Pena di morte: due piccole buone notizie…

 

da Iran e Mauritania: riprese dal «Notiziario 243» del comitato Paul Rougeau (a seguire la presentazione e il somnario)

 Camera della morte nel carcere di Starke in Florida

 

IRAN: SARANNO RIVISTE 4000 CONDANNE A MORTE

Una nuova legge, approvata in Iran al termine di un lungo iter, è intesa a limitare drasticamente il numero delle condanne capitali per reati di droga nel paese in cui si registra il più alto numero di esecuzioni pro capite.

Il 31 ottobre il pubblico ministero iraniano Abbas Jafari Dowlatabadi ha finalmente fatto chiarezza sulla più volte annunciata clemenza nei riguardi dei condannati a morte per reati di droga.

«I giudici cui sono assegnati tali casi devono essere pronti ad applicare la Nuova Legge Contro il Traffico di Droga» ha dichiarato. «La legge diventerà vincolante dopo 15 giorni dalla sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale».

«I giudici devono riconsiderare le sentenze capitali già emanate ed emanare nuove sentenze in base alla nuova legge» ha aggiunto.

Dopo l’approvazione in Parlamento, il 14 ottobre il “Consiglio dei Guardiani della Rivoluzione” – che verifica la coerenza delle nuove leggi con i princìpi islamici – ha approvato l’emendamento dando così speranza a circa 4000 condannati a morte per reati di droga di minore gravità.

In base alla nuova legge la pena di morte potrà essere inflitta soltanto in questi casi:

– Traffico di droga compiuto da soggetti armati.

– Ricoprire un ruolo importante nell’organizzazione e nel finanziamento nel traffico, usare bambini per il traffico.

– Casi che riguardano rei con precedenti condanne a morte, ergastoli o pene detentive a più di 15 anni.

– Possesso o trasporto di più di: 50 chili di oppio e altre “droghe tradizionali”, 2 chili di eroina, 3 chili di metanfetamina.

(Una precedente proposta di legge prevedeva la pena di morte per il possesso o trasporto di 5 chili di oppio o di 30 grammi di eroina).

La maggioranza di coloro che sono stati messi a morte nel Paese erano in genere piccoli trafficanti, mentre i profitti andavano ai capibanda che vivevano all’estero con tutti i comfort» ha dichiarato Mohammad Kazemi, vice presidente della Commissione Giustizia del Parlamento iraniano.

Ricordiamo che l’Iran è il Paese in cui si eseguono più condanne capitali pro capite, anche se ultimamente con una forte tendenza alla diminuzione. Secondo il Center for Human Rights in Iran nel 2016 si sono avute 567 esecuzioni note, assai meno che nel 2015, anno in cui se ne ebbero 977.

MAURITANIA: PENA DI MORTE PER BLASFEMIA COMMUTATA, MA L’ACCUSA NON CI STA

La condanna a morte per blasfemia pronunciata nei confronti di un blogger della Mauritania è stata commutata in due anni di carcere già scontati. Tuttavia la commutazione ha provocato gravi disordini nel Paese musulmano e l’accusa ha presentato appello alla Corte Suprema.

La Mauritania è un Paese musulmano molto povero dell’Africa occidentale, con 4 milioni di abitanti sparsi su un vasto territorio in gran parte desertico.

Cheikh Ould Mohamed Ould Mkheitir, un cittadino mauritano sulla trentina, era stato condannato a morte per blasfemia nel 2014 dopo che aveva criticato in un blog il Profeta Maometto e i suoi seguaci per alcune decisioni prese durante la “guerra santa” combattuta nel settimo secolo. Mkheitir aveva inoltre contestato il trattamento inflitto alla minoranza nera, «marginalizzata e discriminata» dalla popolazione araba della Mauritania.

Il caso del blogger aveva alimentato un’aspra polemica fra gli attivisti per i diritti umani e gli islamici conservatori che reclamavano l’esecuzione della sentenza di morte.

La pena capitale per Mkheitir era stata confermata in appello il 21 aprile 2016 ma il suo reato era stato derubricato da «blasfemia» a «miscredenza», reato quest’ultimo che permette di ridurre la pena in caso di pentimento dell’accusato.

Il 31 gennaio di quest’anno la Corte Suprema del Paese aveva chiesto alla Corte d’Appello della città di Nouadhibou di «correggere l’errore commesso».

Il 9 novembre la Corte d’Appello ha commutato la sentenza capitale in 2 anni di detenzione, già scontati, più un’ammenda pari a 169 dollari: il giorno prima Mkheitir aveva pubblicamente chiesto perdono e professato la propria fede in Allah e nel suo Profeta.

La mitezza usata nei confronti di Cheikh Ould Mohamed Ould Mkheitir ha scatenato infuocate proteste e disordini e lo schieramento di forze di polizia nei punti nevralgici della capitale Nouakchott dopo la preghiera di venerdì 10.

Lo stesso giorno l’accusa si è appellata alla Corte Suprema chiedendo una «corretta e rigorosa applicazione della legge».

PRESENTAZIONE DEL NUOVO NUMERO

I primi articoli riguardano gli Stati Uniti e la crudeltà insensata della pena capitale ivi applicata con pervicacia e freddezza assassina, perfino nei riguardi di malati su cui già incombe la morte per cause naturali.

In Europa il 22 novembre è stato condannato all’ergastolo dal Tribunale Penale Internazionale dell’Aja per la ex Jugoslavia il generale Ratko Mladic, genocida impenitente. Dobbiamo dire che la massima pena prevista dai codici si attaglia perfettamente a tale imputato.

L’ISIS, sconfitto sul campo, si sforza di dimostrare la propria esistenza compiendo orribili attentati ai danni di innocenti, ed è riuscito a colpire nel cuore degli Stati Uniti d’America. Per contrastare tale follia non serve certo la pena di morte invocata dal presidente Donald Trump, il quale, con le sue dichiarazioni forcaiole, rischia addirittura di fomentare la violenza.

Non tutte le notizie che vi diamo sono negative: notate ad esempio la svolta positiva dell’Iran, il Paese che più applica la pena di morte, in cui è stata approvata una legge che diminuirà fortemente il numero delle esecuzioni.

Scriveteci all’indirizzo paulrougeau@tiscali.it per comunicarci il vostro parere su quanto scriviamo o anche solo per farci sentire la vostra vicinanza!

Cari amici vi auguro un buon Natale e un sereno 2018!

Giuseppe Lodoli per il Comitato Paul Rougeau

Sito Web del Comitato Paul Rougeau: www.comitatopaulrougeau.org

Pagina Facebook:  Amici e sostenitori comitato Paul Rougeau contro la pena di morte

SOMARIO

Cinici commenti dell’esecuzione di Patrick Hannon in Florida                               

L’Ohio fallisce ancora… ma riproverà ad uccidere Alva Campbell     

Esecuzione in Texas, ennesimo incidente diplomatico col Messico

Altra vita a Castillo dopo i tre mesi regalatigli dall’uragano             

Trump vorrebbe la pena di morte per il terrorista uzbeko Saipov    

Saranno riviste 4000 condanne a morte in Iran                                        

Infine condannato all’ergastolo il genocida jugoslavo Mladic                     

Pena di morte per blasfemia commutata, ma l’accusa non ci sta           

30 novembre: la Comunità di Sant’Egidio contro la pena di morte 

NOTIZIARIO: Alabama, Corea del Nord, Ex Jugoslavia, Florida, Iraq 

Questo numero è aggiornato con le informazioni disponibili fino al 3 dicembre

AIUTIAMOCI A TROVARE NUOVI ADERENTI

E’ di vitale importanza per il Comitato potersi giovare dell’entusiasmo e delle risorse personali di nuovi aderenti. Pertanto facciamo affidamento sui nostri soci pregandoli di trovare altre persone sensibili alla problematica della pena di morte disposte ad iscriversi alla nostra associazione.

Cercate soci disposti anche soltanto a versare la quota sociale.

Cercate soci attivi. Chiunque può diventare un socio ATTIVO facente parte dello staff del Comitato Paul Rougeau.

Cercate volontari disposti ad andare a parlare nelle scuole dopo un periodo di formazione al seguito di soci già esperti.

Cercate amici con cui lavorare per il nostro sito Web, per le traduzioni. Occorre qualcuno che mandi avanti i libri in corso di pubblicazione, produca magliette e materiale promozionale, organizzi campagne e azioni urgenti, si occupi della gestione dei soci, della raccolta fondi ecc.

Se ogni socio riuscisse ad ottenere l’iscrizione di un’altra persona, l’efficacia della nostra azione aumenterebbe enormemente

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Per aderire al Comitato Paul Rougeau invia un messaggio e-mail all’indirizzo prougeau@tiscali.it con una breve autopresentazione e con i tuoi dati. Appena puoi paga la quota associativa sul c. c. postale del Comitato Paul Rougeau.

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