Per contrastare l’attacco alla “Convenzione di Istanbul”

Un appello di WAVE – Donne contro la violenza Europa – da sottoscrivere (se condiviso) entro domani

DIRE (Donne in rete contro la violenza) propone – ad associazioni e singole persone – di sottoscrivere la lettera (qui sotto la sua traduzione in italiano) che WAVE Women against violence Europe ha preparato per contrastare l’attacco portato alla Convenzione di Istambul da 333 organizzazioni, in larghissima parte di matrice cattolica, prolife e politica di destra, di 9 paesi che chiedono :
– l’apertura di un processo di revisione della Convenzione di Istanbul
– la sostituzione dei riferimenti all’uguaglianza di genere con “uguaglianza tra uomini e donne”
– e soprattutto “la possibilità per i governi di apporre delle riserve sulle parti ideologiche e controverse” della Convenzione.
Questo è un chiaro attacco a tutti i riferimenti alle donne con diverso orientamento sessuale, nonché significherebbe ridurre notevolmente l’efficacia della Convenzione, potendo apporre riserve anche su articoli essenziali per la protezione delle donne e la prevenzione della violenza.
Diverse organizzazioni, a partire dalla Lobby Europea delle donne, hanno già scritto al Segretario generale del Consiglio d’Europa per contrastare questa richiesta.
Obiettivo della lettera di WAVE, la rete europea dei centri antiviolenza, è raccogliere un numero di sottoscrizioni che superi ampiamente le 333 organizzazioni conservatrici che hanno avviato questa azione.
Le firme dovranno essere comunicate alla segreteria di D.i.Re (segreteria@direcontrolaviolenza.it) con indicazione di  NOME COGNOME / ASSOCIAZIONE entro il 18 aprile alle ore 12.
 

TESTO ITALIANO DELLA LETTERA DI WAVE (*)

Al segretario generale del Consiglio d’Europa

Noi, associazioni riunite nella rete europea WAVE – Women Against Violence Europe (Donne contro la violenza Europa) – e i/le nostre alleati/e, le scriviamo per esprimere il nostro shock e la nostra e preoccupazione di fronte all’attacco lanciato contro il riconoscimento universale della discriminazione e della diseguaglianza di genere come cause e conseguenze della violenza contro donne e ragazze, e contro l’inclusione di tale riconoscimento nella Convenzione del Consiglio d’Europa per la prevenzione e il contrasto della violenza contro le donne (Convenzione di Istanbul).

Questo attacco è stato espresso in una lettera che le è stata inviata.

Riteniamo che le raccomandazioni contenute in tale lettera abbiano un grave impatto sulla prevenzione delle diverse forme di violenza e sulla protezione delle donne e ragazze che ne sono vittima.

WAVE lavora nel campo della prevenzione della violenza contro donne e ragazze e dei diritti umani delle donne fin dal 1994, e siamo profondamente impegnate per la realizzazione dei principi universali dell’uguaglianza di genere e dei diritti umani delle donne.

Ribadiamo il nostro pieno sostegno alla Convenzione di Istanbul e al Comitato GREVIO che ne cura il monitoraggio, e rifiutiamo in toto ogni iniziativa tesa a consentire che si pongano riserve alle disposizioni chiave della Convenzione.

Consideriamo la Convenzione di Istanbul come lo strumento regionale e internazionale più coerente e ampio per contrastare la violenza contro le donne e la violenza domestica. Siamo assolutamente convinte che la ratifica e la piena implementazione della Convenzione di Istanbul contribuiranno a ridurre in maniera significativa l’esposizione delle donne alla violenza e faciliteranno la costruzione di una società più equa e responsabile per tutti.

Le scriviamo per unire la nostra voce a quella di altre organizzazioni, a cominciare dalla EWL – European Women’s Lobby (Lobby europea delle donne) – che hanno anch’esse espresso la propria preoccupazione a fronte della lettera che le è stata inviata.

(*) Il testo originale è in Wave Blog.

WAWE BLOG nasce per “ampliare la diffusione degli articoli pubblicati ogni anni sul magazine Wave Fempower, che affronta i diversi aspetti della violenza maschile contro le donne e le sue conseguenze, dalla violenza assistita alle metodologie di aiuto, dalla violenza nei percorsi migratori alle contese per l’affidamento dei figli”. Come spiegano le coordinatrici dalla sede di Vienna di Wave “con questo blog vogliamo offrire a tutte/i la possibilità di comprendere meglio il nostro lavoro e contemporaneamente condividere opinioni e analisi femministe intorno a temi che riguardano la condizione delle donne, e che non necessariamente riflettono la posizione ufficiale di Wave”. Una pluralità di voci, di sguardi, di contesti dunque, proprio per lasciare spazio alla diversità delle esperienze che compongono la rete Wave “includendo anche a recensioni di libri, critiche di film o testimonianze personali delle donne che ce l’hanno fatta a sottrarsi a una relazione violenta”. Per ora il blog è solo in inglese.

LE IMMAGINI – scelte dalla redazione della “bottega” – sono di Anarkikka.

 

Redazione
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