Pena di morte: “straordinari” in Arkansas e “catastrofi annunciate” in Turchia

Due post ripresi dal «Foglio di collegamento» 235 del Comitato Paul Rougeau

preparazione di una lapidazione in Iran

 

L’ARKANSAS FISSA OTTO ESECUZIONI IN DIECI GIORNI

È senza precedenti la raffica di esecuzioni programmata dallo stato dell’Arkansas nel mese di aprile.

Lo Stato dell’Arkansas intende mettere a morte 8 condannati in soli dieci giorni, tra il 17 e il 27 aprile. La notizia è stata diffusa dall’ufficio del governatore Asa Hutchinson. Questi ha dichiarato alla CNN: “Tale passo è necessario per adempiere la legge. Ma è anche importante porre termine al dolore dei familiari delle vittime che hanno vissuto per molto tempo tra appelli processuali e incertezze.”.

Una simile raffica di esecuzioni è senza precedenti nella storia della pena di morte americana: solo il Texas, due volte nel 1977, ‘giustiziò’ otto uomini nell’arco di un mese, ma mai nessuno Stato ne ha uccisi 8 in soli 10 giorni.

La Coalizione dell’Arkansas per Abolire la Pena di Morte (ACADP) ha dichiarato: “Siamo indignati del progetto di eseguire 8 condanne a morte nell’arco di 10 giorni in aprile. Questa esecuzione di massa pianificata è grottesca e senza precedenti.”

Gli avvocati degli 8 prigionieri stanno cercando di bloccare le esecuzioni. Uno degli argomenti addotti è che il Midazolam (ossia il farmaco utilizzato per rendere incosciente il condannato prima di iniettargli le altre due sostanze) non impedisce la sofferenza alle persone da ‘giustiziare’.

L’avvocato Jeffrey Rosenzweig, che difende tre dei condannati, ha citato molte esecuzioni fallite in vari Stati in cui è stato utilizzato il Midazolam. Nel caso più recente, in Alabama, il condannato lottava per respirare e si inarcava e tossiva e stringeva il pugno della mano sinistra.

Il Midazolam può addormentarti all’inizio ma non ti rende insensibile” ha dichiarato Robert Dunham, direttore esecutivo del Death Penalty Information Center, e ha aggiunto: “Tentare 8 esecuzioni col Midazolam, con 4 coppie di esecuzioni, è senza precedenti e sconsiderato”.

Gli avvocati hanno anche chiesto chiarimenti in merito all’eventualità che una preesistente sospensione delle esecuzioni viga ancora in Arkansas. Questa sospensione era stata decisa quando nove detenuti avevano chiesto alla Corte Suprema degli Stati Uniti di verificare il protocollo delle esecuzioni nello Stato. La massima corte ha rifiutato di occuparsi della questione a fine febbraio e il Procuratore Generale dell’Arkansas, Leslie Rutledge, ha dichiarato in conferenza stampa che la decisione ha spianato la via alla ripresa delle esecuzioni.

Lo Stato dell’Arkansas si dovrà dare molto da fare per essere pronto ad uccidere a partire dal 17 aprile perché al momento non dispone di cloruro di potassio (la terza e ultima sostanza letale che viene iniettata) in quanto la scorta in possesso al carcere è scaduta nel mese scorso. Anzi, la ACADP afferma che lo Stato sta precipitandosi a ‘giustiziare’ i condannati proprio perché anche il Midazolam presente nelle scorte sta per scadere a fine aprile.

A dire il vero l’Arkansas prevede la possibilità di uccidere con la sedia elettrica se l’iniezione letale non è praticabile, ma l’avvocato Rosenzweig pensa che questo sarebbe difficile da realizzarsi. Ha dichiarato: “Credo sia ormai opinione comune ritenere la sedia elettrica un metodo di punizione crudele e inusuale. Se cercheranno di fare così, la loro azione genererà altre sfide”.

Nel mese di aprile  – a parte gli 8 uomini che dovrebbero morire in Arkansas – dovrebbero esserci solo altre due esecuzioni negli USA: una in Texas, quella di Paul Storey, e una in Virginia.

 

IL PRESIDENTE TURCO ERDOGAN CONTINUA A PARLARE DI PENA DI MORTE

La voglia di pena di morte del vendicativo presidente Tayyip Erdogan è incontenibile e rischia di compromettere i rapporti della Turchia con l’Europa.

Il 21 febbraio è cominciato a Mugla in Turchia il processo a carico di oltre 40 tra ufficiali e soldati accusati del tentato colpo di stato contro il presidente Tayyip Erdogan del 15 luglio scorso (1). Tra di essi vi è l’ex aiutante di campo di Erdogan.

Gli accusati vestiti con abiti civili sono passati, fortemente scortati, attraverso un gruppo di 200 persone che sventolavano bandiere e gridavano: “Vogliamo la pena di morte!”.

Erdogan, che in questo periodo percorre il proprio Paese per sostenere il referendum sul rafforzamento dei poteri presidenziali che si terrà ad aprile, promette la reintroduzione della pena di capitale abolita per tutti i reati nel 2004, nel corso dell’avvicinamento della Turchia all’Unione Europea. E di promuoverla in primo luogo contro i golpisti.

“Se il Parlamento approverà la legge per reintrodurre la pena capitale, la firmerò saldando il debito che ho nei riguardi dei martiri del nostro Paese” ha dichiarato Erdogan il 15 febbraio davanti a migliaia di persone.

Erdogan dice che non vuole dare ascolto all’Europa ma ai cittadini turchi che sono fortemente a favore della pena capitale. Tuttavia sa bene che la reintroduzione della pena di morte interromperebbe il cammino della Turchia verso l’Unione Europea con grave danno economico per il proprio Paese.

Vedremo che cosa accadrà nei prossimi mesi.

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(1) Sul tentato colpo di stato in Turchia e sulla vendetta di Tayyip Erdogan nei riguardi dei golpisti vedi numero 230; su Erdogan e la pena capitale v. anche i numeri 230 e 231

 


PRESENTAZIONE DEL NUOVO “FOGLIO DI COLLEGAMENTO”

Il numero 235 si apre con un articolo sulla situazione attuale del nostro amico Larry Swearingen che il Texas vuole uccidere con un’iniezione letale il prossimo 21 settembre. Speriamo che Larry possa di nuovo scampare alla morte in extremis come è già successo molte volte. Ma certamente la sua situazione è critica come non mai.

Vi sono articoli che riguardano Paesi di tutte le parti del mondo in cui si violano i diritti umani: la Turchia, l’Iran, la Corea del Nord…

Si parla di crudeltà, di indicibili orrori fatti passare per giustizia. Di sofferenze inutilmente inferte a colpevoli e innocenti con la pretesa di perseguire la sicurezza delle persone oneste.

Vi sono anche alcune buone notizie, come la grazia concessa dal sultano di Selangor a Shahrul Izani Suparman accusato di spaccio di droga in Malaysia. Grazia conseguita all’impegno di sua madre appoggiata da Amnesty International. Invitiamo tutti a partecipare alla petizione di Amnesty International in favore del dottor Ahmadreza Djalali, ben conosciuto in Italia e ora a rischio di esecuzione in Iran. É facilissimo: cliccate sul link riportato nel “Foglio di Collegamento” e poi fornite i dati richiesti.

Molti cordiali saluti da Giuseppe Lodoli per il Comitato Paul Rougeau

IL SOMMARIO

1 ) Chiesta per il 21 settembre la quinta data di esecuzione per Larry  

2 ) Così scrive la madre di Storey che verrà messo a morte ad aprile

3 ) L’Arkansas fissa otto esecuzioni in dieci giorni

4 ) Il presidente turco Erdogan continua a parlare di pena di morte

5) Appello in favore del dottor Djalali a rischio di esecuzione in Iran
6) Mattarella annulla una teorica pena per la
rendition di Abu Omar

7 ) Intervista a Charles O’Reilly che ha diretto 140 esecuzioni in Texas

8 ) È uscito il rapporto 2016-2017 di Amnesty International

9 ) Notiziario: Florida, Iran, Malaysia, Montana, New Mexico, Nord Corea,

Questo numero è aggiornato con le informazioni disponibili fino al 3 marzo 2017

AIUTIAMOCI A TROVARE NUOVI ADERENTI

E’ di vitale importanza per il Comitato Paul Rougeau potersi giovare dell’entusiasmo e delle risorse personali di nuovi aderenti. Facciamo affidamento sui nostri soci pregandoli di trovare altre persone sensibili alla problematica della pena di morte disposte a iscriversi alla nostra associazione.

– Cercate soci disposti anche soltanto a versare la quota sociale.

– Cercate soci attivi: chiunque può diventare un socio ATTIVO facente parte dello staff del Comitato Paul Rougeau.

– Cercate volontari disposti ad andare a parlare nelle scuole dopo un periodo di formazione al seguito di soci già esperti.

– Cercate amici e amiche con cui lavorare per il nostro sito Web, per le traduzioni; occorre qualcuno che mandi avanti i libri in corso di pubblicazione, produca magliette e materiale promozionale, organizzi campagne e azioni urgenti, si occupi della gestione dei soci, della raccolta fondi ecc.

Chiunque può dare un contributo alle attività del Comitato se decide di dedicarvi una quota – piccola o grande – del proprio tempo. Chi ha mezzi o capacità particolari – per esempio un computer collegato a Internet e/o una qualche conoscenza dell’inglese – potrà fornire un aiuto più specifico.

ISTRUZIONI PER ISCRIVERSI AL COMITATO PAUL ROUGEAU

É facilissimo associarsi al Comitato Paul Rougeau: basta inviare un messaggio all’indirizzo prougeau@tiscali.it con una breve autopresentazione e con i propri propri dati: nome, cognome, indirizzo, numero di telefono. Poi, appena possibile, occorre pagare la quota associativa sul c. c. postale del Comitato Paul Rougeau.

Le quote associative annuali sono le seguenti:

Socio ordinario € 35

Socio sostenitore € 70

Per ricevere il “Foglio di Collegamento” su carta, aggiungere all’anno € 18

L’edizione e-mail del Foglio di Collegamento è gratuita per soci e simpatizzanti, chiedetela a: prougeau@tiscali.it

Versare la quota associativa sul conto corrente postale 45648003 intestato al Comitato Paul Rougeau – o fate un bonifico al Comitato Paul Rougeau con questo IBAN: IT31Q0760112600000045648003 specificando la causale “quota associativa”.

Responsabile dei contatti con i soci è Grazia Guaschino (011 8991482).

Il nostro indirizzo postale è: Comitato Paul Rougeau C. P. 11035 – 00141 Roma Montesacro

SUL SITO www.comitatopaulrougeau.org TROVATE TUTTI I NUMERI ARRETRATI

Redazione
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