Paul Nizan: contro gli intellettuali cani da guardia

di Daniela Pia

Il sette febbraio 1905 nasce a Tours, in Francia, Paul Nizan. Definito «personalità amara e cupa» da giovane studia a Parigi, dove nel 1917 incontra Jean-Paul Sartre e nel 1924 il filosofo Raymond Aron con i quali coltiverà una lunga amicizia.
 Nizan fu presto consapevole e testimone delle ingiustizie sociali, oppositore dello sfruttamento e della miseria imperante: sentì forte il dovere di ribellarsi e combattere le diseguaglianze. 
Il suo libro più famoso «Aden Arabia» inizia con la frase «Avevo vent’anni. Non permetterò a nessuno di dire che questa è la più bella età della vita» affermazione nella quale si sono poi riconosciute intere generazioni, slogan adottato anche dai giovani del 1968, che considerarono Nizan e Sartre fra i loro ispiratori. Quando nel 1926 si recò ad Aden, sfatò l’idea diffusa della colonia come un paradiso terrestre: fu implacabile nel denunciarne la corruzione e il degrado originati dal colonialismo di cui mise in luce l’avidità, la volontà schiavista, la violenza, gli abusi. 
Al suo rientro si iscrisse al Partito Comunista e nel 1934 fu mandato in Unione Sovietica dove rimase quasi un anno. A Mosca partecipò al primo congresso di scrittori rivoluzionari con Malraux ed altri e fu membro del Comitato di Vigilanza degli intellettuali antifascisti sin dalla sua creazione, nella primavera del 1934

Ribelle e anticonformista continuò a scrivere di quanto accadeva nel mondo in quegli anni bui. Nel 1936 pubblicò una serie di articoli – “Segreti di Spagna” – per il quotidiano comunista «l’Humanité» ma nel 1939 quando l’Urss firmò il patto Molotov-Ribbentrop che portò la Germania nazista all’invasione della Polonia si dissociò con una lettera a Jacques Duclos: «Rivolgo le mie dimissioni dal Partito Comunista Francese. La mia condizione attuale di soldato negli eserciti mi impedisce di aggiungere commenti a queste righe». Ne seguì una severa condanna da parte del partito e fu anche accusato di essere stato una spia.

La seconda guerra mondiale segnò anche il suo destino: una pallottola lo attendeva il 23 maggio 1940 a Castello di Cocove spegnendone per sempre la voce. Molti intellettuali, spesso in contrasto con le posizioni della sinistra francese, si levarono per celebrarne l’ onestà dei princìpi e la forza della sua coscienza critica, messa in dubbio dagli stalinisti. Fu sempre Sartre, negli anni ’70, a riabilitarne la figura attraverso una serie di scritti pubblicati su «l’Humanité» ma solo alla fine degli anni ’70 il PCF ritirerà (timidamente) una parte delle accuse con cui aveva sommerso lo scrittore nei tre decenni precedenti.

In uno stralcio de «I cani da guardia» Nizan afferma: «In un mondo brutalmente diviso fra servi e padroni, bisogna alla fine o confessare pubblicamente un’alleanza con i padroni, a lungo tenuta nascosta, o proclamare la propria adesione al partito dei servi. Non rimane più alcuno spazio per l’imparzialità dei chierici. Cè solo più spazio per battaglie di partigiani». Una frase adatta anche a descrivere questi tempi nostri in cui si moltiplicano servi e padroni ma sempre meno si avverte la presenza di veri partigiani.

MA COSA SONO LE «SCOR-DATE»? NOTA PER CHI CAPITASSE QUI SOLTANTO ADESSO.

Per «scor-data» qui in “bottega” si intende il rimando a una persona o a un evento che il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; a volte i temi possono essere più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi. Ovviamente assai diversi gli stili e le scelte per raccontare; a volte post brevi e magari solo un titolo, una citazione, una foto, un disegno. Comunque un gran lavoro. E si può fare meglio, specie se il nostro “collettivo di lavoro” si allargherà. Vi sentite chiamate/i “in causa”? Proprio così, questo è un bando di arruolamento nel nostro disarmato esercituccio. Grazie in anticipo a chi collaborerà, commenterà, linkerà, correggerà i nostri errori sempre possibili, segnalerà qualcun/qualcosa … o anche solo ci leggerà.

La redazione – abbastanza ballerina – della bottega

 

Daniela Pia
Sarda sono, fatta di pagine e di penna. Insegno e imparo. Cammino all' alba, in campagna, in compagnia di cani randagi. Ho superato le cinquanta primavere. Veglio e ora, come diceva Pavese :"In sostanza chiedo un letargo, un anestetico, la certezza di essere ben nascosto. Non chiedo la pace nel mondo, chiedo la mia".

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