«Personale. Politico. Pentothal. Opera rap per Andrea Pazienza»

un testo di Marta Dalla Via e Omar Faedo: la diagnosi del web

di MONICA MACCHI (*)

 “È più facile uscire dall’eroina che dalla mediocrità. Il rap e il teatro hanno una cosa in comune: entrambi devono parlare quando gli altri stanno zitti.”

Sono passati 40 anni dalla prima pubblicazione di «Le straordinarie avventure di Pentothal» (che nei fumetti di Diabolik è il siero della verità e in questo spettacolo «libera i freni inibitori, ma è anche un ingrediente dell’iniezione letale per i condannati a morte. È l’anestesia al resto del mondo»), un diario della Bologna degli anni Settanta sospeso fra aspetti onirici e realismo estremo e tra immersione ed isolamento nel mo(vi)mento storico-politico.

Il linguaggio del fumetto e le trascrizioni di alcune trasmissioni delle radio libere costituiscono gli spunti drammaturgici per «Personale. Politico. Pentothal. Opera Rap Per Andrea Pazienza» di Marta Dalla Via e Omar Faedo, uno spettacolo di teatro sperimentale, irriverente e provocatorio che inventa parole, gioca coi doppi sensi e col nonsenso, con riferimenti pop contemporanei e politici (fulminanti le battute su Pinelli «Pinelli è entrato nella storia passando dalla finestra»; e Lama «Siamo in bilico su una lama»: battuta che ritorna spesso facendo prima riferimento all’utensile, poi all’animale e infine alla cacciata del segretario della CGIL dall’Università di Roma) e le mescola ai dialetti e all’inglese, stampi del linguaggio della generazione  pre-social e quella dell’iPhone.

Entra in scena l’eroina (la donna o la roba?!?) e ci ritroviamo immersi in un caleidoscopio di giochi di parole dadaista e surreale («stare al gioco non al giogo»; «parentesi graffia»; «non sono in vena», «mi sento lacrimogeno»…) sino alla fulminante sintesi del movimento del ’77: «sperare-sparare-spirare».

In questo spettacolo da ascoltare ancor più che da guardare estremamente interessanti sono i livelli sonori stratificati gli uni sugli altri: la voce dell’attrice (una strepitosa Marta Dalla Via), radio (in esplicito omaggio all’esperienza di Radio Alice), squilli del telefono, sirene della polizia, dj che mixano, slogan della Bologna contestataria ed interferenze rap, open mic, rime e basi composte per l’occasione di quattro artisti del freestyle (Omar Faedo-Moova, Simone Meneguzzo-Dj Ms, Michele Seclì-Lethal V e Alessio Sulis-Rebus) che fanno da interlocutori alla voce narrante di uno “psichiatro” che diagnostica l’web come nuovo tossico identificando nel solipsismo dell’I-phone il definitivo tramonto del senso del collettivo.

 

E se il titolo richiama esplicitamente ad Andrea Pazienza, durante lo spettacolo vengono ricordati, omaggiati e inseriti anche Francesco Lorusso, (il militante di Lotta Continua ucciso l’11 marzo del 1977) e Stefano Tamburini «che come ultimo disegno ha lasciato una sindone nera su un materasso».

Perché ogni città e ogni epoca ha la sua Piazza Verdi.

 

Personale. Politico. Pentothal. Opera Rap Per Andrea Pazienza è un progetto Fratelli Dalla Via. Di e con Marta Dalla Via e Omar Faedo (Moova), Simone Meneguzzo (DJ MS), Michele Seclì (LETHAL V), Alessio Sulis (REBUS). Direzione tecnica Roberto Di Fresco. Scene e costumi Roberto Di Fresco. Una produzione Piccionaia Centro di Produzione Teatrale + Fratelli Dalla Via + Gold Leaves e Festival delle Colline Torinesi. Lo spettacolo ha debuttato a giugno 2017 al Festival delle Colline Torinesi. Andato in scena il 30 e 31 maggio presso Zona K (Via Spalato 11) di Milano.

Cfr: https://www.youtube.com/watch?v=2W7PF3khTt0

(*) ripreso da oubliettemagazine.com

 

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