Pazzesco!
di Pabuda
oh, ragazzi! quest’ultimo exploit
del vostro quasi unico
poetastro neurologico
(l’immodesto scrivente)
è stato davvero inatteso, pazzesco,
sorprendente!
vediamo, in breve:
giovedì, al mattino presto,
ho fatto qualcosa
di assolutamente inedito,
una roba che io di solito
manco con una calibro 9 puntata
alla tempia
e un coltello affilato poggiato alla gola
ci riesco: pazzesco!
son passato al mercato
e un paio di calze dal mio vecchio pusher
– senza sborsare un quattrino –
ho cambiato!
non tanto per il colore orrendo
(grigio topo svenuto, esangue,
a un passo dal coma):
quello l’avevo visto il giovedì dell’acquisto
e non m’importava un granché:
l’importante per me era ed è
che son calze belle morbide
e affettuose coi miei piedi esigenti.
il guaio era ed è
che dopo solo due giorni
d’uso tranquillo, prudente
s’eran prodotti dei buchini
che, per quanto simmetrici e piccolini,
parevano un primo segno
di disgregazione decisamente allarmante.
le dovevo assolutamente cambiare!
ma io ‘ste cose normalmente non le so fare
(o così mi pare) e il perché nemmeno
bene so spiegare
cioè, forse… sai, non sia mai:
aver da ridire coi bottegai…
non so… a me pare inelegante, fa brutto.
insomma, questo famoso giovedì venti febbraio,
superando ogni timidezza e ritrosia,
ho mollato al fornitore le calze fallate,
accompagnandole con trite battute
su pacchi e bidoni,
e lui di ritorno due nuove e integre me n’ha date.
certo, ho perso diverso sudore
nel corso del cambio ma…
aver superato me stesso
di gran buon umore
m’ha messo!