Per un nuovo Welfare

di Gianluca Cicinelli

Ed eccoci qua, laici e preti, psichiatri e responsabili d’istituti di ricerca, medici e infermieri, associazioni e singoli, reti sociali e ambientalisti, sindaci e presidi, associazioni ed enti, le oltre cento realtà che fin dall’aprile scorso formano la rete “Per un nuovo welfare” con un appello rivolto al neo presidente del consiglio Mario Draghi e ai ministri che nel suo governo si occupano del sociale, di sanità e giustizia. Dieci proposte che vanno dagli istituti di pena alla questione meridionale, all’immigrazione, all’ambiente, alla riforma del Reddito di Cittadinanza. Seguendo il link potete scaricare le proposte riassunte in “Rilanciare e ripensare il Welfare di prossimità, le politiche giovanili e i diritti di cittadinanza dentro il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e nella transizione ecologica“.

Il network solidale aveva già lanciato un appello l’anno scorso al presidente del Consiglio Conte chiedendogli d’inserire le proposte della societò civile come capitale sociale per la ripresa del Paese. Il lavoro “Per un Nuovo Welfare. Le proposte della Società civile” raccoglie in un Istant book sette position paper. Grazie all’intervento della rete il Decreto Rilancio poi varato ha contemplato l’attivazione di diversi tavoli regionali in materia d’intervento sociale, a partire dai Patti educativi territoriali e dai Budget Educativi per contrastare la povertà educativa in forma comunitaria e personalizzata. Oggi la situazione è più grave di allora e la rete torna a chiedere con puntualità e proposte al governo Draghi d’intervenire in maniera coordinata sulla spesa sociale.

Al primo punto la richiesta di rafforzare e qualificare il sistema sanitario nazionale pubblico ed universale ridisegnando e potenziando la rete della medicina territoriale e i servizi socio sanitari di prossimità. I firmatari chiedono di passare dalla logica dei “posti letto” a una cultura del caregiving. Ma già al secondo punto si parla di come Riformare il Reddito di Cittadinanza tramite dei Patti per l’Imprenditoria Civile che promuovano la sinergia tra diversi strumenti di inclusione e di sviluppo come il Microcredito, Resto al Sud, i Piani di Sviluppo Rurale e la difesa dei Piccoli Comuni, gli incentivi alla Cooperazione di Comunità. Un approccio complessivo e non spezzettato come avviene oggi. Tra le emergenze sociali e civili del nostro Paese non si può scordare la riforma dell’ordinamento penitenziario, bloccata da due anni. Il quarto punto si occupa del riconoscimento dello Ius Soli e dello Ius Culturae rilanciando il sistema di accoglienza Sai, i Sistemi di Accoglienza ed Integrazione, che oggi coinvolgono solo 1.100 sugli 8.000 Comuni italiani.

Sulla questione istruzione i cento soggetti firmatari chiedono finanziamenti per i Patti Educativi territoriali, i Budget Educativi e l’integrazione scolastica degli alunni stranieri come principali strumenti di contrasto alla povertà educativa, investendo sulle leve comunitarie e sugli ambienti di vita. Il sesto punto si rivolge all’agricoltura biologica sostenendo le filiere corte, il sostegno ai sistemi agricoli che creano coesione sociale nei territori in declino demografico ed economico, proponendo di finanziare il welfare rurale differenziandolo dal welfare urbano e metropolitano. Uno strumento per questo è costituito dal valore economico dei servizi ecosistemici di cui parla la legge Borghi per i piccoli Comuni e le Aree interne.

L’ambiente all’ottavo punto, con la richiesta d’investire sulle fonti rinnovabili favorendo l’abbattimento dei costi di consumo di energia, soprattutto per l’edilizia pubblica e la residenzialità popolare, andando oltre le forme di investimenti a favore delle imprese, garantendo il beneficio in bolletta direttamente al cittadino. I soldi per la società civile possono essere recuperati anche mediante una graduale riduzione delle spese militari e la riconversione a fini civili delle industrie statali che producono armamenti, promuovendo la diffusione di una cultura di pace e dei diritti. Infine l’educazione, con investimenti nel Servizio Civile Universale, dove solo quest’anno a 70 mila giovani che avevano fatto richiesta è stato detto no per mancanza di budget, con 600 mila domande respinte negli ultimi dieci anni.

La costruzione e promozione di una Next Generation è irrinunciabile, spiegano i promotori, in una nazione abitata da più cittadini di età over sessantacinque che da giovani under quindici e “dove ancora pervicacemente si nega il diritto di cittadinanza a chi è nato e vive in Italia”. Gli interventi richiesti dalla rete “Per un Nuovo Welfare” chiede soprattutto interventi personalizzati e territorialmente connotati contro gli interventi indifferenziati, attivando in tutti i Comuni percorsi personalizzati, familiari e territoriali, percorsi in cui il Terzo Settore venga coinvolto nella progettazione sociale territoriale attraverso piani strategici territoriali. “La crisi si annuncia tale che non basterà la semplice distribuzione di beni materiali affidata al Terzo Settore, occorrerà parlare di riconversione e ricostruzione delle nostre economie globali e locali”. Davvero difficile dar loro torto.

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