PARADOSSO TECHNOGYM. DISTRIBUZIONE DI SALI MINERALI AGLI OPERAI PER EVITARE MALORI E SVENIMENTI?

operai che corrono

di Davide Fabbri


In questi ultimi giorni diversi operai della sede produttiva di Technogym di via Calcinaro a Cesena mi hanno contattato. Mi conoscono da tempo per le diverse inchieste che ho prodotto in questi anni su Nerio e Pierluigi Alessandri, imprenditori della Technogym. Ho narrato del paradiso fiscale in Lussemburgo della holding Technogym. Della residenza in Svizzera di Pierluigi Alessandri. Degli abusi edilizi nella villa di Nerio Alessandri di Celincordia di Cesena. La notizia che pubblico oggi ha dell’incredibile. Ho stentato a credere alle diverse testimonianze ricevute. Ho fatto le mie doverose verifiche e sono riuscito ad avere le necessarie conferme. All’interno dello stabilimento della produzione Technogym di via Calcinaro a Cesena – una struttura in legno/vetro adatta ad attrarre tanto calore in estate – agli operai vengono distribuiti integratori alimentari – sali minerali della Enervit (di proprietà di Alessandri) per tentare di alleviare le problematiche lavorative causate dall’eccessivo calore!
Un micro-clima aziendale difficile da sopportare. In questo periodo le temperature sono al di sopra dei 30 gradi, senza aria condizionata. Il refrigerio è dato da piccoli ventilatori “da casa”. Condizioni pertanto difficili per un’attività lavorativa dura e stressante (anche con turni di 9 ore e mezza al giorno), con movimenti ripetitivi, con ritmi e carichi di lavoro incessanti. I movimenti ripetitivi si caratterizzano per la rapidità delle azioni. L’operaio deve “correre”, al fine di rispettare i tempi e i metodi indicati dall’azienda. Tempi e metodi sempre più esigenti, con rischi di errori e infortuni. I tempi e i metodi sono calcolati e cronometrati al secondo. Vanno rispettati rigorosamente, per evitare di essere richiamati dal capoturno. Capita che l’operaio – al fine di recuperare questi tempi – utilizzi lavorativamente parte della propria pausa pranzo. E’ un lavoro in linea. Fondamentalmente è una catena di montaggio, stile Amazon. Molti operai ricorrono ad antinfiammatori e a cure dal fisioterapista. Sono diversi i casi di malattie legate alle articolazioni: le spalle, la schiena, le braccia sono le più colpite. Cosa fare allora in questo periodo di caldo eccessivo per evitare malori e svenimenti? Una genialata: si somministrano integratori alimentari-sali minerali effervescenti agli operai!
Invito i miei 25 lettori ad una semplice riflessione sulle politiche preventive da mettere in campo sulla tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Trovo sconcertante e paradossale quello che sta accadendo all’interno del ciclo produttivo di Technogym. Per evitare malori e svenimenti fra gli operai, si deve ricorrere ai sali minerali? Il patron dell’azienda Nerio Alessandri nel 2002 lanciò l’idea della realizzazione della cosiddetta “Wellness Valley”: un territorio – la Romagna – che dovrebbe diventare il distretto del benessere e della qualità della vita, dove la filosofia di vita dovrebbe essere incentrata sul wellness. Un’azienda come questa, che ha fenomenali capacità nei settori della comunicazione e del marketing, che “spaccia” all’esterno un’ostentata filosofia del benessere e al proprio interno ha problematiche evidenti e imbarazzanti sulla propria qualità del lavoro, meriterebbe più attenzione. Da parte di tutti.

 

Davide Fabbri

Un commento

  • Il ragionamento di Davide è fondato; la somministrazione di sali equivale ad un “rattoppo” a posteriori e confligge con un giusto approccio preventivo; la “soluzione” va cercata in una analisi della organizzazione del lavoro; una corretta valutazione dei rischi (compreso il rischio distress di cui all’art.28 del decreto 81/2008) deve portare alle azioni di miglioramento necessarie su ritmi, pause, microclima organizzazione ergonomica del lavoro fino a mettere fuori gioco la utilizzazione dei sali;
    direi che il datore di lavoro è “in ritardo” per essere eufemisti , anche e persino rispetto al decreto 626/94,quello che istituisce il dvr (documento di valutazione del rischio) e che “invita” (art.3) alla riorganizzazione ergonomica anche al fine di evitare il lavoro monotono e ripetitivo;
    se i lavoratori hanno già fatto le loro rimostranze , raccolte e amplificate prontamente da Davidr, ora bisognerebbe capire cosa intendono fare gli rrllss e gli organi ispettivi (Uopsal dell’Ausl per esempio…)…
    Seguiamo con interesse…

    Vito Totire

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