Perù: le sterilizzazioni forzate del fujimorismo

Nel periodo 1995-2001 sterilizzati con la forza 346.219 donne e 24.535 uomini: il Programa Nacional de Planificación Familiar ha segnato la vita di un’intera generazione.

di David Lifodi

A fine dicembre, quando l’allora presidente peruviano Pedro Kuczynski barattò l’impeachment con l’indulto ad Alberto “el Chino” Fujimori, che aveva governato il paese tra il 1990 e il 2000, le prime a scendere in piazza per protestare furono le donne vittime delle sterilizzazioni forzate, le quali ebbero la loro vita segnata per sempre a causa del Programa Nacional de Planificación Familiar, varato nel periodo 1995-2001.

Artefice del piano di sterilizzazioni forzate fu proprio Alberto Fujimori. In soli sei anni, secondo i dati raccolti da una commissione parlamentare indipendente, furono sterilizzati con la forza 346.219 donne e 24.535 uomini. Il Comité Latinoamericano y del Caribe de los Derechos de la Mujer (Cladem) segnala a questo proposito che solo il 10% delle donne sottoposte alla sterilizzazione dettero il proprio consenso. All’inizio del 2016 è stato reso operativo il Registro de Victimas de Esterilizaciones Forzadas, uno dei pochi meriti dell’allora presidente Ollanta Humala, ma le storie raccolte dall’Asociación de las Mujeres Afectadas por la Esterilización Forzada mettono i brividi e, ancora oggi, gran parte delle donne vedono con terrore la forza che hanno ripreso in Parlamento le varie correnti del fujimorismo. In occasione dell’ultima campagna per le elezioni presidenziali, in più di una circostanza la figlia di Alberto Fujimori, Keiko, che non ha mai fatto mistero di voler essere presidente del paese, è stata accolta da giovani donne al grido “Somos las hijas de campesinas que no lograste esterilizar!” Nonostante questi episodi di contestazione, Keiko Fujimori si è sempre prodigata nel sostenere che gli unici veri responsabili erano i medici e che suo padre era innocente.

Quando il Programa Nacional de Planificación Familiar ebbe inizio, “el Chino” era stato da poco rieletto per il suo secondo mandato. Pochi anni prima, tramite il cosiddetto autogolpe palacial, giustificato dalla lotta contro le guerriglie di Sendero Luminoso e del Movimiento Revolucionario Tupac Amaru (Mrta), Fujimori aveva imposto al paese una sorta di stato d’assedio non dichiarato che prevedeva l’utilizzo dei gruppi paramilitari e culminò con l’omicidio di Pedro Huilca, leader dei minatori e presidente della Cgtp, il maggior sindacato peruviano. Fu in questo clima di estrema violenza che il fujimorismo iniziò ad applicare il Programa Nacional de Planificación Familiar.

Negli ultimi anni c’è stato chi ha cercato di smentire il piano di sterilizzazioni forzate imposto da Fujimori, soprattutto l’avvocata e giornalista María Cecilia Villegas, che nel suo libro La verdad de una mentira ha provato a ridimensionare il caso, sostenendo che non c’è mai stato un piano governativo di sterilizzazione, ma molte delle testimonianze raccolte da numerose associazioni impegnate a tutelare i diritti delle donne la smentiscono. Le sterilizzazioni furono compiute intorno alla zona di Cusco, dove buona parte delle donne conosceva soltanto l’idioma quechua, ma non lo spagnolo. Se avessero parlato la lingua spagnola difficilmente avrebbero accettato la sterilizzazione a cui furono sottoposte da medici e infermiere che prima di procedere effettuavano la sedazione. Da quel momento, per alcune delle donne sterilizzate, la vita è andata in pezzi. In più, hanno dovuto sopportare l’umiliazione di essere rifiutate dai mariti in quanto non più in grado di procreare.

Per ottenere l’adesione al Programa Nacional de Planificación Familiar, spesso il governo cercava di comprare l’assenso delle famiglie, soprattutto nelle regioni andine, le più povere del paese. Ad alcuni mariti gli emissari del fujimorismo arrivarono a promettere mille sol, pur di convincere le proprie compagne a sottoporsi alla sterilizzazione. Tuttavia, anche gli uomini, seppur in misura minore, furono vittime della sterilizzazione. Ad un uomo che stava registrando all’anagrafe il suo quinto figlio gli fu dato un ultimatum: o accettava di sottoporsi al Programa Nacional de Planificación Familiar o non avrebbe ricevuto il certificato di nascita del figlio.

Nonostante i crimini di cui è stato giudicato responsabile Fujimori, il Programa de Anticoncepción Quirúrgica non è mai stato imputato né a “el Chino” né ai suoi ministri della Salute, che sono usciti senza macchia dal processo a loro carico su questo caso. Gli unici a pagare sono stati solo alcuni appartenenti al personale medico nel dipartimento di Cajamarca. La sola concessione dello Stato peruviano è avvenuta nel 2003 attraverso l’Acuerdo de Solución Amistosa con la Commissione interamericana dei diritti umani per attribuire un indennizzo in denaro ad una donna morta dopo aver subito la sterilizzazione.

“La legislazione peruviana non contempla la sterilizzazione forzata come delitto”, si è giustificata la magistratura, mettendo definitivamente una pietra sopra a tutte quelle donne e ai loro familiari che ancora esigono giustizia.

 

David Lifodi
Sono nato a Siena e la mia vera occupazione è presso l'Università di Siena. Nel mio lavoro "ufficioso" collaboro con il sito internet www.peacelink.it, con il blog La Bottega del Barbieri e ogni tanto pubblico articoli su altri siti e riviste riguardo a diritti umani, sindacalismo, politica e storia dell’America latina, questione indigena e agraria, ecologia.

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