Patrizia Cavalli: «Era alla luce terribilmente sabato»

69esimo appuntamento con “la cicala del sabato”

Poesie per colazione – 153

Era alla luce terribilmente sabato,

quel sole infimo che annunzia svogliatezze

mentre nella piazza fin dentro le mie finestre

chiuse si muoveva il mercato prolungato.

L’ultima offerta e poi si chiude. Poi la festa

untuosa e il silenzio. Già si smontavano

i banchetti con la ferocia trasandata

della fine. Forse era possibile

una corsa per prendere qualcosa, forse

restava qualche cassetta ancora non riposta.

Ma non mi decidevo a quella corsa.

Quando scendevo ormai era tardi

tra i mucchi di foglie di carciofi

e i pomodori sfatti dove una vecchietta china

correva rapace alla riscossa di mezze mele

di peperoni buoni per tre quarti.

Ma io non cercavo frutta marcia o fresca,

io volevo soltanto la certezza

della settimana che finisce,

dell’occasione persa.

[da «L’io singolare proprio mio»]

(*) Ricordo che qui, il sabato, regna “cicala”: libraia militante e molto altro, codesta cicala da tre lustri invia ad amiche/amici per 3 o 4 giorni alla settimana i versi che le piacciono; immaginate che gioia far tardi la sera oppure risvegliarsi al mattino trovando una poesia. Abbiamo raggiunto uno storico accordo: lei sceglie ogni settimana fra le ultime poesie che ha inviato quella da regalare alla “bottega” e io posto. Perciò ci rivediamo qui fra 7 giorni… o forse fra 14 perché ho il sospetto che la cicala vada per una settimana a vedere come “gira” il mondo, insomma in bicicletta. [db]

Redazione
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