Parigi brucia
di Rossana Rossanda (*)
Alta tensione a Parigi. Moltissimi scioperi sono in corso da diversi giorni in tutto il Paese, comprese le centrali nucleari. La Cgt ha convocato una giornata nazionale di protesta a Parigi e ha avuto uno straordinario successo; la stampa non dà notizie precise ma si è parlato di diverse centinaia di migliaia, manifestanti raccolti fra l’una del pomeriggio e le sette di sera in un lunghissimo e fitto corteo.
L’atmosfera era aggravata dall’uccisione da parte di un adepto dello Stato Islamico alla periferia di Parigi: Larossi Abdala era noto alla polizia come referente musulmano per le prigioni; di buon’ora alla mattina, aveva ucciso un poliziotto e poco dopo ne aveva raggiunto l’abitazione per sgozzare la moglie, funzionaria di polizia anch’essa. È stato risparmiato solo il bambino di 3 anni, del quale si occupano i parenti. La destra ha attaccato il governo perché aveva lasciato libero questo Abdala, il quale però aveva scrupolosamente rispettato le misure che il giudice gli aveva imposto, per cui non c’era un elemento che si potesse usare contro di lui. La manifestazione si è dunque svolta, con la partecipazione di fatto di tutti i sindacati e associazioni per il lavoro, sotto tensione.
Allo stato di emergenza dichiarato dal governo da tempo, si è aggiunta la mobilitazione per la sicurezza agli Europei, sfida di calcio che prevede tre manifestazioni al giorno. I tifosi, specie se inglesi o russi, si lasciano facilmente andare ad atti di violenza e fra di essi si insinuano i “casseurs”, i quali, ieri, se la sono presa in particolare con un obiettivo finora mai aggredito, cioè l’ospedale per i bambini Necker; hanno sfondato le vetrate al pianterreno, terrorizzando i bambini ammalati e il personale. Sarkozy ne ha approfittato per chiamare in causa la responsabilità penale e finanziaria della CGT. Poco dopo nella stessa giornata, un ragazzino di undici anni colpiva con una pugnalata al cuore un compagno di scuola a Vénissieux, nella regione del Rodano. Sono stati arrestati una quarantina di supporter russi, provvedimento che ha provocato energiche proteste del ministro Lavrov. Il governo ha minacciato di vietare tutte le manifestazioni che possano recare danno a persone o a proprietà; il comunicato ha prodotto una protesta molto forte da parte della CGT: “Vuol dire che il governo è allo stremo”.
C’era anche la giornata di prova generale del Bac (il nostro esame di maturità) che comincia con le prove scritte di filosofia. Insomma, si tratta di un periodo estremamente teso. I manifestanti mantengono la richiesta di ritirare la legge El-Komri, più o meno simile al nostro Jobs Act, ma il governo rifiuta di portarvi il minimo cambiamento e di riaprire la discussione, già terminata in sede parlamentare. Venerdì prossimo dovrebbe esserci un incontro tra le parti, ma se si mantengono le posizioni odierne non avrà alcun esito, esacerbando il conflitto. Gli obiettivi più discussi dalla manifestazione sono la ministra del lavoro El-Komri e il primo ministro Manuel Valls che si dichiarano indisponibili, come il presidente Hollande, a qualsiasi ritocco della legge.
Può darsi che la rigidità del governo derivi da una direttiva europea; certo, la conflittualità sembra giunta al massimo. E comporta, oltre allo scontro sociale, un acuto scontro politico fra governo e opposizione, che intende far pagare tutti i costi politici e amministrativi alla CGT, ritenuta la maggior responsabile dell’attuale tensione. Considerando che fra un anno avranno luogo le elezioni politiche del nuovo presidente del consiglio, non si capisce bene quale sia la strategia del governo Hollande; né esso né la CGT sembrano disposti a venirsi incontro e, per ora, la forza politica più avvantaggiata dalla situazione è il Fronte Nazionale di Marine Le Pen.
17 giugno
(*) ripreso dalla newsletter 478 (22 giugno 2016) di «Sbilanciamoci info». Mentre leggevo queste considerazioni di Rossana Rossanda, scritte 5 giorni fa, sentivo in radio che il governo francese vuole limitare – ancor più – il diritto di manifestare; ma sia la Cgt che le mobilitazioni popolari non sembrano disposte a farsi fermare da Hollande o chi per lui. Mi sorprende un po’ che Rossanda scriva di “casseurs” che si insinuano fra i tifosi – come se non fossero già violenti per loro conto – ma forse sono male informato: chiedo lumi a chi ne sa più di me. (db)