Philip Dick e una lezione di disobbedienza…

… in una breve narrazione

di Gianluca Ricciato

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«E’ impossibile insegnare a disobbedire quando è necessario, si può solo dare l’esempio». È l’insegnamento di fondo del racconto «L’ultimo test» di Philip Dick che Daniele Barbieri (il db di codesta bottega) mette alla fine della sua chiacchiera-spettacolo «Sette storie (o più) di futuri in scena».

A volte le 7 – o anche 14 – brevi narrazioni si intrecciano con il testo «Quando c’era il futuro, Tracce pedagogiche nella fantascienza» (FrancoAngeli, 2013) che db ha scritto con Raffaele Mantegazza, ragionando su come la fantascienza può aiutare nell’educazione e formazione. Perché «educare un ragazzo o una ragazza significa giocare con il futuro […] per questo motivo l’educazione è così vicina all’utopia e a tutte le forme di immaginazione che gli esseri umani hanno cercato di utilizzare per immaginare il futuro» si legge all’inizio di «Quando c’era il futuro».

La vicenda di Bob Bibleman, lo sfigato protagonista de «L’ultimo test» ci mostra che è possibile percorrere le strade della resistenza, della nonviolenza, della disobbedienza ma spesso dentro di noi qualcosa si oppone.

Bob Bibleman passa la vita ai giardinetti a chiedere soldi per comprarsi un hamburger. Un robot gli annuncia che ha vinto (senza neppure aver preso il biglietto) in una lotteria: per un anno mangerà e dormirà gratis senza altri obblighi che studiare. Bob sospetta la fregatura anche perché il nome della località non è incoraggiante, si chiama “Seifottuto”… Il resto potete ascoltarlo qui nel mio montaggio:

https://www.youtube.com/watch?v=Fb7H7Xt3mSY

 

Gianluca Ricciato

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