Pena di morte: c’è da fare per voi (cioè per noi)

La tragica vicenda di Tibbetts e due storie dall’Iran: dal “Foglio di collegamento” del Comitato Paul Rougeau. A seguire la presentazione e il sommario del numero 250.

 

ORA SOLO IL GOVERNATORE POTREBBE SALVARE RAYMOND TIBBETTS

Il pentimento di uno dei giurati che fece condannare a morte Raymond Tibbetts non è stato ritenuto sufficiente dalla Commissione per le Grazie dell’Ohio per salvare il condannato. Ora rimane l’esile speranza che il Governatore Kasich gli conceda clemenza nonostante il parere della Commissione.

Per il 61-enne Raymond Tibbetts, condannato alla pena capitale nel 1998 in Ohio per duplice omicidio, la data di esecuzione è fissata per il prossimo 17 ottobre (1). Per evitare la sua uccisione occorrerebbe che il Governatore John Kasich gli concedesse clemenza, ciò nonostante il fatto che la Commissione per le Grazie abbia emesso parere contrario il 22 giugno, con una votazione di 8 a 1.

Le speranze di salvare Raymond Tibbetts sono dunque fievoli, anche se era stato proprio il Governatore a disporre una sospensione dell’esecuzione di Tibbetts l’anno scorso, dopo aver ricevuto una lettera da Ross Geiger, un giurato nel processo capitale celebrato contro costui. Geiger, nel suo scritto, dichiarava di essere rimasto molto turbato dopo aver appreso della terribile infanzia di Raymond. Nella lettera e in successive dichiarazioni, Geiger ha affermato che non avrebbe votato per la pena di morte se fosse stato adeguatamente messo al corrente, durante il processo, di questa terribile infanzia.

Per la verità ai giurati era stata data documentazione attestante questi fatti, ma, come giustamente dichiara Geiger, i giurati erano stati inondati da una montagna di carte ed era praticamente impossibile per loro leggere e comprendere tutto. Durante il processo, invece, ai giurati fu fatta solo ascoltare la testimonianza di uno psichiatra che aveva interrogato molto velocemente alcuni familiari di Tibbetts. Non era quindi emerso che Raymond e i suoi fratellini di notte venivano legati tutti insieme su un unico letto, che non ricevevano un’alimentazione adeguata, che venivano gettati giù dalle scale, picchiati sulle dita con una spatola e ustionati su stufe roventi. Geiger ha dichiarato: “Fui scioccato e veramente sconvolto per il fatto che le informazioni disponibili non furono menzionate, salvo che in modo molto vago”. Geiger ha aggiunto di non essere contro la pena di morte in generale neanche adesso, ma che nei processi capitali le giurie dovrebbero essere adeguatamente informate su tutti i possibili fattori mitiganti prima di prendere una decisione così definitiva.

Il crimine di Tibbetts fu terribile: egli, sotto l’effetto di stupefacenti di cui faceva largo uso, uccise a coltellate il 67-enne Fred Hicks e percosse a morte la di lui badante 42-enne, Judith Crawford, che Raymond stesso aveva sposato poche settimane prima. La disperazione, la solitudine morale e la follia distruttiva di quest’uomo, certo anche derivanti dalla sua infanzia atroce, lo avevano pure spinto a tentare di suicidarsi nei mesi precedenti il crimine. Un mese e mezzo prima degli omicidi, Raymond aveva anche cercato di inserirsi in un programma di cura di tossicodipendenti e alcolisti, ma invano.

Proprio come dice il nostro amico floridiano Dale Recinella, la società americana non fa quasi niente per prevenire, con cure e ricoveri adeguati, la criminalità da parte dei malati di mente e degli emarginati, salvo poi arrestarli e incriminarli appena delinquono, come spesso accade. Se poi al processo la difesa non svolge il proprio compito in modo adeguato, la condanna a morte è quasi garantita.

Nel caso di Tibbetts non resta che sperare che il Governatore dimostri lungimiranza e clemenza. Gli avvocati di Raymond chiedono di scrivere o di chiamare il Governatore, dicendogli quanto sia importante graziare Tibbetts, non solo per la dovuta compassione nei suoi confronti, ma anche per ripristinare giustizia nei processi capitali.

L’invito degli avvocati si estende naturalmente anche a voi (vedi articolo seguente).

(1) Sul caso di Raymond Tibbetts, vedi numero 246

SCRIVETE AL GOVERNATORE DELL’OHIO PER LA GRAZIA A TIBBETTS

Invitandovi a scrivere a John Kasich, Governatore dell’Ohio, per chiedere al grazia per Raymond Tibbetts, qui di seguito vi diciamo come indirizzare.

Potete inviare una lettera cartacea – probabilmente si tratta dell’azione più efficace – al seguente indirizzo:

Governor John Kasich

Riffe Center, 30th Floor

77 South High Street

Columbus, OH 43215 USA

Basta scrivere alcune righe, come le seguenti: Dear Governor, please grant Mr. Raymond Tibbetts clemency and commute his death sentence into life in prison. He would have never been condemned to death at his first trial, if the jurors had known of his terrible childhood. Please spare his life! Your clemency would be necessary, not only because of the compassion due to a man with such a sad background, but also to give capital trials their equity back.

Yours truly

(firma/e)

Traduzione: Caro Governatore, per favore conceda clemenza al signor Raymond Tibbetts e commuti la sua condanna a morte in ergastolo. Egli non sarebbe mai stato condannato a morte al suo primo processo, se i giurati avessero saputo della sua infanzia terribile. Per favore, gli risparmi la vita! Il suo gesto di clemenza sarebbe utile, non solo per la compassione dovuta a un uomo con un passato così triste, ma anche per ridare equità ai processi capitali. Ossequi

Ovvero potete usare i seguenti mezzi di comunicazione:

Fax: 001 614 466 9354

Telefono: 001 614 466 3555

Email tramite il sito web: http://www.governor.ohio.gov/Contact/ContacttheGovernor.aspx

Twitter: @JohnKasich

IMPICCATO IN IRAN APPARTENENTE A MINORANZA RELIGIOSA

È stato messo a morte in Iran il sufi Mohammad Salas, un contestatore del regime degli ayatollah accusato ingiustamente di aver causato la morte di tre poliziotti nel corso di una manifestazione.

All’alba del 18 giugno l’Iran ha messo a morte il sufi 51-enne Mohammad Salas appartenente alla minoranza religiosa dei dervisci Nemattolah Gonabadi, accusato di aver ucciso 3 agenti il 19 febbraio scorso.

I 3 agenti perirono, nel corso di una manifestazione tenuta dalla minoranza religiosa, dopo che la polizia cominciò a picchiare, a sparare, ad usare cannoni ad acqua e gas lacrimogeni per disperdere la folla. Nel parapiglia tre poliziotti furono investiti e uccisi da un autobus.

La sola prova a carico di Mohammad Salas è stata la sua «confessione» estratta sotto tortura e trasmessa in televisione, poi ritrattata. L’avvocatessa Zeinab Taheri – scelta dalla sua famiglia per difenderlo ma tenuta alla larga dalle autorità – afferma che dalle testimonianze di cui è venuta a conoscenza risulta che il fatale investimento avvenne almeno due ore dopo che Mohammad era stato arrestato e non con l’autobus di cui lui era il conducente.

La condanna a morte di Mohammad Salas è stata pronunciata il 19 marzo, solo un mese dopo il suo arresto, ed è stata eseguita il 18 giugno, solo tre mesi dopo essere stata emessa.

Le autorità penitenziarie avevano telefonato ai familiari di Mohammad Salas la sera del 16 giugno dicendo loro di recarsi nel carcere Raja’i Shahr a Karaj presso Tehran il pomeriggio seguente per rendere l’ultima visita al condannato. Ciò significava che la sua impiccagione sarebbe avvenuta entro pochi giorni se non entro poche ore.

Dopo l’esecuzione il corpo di Mohammad Salas è stato traslato e seppellito a Borujerd a centinaia di chilometri di distanza dalla residenza della sua famiglia. Le autorità hanno sotterrato il cadavere in un luogo presidiato dalla polizia ed hanno respinto la richiesta di farlo esaminare da un medico legale per stabilire quali ferite aveva riportato nel corso delle torture cui fu sottoposto.

Amnesty International si è fortemente impegnata per scongiurare l’esecuzione di Salas ed ha protestato vivamente dopo che essa è stata portata a termine.

PS. Il giorno 20 si è saputo che l’avvocatessa Zeinab Taheri è stata arrestata con l’accusa di aver sostenuto il falso in internet riguardo alla vicenda di Mohammad Salas.

RISCHIA LA PENA DI MORTE PER «INSULTI A MAOMETTO»

Hamidreza Amini, accusato di aver insultato il profeta Maometto in internet, è detenuto in Iran dal 2 dicembre 2017. È a rischio di essere condannato a morte. Ha attuato un duro sciopero della fame.

Hamidreza Amini, un riparatore di telefoni cellulari di 47 anni, è stato arrestato a Tehran dai Guardiani della Rivoluzione il 2 dicembre 2017 con l’accusa di aver insultato il Profeta Maometto tramite la piattaforma Telegram Channel da lui gestita in internet sotto lo pseudonimo “Ariyobarzan”

Da una fonte che è stata costretta a mantenere l’anonimato per paura di ritorsioni, Iran Human Rights ha appreso che dopo il suo arresto, Amini è stato tenuto in isolamento nella prigione 2-A di Evin, dove è stato interrogato senza l’assistenza dei suoi legali. Alla fine di febbraio 2018, è stato trasferito nel Grande Penitenziario di Fashafouyeh, 30 chilometri a sud di Teheran. Tuttavia è stato rimandato nella prigione di Evin il 3 giugno dopo aver iniziato uno sciopero della fame per protestare contro la sua detenzione. La fonte anonima ha aggiunto che Amini è stato ricoverato in ospedale per gli effetti dello sciopero della fame (vedi foto qui sotto), ma portato di nuovo in carcere prima che il trattamento sanitario fosse completato.

Il 5 giugno si è saputo che Hamidreza Amini potrebbe essere condannato a morte per aver “insultato il Profeta” (1). Egli inoltre verrà processato per aver insultato il Presidente dell’Iran, per aver agito contro la sicurezza nazionale e dovrà rispondere di “propaganda contro lo Stato” e di “disturbo della pubblica opinione”.

«Prima di tutto, chiunque è libero di esprimere le proprie opinioni e questo è ciò che Hamidreza e le persone del suo gruppo hanno fatto» ha detto la fonte anonima. «Ma la maggior parte delle cose di cui è stato accusato, tra cui gli “insulti al Profeta “, sono state dette da altri. Viene perseguito per ciò che 3.000 persone hanno detto».

(1) L’articolo 262 del Codice Penale Islamico dell’Iran recita: «Chiunque insulta o commette qazf (calunnia) contro il Grande Profeta, pace su di lui, o uno dei grandi profeti, sarà considerato Sab ul-nabi (una persona che insulta il Profeta) e condannato alla pena di morte».

FOGLIO DI COLLEGAMENTO INTERNO

DEL COMITATO PAUL ROUGEAU

numero 250 – giugno 2018

Ecco il numero 250 del nostro “Foglio di Collegamento” il cui sommario è riportato qui sotto.

C’è da fare per voi…

Il numero si apre con un articolo su Raymond Tibbetts, il condannato a morte dell’Ohio che Ross Geiger, uno dei giurati che lo condannò alla pena capitale, vorrebbe ora salvare. Geiger afferma che nel 1998 non avrebbe votato la pena di morte per Tibbetts se avesse saputo dei terribili abusi che questi subì in tenera età e che influirono negativamente sul suo sviluppo psicologico.

La Commissione per le Grazie dell’Ohio non ha voluto raccomandare la commutazione della pena capitale inflitta a Tibbetts ma il Governatore John Kasich ha pur sempre l’autorità di concederla.

Vi invito caldamente ad inviare una lettera a John Kasich per chiedergli di intervenire in favore di Ross Tibbetts: le istruzioni su come scrivere e indirizzare sono contenute nel secondo articolo di questo “Foglio di Collegamento”.

La mobilitazione della “gente comune” non è inutile: lo dimostra la soluzione positiva del caso della sudanese Noura Houssein, la cui condanna a morte è stata annullata dopo un massiccio invio di lettere alle autorità del suo Paese.

Certo, non tutto va bene. Come sempre siamo costretti a parlare, per denunciarli, di avvenimenti raccapriccianti e di ingiustizie incredibili, di guerre e di violazioni dei diritti umani che accadono non solo in America ma anche in Paesi e in culture molto diverse dalla nostra, in Asia come in Africa, continente quest’ultimo di cui tratta Alex Zanotelli, illustre socio onorario del Comitato Paul Rougeau.

Giuseppe Lodoli per il Comitato Paul Rougeau

PS. Trovate un articolo che parla delle dimissioni dell’anziano giudice Anthony Kennedy dalla Corte Suprema degli Stati Uniti. Dopo la chiusura di questo numero abbiamo appreso che il presidente Donald Trump ha nominato il 53enne Brett Kavanaugh in sostituzione di Anthony Kennedy. Delle prospettive e delle perplessità che suscita tale nomina diremo nel prossimo numero.

SOMMARIO

1.  Ora solo il governatore potrebbe salvare Raymond Tibbetts

2.  Scrivete al governatore dell’Ohio per la grazia a Tibbetts                 

3.  Ancora qualche speranza in Texas per Andre Thomas, pazzo e cieco           

4.  Danny Bible ucciso senza alcuna complicazione in Texas                   

5.  Impiccato in Iran appartenente a minoranza religiosa                       

6.  Rischia la pena di morte per ‘insulti a Maometto’                               

7.  Annullata in Sudan la condanna a morte della sposa bambina           

8.  Veto di Sununo: nel New Hampshire la pena di morte resta in vigore

9.  Allarme: il giudice della Corte Suprema Kennedy va in pensione      

10. Amnesty denuncia: Raqqa in rovina dopo la “guerra di annichilimento”      

diretta dagli USA, popolazione locale devastata                                 

11. Amnesty International a Trump: basta separare e imprigionare       

le famiglie richiedenti asilo!                                                      

12. Alex Zanotelli alla stampa: “Rompiamo il silenzio sull’Africa”                     

13. Notiziario: Alabama, Arkansas, Oklahoma, Missouri, Myanmar    

Questo numero è aggiornato con le informazioni disponibili fino al 3 luglio u. s.


Sito Web del Comitato Paul Rougeau:
www.comitatopaulrougeau.org

Pagina Facebook: Amici e sostenitori comitato Paul Rougeau contro la pena di morte

Scriveteci all’indirizzo paulrougeau@tiscali.it per comunicarci il vostro parere su quanto scriviamo, per chiederci ulteriori informazioni riguardo ai temi trattati, per domandarci dell’andamento delle nostre campagne in corso, per comunicarci il vostro accordo o il vostro disaccordo sulle posizioni che assumiamo.

 

AIUTIAMOCI A TROVARE NUOVI ADERENTI

E’ di vitale importanza per il Comitato potersi giovare dell’entusiasmo e delle risorse personali di nuovi aderenti. Pertanto facciamo affidamento sui nostri soci pregandoli di trovare altre persone sensibili alla problematica della pena di morte disposte ad iscriversi alla nostra associazione.

Cercate soci disposti anche soltanto a versare la quota sociale.

Cercate soci attivi. Chiunque può diventare un socio ATTIVO facente parte dello staff del Comitato Paul Rougeau.

Cercate volontari disposti ad andare a parlare nelle scuole dopo un periodo di formazione al se­guito di soci già esperti.

Cercate amici con cui lavorare per il nostro sito Web, per le traduzioni. Occorre qualcuno che mandi avanti i libri in corso di pubblicazione, produca magliette e materiale promozionale, organizzi campagne e azioni urgenti, si occupi della gestione dei soci, della raccolta fondi ecc.

Se ogni socio riuscisse ad ottenere l’iscrizione di un’altra persona, l’efficacia della nostra azione aumenterebbe enormemente !

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Nell’immagine in apertura – ripresa dalla rete – Mohammad Salas in tribunale.

 

Redazione
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Un commento

  • Giuseppe Lodoli

    Raymond Tibbetts è salvo!!!

    La nostra tenue speranza si è realizzata: il Governatore John Kasich ha commutato in ergastolo la condanna a morte Raymond Tibbetts! E lo ha fatto proprio per il motivo sottolineato dai suoi difensori: la mancata descrizione in sede processuale delle sevizie subite nell’infanzia da lui e dai suoi fratellini.
    Il Governatore ha annunciato la concessione della grazia venerdì scorso 20 luglio dichiarando che “la mancata presentazione delle attenuanti da parte della difesa, cui si aggiunse l’erronea descrizione dell’infanzia di Tibbetts da parte dell’accusa, impedì in effetti alla giuria di emettere una decisione informata sul fatto che Tibbetts meritasse o meno la pena di morte”.
    Il passo compiuto dal Governatore premia l’impegno di Ross Geiger, il giurato che partecipò al processo originario a carico di Raymond Tibbetts tenutosi nel 1998, e che si è battuto contro l’esecuzione della sentenza dopo aver conosciuto i terribili fatti avvenuti durante l’infanzia di costui.
    Contro la concessione della grazia si è invano battuto Mark Hicks nipote di una delle due vittime di Tibbetts.

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