconoscono a prima vista, le battute che non fanno più ridere, i proclami che nessuno più ascolta. E resta asserragliato all’Inferno, sempre più solo, tradito dai suoi stessi scherani, fuori tempo massimo, deriso e insultato, rapinato dai peggiori, aggredito dai suoi mastini, finito.

Crepa!

Padre Amorth è ancora lì, alle prese con Brunetta  che parla in aramaico, fenicio, sumero, e finalmente, una volta tanto, tutti capiscono il senso delle sue parole.

Ormai il vecchio prete è esausto, provato dall’estenuante esorcismo, confonde la formula liturgica e inciampa: “Esci da questo porco!”. Il giovane pretino di primo pelo che lo accompagna lo corregge: “Corpo”, padre, non “Porco”. L’anziano sacerdote reprime un gesto di stizza e  procede “Vade retro!” L’indemoniatissimo Brunetta capisce male l’esortazione e viene posseduto, da tergo, da uno spiritello col fiato grosso, poi prende a ruotare la testa, per la gioia, a trecentosessanta gradi fino a svitarsela completamente. Poco male, tanto il Nobel col piffero che glielo danno. “Porco ti sarà tì, cagnasso!”, fanno seguito parole profferite in Camuno, Barbaricino ed Occitano.

Padre Amorth lo sa, è uomo di esperienza, certe pratiche possono durare molto a lungo e richiedere sforzi immani.

Sosteniamolo, direi che siamo all’epilogo.

Dai, tutti insieme: “Esci da questo corpo!”

Mark Adin

Redazione
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