Pensieri in una notte di tempesta

di Ale(ssandro) Taddei

Il primo anno che Berlusconi salì al potere andavo in prima superiore. Ricordo la faccia di un mio compagno di scuola qualche giorno dopo le elezioni che mi disse “ma ti rendi conto?”. Se tornassi indietro risponderei la stessa cosa di allora: “no non mi rendo conto, cosa vuol dire Berlusconi?”. Ora lo so. Ricordo Milano quel 25 aprile sotto un sacco di acqua e ricordo mia madre che non voleva morire democristiana ma che alla fine è morta, sotto il regime piduista di Berlusconi e soci. Penso non si debba stare fuori dalla storia, così avanti Monti: ora l’Italia sott’acqua dovrà in poche mosse regolarsi al format del Nord Europa, ma abbiamo vissuto per anni sotto un improvvisato governo che non ha mai giocato la partita europea se non per interessi personali e sotto la tovaglia si è mangiato tutto, Oggi la Banca europea vuole che torniamo nei conti e allora avanti, che come diceva la canzone “io tanto soldi non ne ho”. Questi 17 anni hanno seminato una logica di guadagno-consumo senza idee e creatività, diretta da uomini e donne senza scrupoli né tanto meno occhi per vedere. Un sistema che morirà comunque con o senza Berlusconi, con o senza Monti; e meno male.

Questi uomini economici legati a un pensiero perdente in partenza, in cui qualcuno vince su altri che perdono, hanno posto le basi per una dittatura silenziosa e invisibile.

I politici italiani ed europei hanno posto le basi per questo, anche quelli che si credono dalla parte “giusta” perché a un certo punto della loro “carriera” il gioco del ruolo è divenuto più forte che l’umana persona. Di fatto ormai quasi tutta l’Europa è governata da una destra economica buonista e figlia di puttana, aspettiamo fra una settimana le elezioni in Spagna dopo di che – se anche qui vincerà con maggioranza assoluta il Pp – sarà meglio pensare bene a dove stiamo andando, tutti. Un’ Europa fortezza, dove l’ignoranza è diventata la barriera più terribile e dove in breve tempo ci sarà difficilmente troppo spazio per camminare liberi. Mi ricorda Israele questa Europa che sta nascendo, non nella sua facciata da cartolina in saldo ma nelle intenzioni profonde. Un geniale economista di Bologna ai suoi ex alunni che ancora lo stimano ha cominciato a dire di seguire più i loro sogni e meno le regole del mercato, lui ha quasi 70 anni; per me ha ragione lui ma lui non è Monti. E non è il nuovo “capo” di “un governo”.

Ma se diamo per buono che un passo avanti è stato fatto, allora speriamo che nessuno si sieda, anzi proprio ora si alzi ancora più forte: ora che il timone è debole sta alle persone tornare a credere nel loro quotidiano e a lottare per una vita felice e più tempo per vivere felici. Ce la farà Monti? Non credo ci abbia neanche pensato alla parola felicità. Allora saranno le persone ad occuparsi personalmente della propria felicità con molto più cura e responsabilità verso gli altri, perché così è fatta la vita e perché in questo momento non abbiamo poi molto da perdere. Inshalla.

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