PER FORTUNA JOHN
(roba del Pabuda):
per fortuna, John Coltrane
era un tipo gentile
e disponibile:
di modo che alle domande
dei critici, dei fanatici,
dei musicologi
e dei giornalisti
ha sempre risposto
per esteso –
magari in una camera
d’albergo piena di fumo,
sul letto disfatto disteso –
parlando piano e con calma,
parlando tanto:
mica per niente l’han fatto santo!
per fortuna, quegli altri
han preso appunti, han registrato,
han sbobinato bobine,
han ricopiato le parole di John –
quelle più chiare,
quelle più sibilline –
in articoli, note, saggi e libri:
di modo che, anche a distanza
d’un fracco di tempo,
ascoltandolo,
posso anche leggerlo
e, quindi (… io son fatto così!)
il triplo godermelo.
ogni disco ascolto,
ogni pagina leggo –
traducendomela in silenzio,
per non disturbare
il musicista –
mi sembra di far passi da gigante,
trovando tutte
le mie cose favorite:
perle nere, ballate infinite
piene di sorprese,
standard stravolti,
riflessioni inedite
& vecchie innovazioni,
blues, preghiere o invettive,
grida, saliva, progetti, tamburi,
esperimenti e treni blu:
forse, orientandomi un po’
e lasciandomi coltivare,
clandestino,
un amore supremo.