Petali nella polvere
intervista a Nyna Pais Caputi di Anjum Choudhry Nayyar (29 giugno 2012) – traduzione di Maria G. Di Rienzo.
L’aborto selettivo per sesso è illegale in India da più di un decennio ma pregiudizi di genere radicati in norme culturali fanno sì che ancora milioni di bambine vadano perdute, in India, ogni anno. La regista e produttrice Nyna Pais Caputi dice che la questione continua a non essere discussa e perciò ha prodotto «Petali nella polvere», un film che ne parla, .
http://www.petalsinthedust.com
Nata a Mumbai, Nyna ha diretto e prodotto diversi corti, fra cui: «Gentle Lovers» e «Able» nel 2006 (quest’ultimo vincitore del Vale Film Festival), e «DCBA – Desi Confused by America» nel 2007. Nyna oggi vive a San Francisco con i due figli ed il marito.
Cosa ti ha ispirato a fare questo film?
Io ho avuto la fortuna di nascere in una famiglia che dava valore alle femmine. Mentre crescevo in India non avevo idea che le bambine fossero uccise, perché i media raramente riportavano gli infanticidi femminili e a scuola non se ne parlava. Sono diventata conscia del problema quando stavo tentando di adottare una bimba indiana. Negli ultimi 20 anni oltre dieci milioni di bambine sono state eliminate. La cosa mi ha disturbata e addolorata al punto che ho sentito come mio dovere verso le donne e le bimbe dell’India raccontare le loro storie e creare consapevolezza tramite un documentario.
In collegamento al film ho fondato nel 2010 la «Marcia globale per le bambine mancanti dell’India», una marcia che si tiene ormai in oltre 25 città del mondo, dall’India al Canada, dagli Usa all’Australia e al Kuwait.
Cosa speri che la gente impari dal tuo film? Che messaggio speri di trasmettere?
Spero si impari che la faccenda non può più essere ignorata. Questo è il peggior genocidio della storia indiana e se non agiamo in fretta le bambine continueranno a essere eliminate. Credo anche che il futuro delle piccole indiane sia nelle mani della gioventù: educare nelle scuole all’eguaglianza fra i sessi e al valore di bambini e bambine, costruire autostima per donne e bambine e dar loro mezzi e potere, sono modi che potrebbero contribuire a metter fine al genocidio. Perciò spero di dare questo messaggio alle istituzioni e alle organizzazioni di donne.
Quanto tempo c’è voluto per girare il film? Dove sei andata per farlo?
Ho passato 7 settimane in giro per l’India. Ho intervistato persone a Bangalore, Chennai, Delhi, Ludhiana, Pune e Mumbai.
Come madre, cosa insegni ai tuoi figli sulle donne nella nostra cultura? Che ruolo possono avere le madri nel disperdere i miti?
Cerco di essere un modello positivo di madre per i miei bambini, credo sia molto importante. Poiché sono entrambi maschi cerco di insegnare loro che le donne hanno valore. In India sono stati così esposti alla questione del femminicidio che adesso il mio bambino di 6 anni vuole aprire una clinica per salvare le bambine indiane. Penso che ogni madre abbia il dovere di insegnare ai suoi figli a rispettare e dar valore alle altre persone, quali che siano la loro etnia, il loro status economico, il loro credo religioso, il loro genere eccetera. Se noi, madri indiane, favoriamo un genere rispetto all’altro o insegniamo ai nostri figli che i maschi sono superiori alle femmine, abbiamo fallito come madri.
Fra gli indiani che vivono nell’America del nord quanto esiste il problema?
Il desiderio di avere figli maschi è così pervasivo nella nostra cultura che anche fra i segmenti elitari e altamente scolarizzati della società indiana, così come fra gli indiani che vivono in Canada, Usa e Gran Bretagna ci si danno grandi pene per concepire un maschio.
Quali elementi della nostra cultura impediscono di risolvere il problema?
Sta tutto in come la cultura percepisce e descrive le donne. Sino a che avremo meno valore degli uomini, sino a che saremo considerate “fardelli”, la violenza contro di noi continuerà ad andare “dall’utero alla tomba” e non finirà.
Dove si potrà vedere il tuo film?
Intendiamo proiettarlo in tutto il mondo, chiunque può diventare nostro partner e farlo. Lo renderemo disponibile anche su Dvd e in streaming digitale. Chiunque sia interessato a proiettarlo può scrivermi:
Il trailer è su Youtube.:
https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=M3gafLeQrQI
UNA BREVE NOTA
Le traduzioni di Maria G. Di Rienzo sono riprese dal bellissimo blog lunanuvola.wordpress.com/ e già che ci sono ricordo il suo ultimo libro, “Voci dalla rete: come le donne stanno cambiando il mondo” (una recensione è qui alla data del 2 luglio 2011).
passo l’informazione a qualcuno che potrebbe essere interessato.