Piano nazionale d’azione contro il razzismo…

… e contro la xenofobia e l’intolleranza 2021-2025: perché è necessario.

di Germana Marchese (*)

L’articolo 3 della Costituzione italiana, al primo comma, recita

«Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali».

Allo stesso modo l’Unione Europea vieta le discriminazioni fondate sulla razza o sull’origine etnica; l’articolo 2 della direttiva 2000/43/CE del Consiglio europeo, del 29 giugno 2000, che attua il principio della parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e dall’origine etnica –direttiva sull’uguaglianza razziale– fornisce una definizione di discriminazione diretta e indiretta a causa della razza o dell’origine etnica.

Fatta tale premessa è comunque impossibile negare che questo genere di discriminazioni continuino a esistere nelle nostre società. Occorre allora contrastarle attivamente. Per questo motivo si è deciso infatti di attuare dei programmi volti a rendere sistematici ed effettivi il principio di parità di trattamento e non discriminazione.

In vista del piano

Di recente, in sede europea, sono stati adottati alcuni documenti in relazione alla predisposizione del Piano nazionale d’azione contro il Razzismo, la Xenofobia e l’Intolleranza 2021-2025.

Il 16 dicembre 2021 la Commissione Europea ha approvato il documento “Principi comuni per i Piani di azione nazionali contro il razzismo e la discriminazione razziale”, contemporaneamente il Consiglio d’Europa, con un significativo contributo fornito dall’UNAR, ha adottato il “Quadro di riferimento per una strategia di integrazione Interculturale”.

Il piano d’azione dell’UE contro il razzismo 2021-2025 stabilisce una serie di misure per intensificare l’azione e riunire gli attori a tutti i livelli per affrontare il razzismo in modo più efficace. Questo piano d’azione intende affrontare il razzismo e la discriminazione razziale in tutta la società, attraverso azioni nel quadro giuridico dell’UE, un’equa attività di polizia e protezione, l’istruzione e la memoria, il finanziamento in settori quali il mercato del lavoro, la protezione sociale, l’assistenza sanitaria e gli alloggi, la lotta contro l’estremismo ed i discorsi di odio.

I principi

All’interno del primo documento citato si elencano una serie di principi, tra loro complementari e interconnessi.

  • Riconoscere e incoraggiare la diversità, l’equità e l’uguaglianza; garantire che i quadri giuridici e politici dell’UE, così come altri impegni derivati dagli obblighi internazionali siano pienamente incorporati e attuati a livello nazionale;
  • Identificare e affrontare le potenziali manifestazioni di razzismo strutturale e il loro impatto;
  • Fissare obiettivi specifici e raggiungibili nei piani d’azione nazionali;
  • Stabilire misure che affrontino il razzismo con un approccio olistico; assicurando il coordinamento e l’integrazione delle azioni antirazziste nelle politiche a livello nazionale, regionale e locale;
  • Assicurare che l’impegno, la partecipazione attiva e la trasparenza siano principi guida e informino la progettazione e l’attuazione dei piani d’azione nazionali;
  • Raccogliere e usare i dati sull’uguaglianza e sui crimini motivati dall’odio per garantire una politica basata sulle prove;
  • Considerare adeguatamente il monitoraggio e/o la valutazione dei piani d’azione nazionali.

In sintesi, si tratta di adottare piani strategici volti ad individuare obiettivi, misure e azioni concrete in grado di evitare e compensare situazioni discriminatorie.

«Dobbiamo parlare di razzismo,» ha detto Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione Europea, nel suo discorso tenuto al Parlamento europeo nel giugno del 2020, «ma dobbiamo anche agire. Cambiare direzione è sempre possibile se ve ne è la volontà. Sono felice di vivere in una società che condanna il razzismo, ma non dovremmo limitarci alla semplice condanna. Il motto della nostra Unione europea è “Uniti nella diversità” e il nostro compito è essere all’altezza di queste parole e dare ad esse un significato concreto».

(*) Link all’articolo originale: https://serenoregis.org/2022/01/05/piano-nazionale-dazione-contro-il-razzismo-la-xenofobia-e-lintolleranza-2021-2025-perche-e-necessario/

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Lanterne verdi (ovvero la necessità urgente di un forte impegno antirazzista)

di Moreno Biagioni

In un periodo in cui, per impedire l’accesso sul suolo europeo a richiedenti asilo, profughi/e, migranti, sorgono muri e non si soccorre chi naufraga in mare, diviene ancora più necessario impegnarsi sul terreno dell’accoglienza solidale e dell’antirazzismo.

Tanto più che adesso è messa sotto accusa l’idea stessa di solidarietà (si veda la condanna di Mimmo Lucano e l’incriminazione, poi rientrata, delle persone che a Trieste davano rifugio e sostegno ai migranti provenienti dalla rotta balcanica) ed occorre quindi riaffermarla come principio basilare della convivenza umana.

Per questo vorremmo qui riproporre le iniziative della Rete Antirazzista che da oltre un ventennio si batte in città, a Firenze, contro ogni tipo di discriminazione, sia nella società che a livello delle istituzioni, e di “Umani per r/esistere”, un soggetto nato, sempre a Firenze, al tempo dei Decreti Salvini al fine di unire all’azione di denuncia e di contrasto nei confronti di tali decreti un’attività pratica volta a dare ospitalità a coloro che venivano messi fuori, sulla base appunto delle nuove norme, dai centri di accoglienza istituzionali.

Da un lato, quindi, si raccoglievano firme su un appello elaborato dall’ex Magistrato Beniamino Deidda – che, alla luce dei principi costituzionali “demoliva” i decreti Salvini -, dall’altra si cominciava a costruire una rete di interventi concreti di accoglienza.

Com’era avvenuto in altre occasioni, al pensiero ed all’azione razzista si contrapponevano il pensiero e l’azione solidale e antirazzista (penso al tempo delle campagne contro i Rom ed alle iniziative che le contrastarono, riuscendo ad incidere positivamente sulla cittadinanza).

Come sta avvenendo oggi ai confini della Polonia con la Bielorussia, dove ai proclami delle autorità che negano ogni possibilità di aiuto a chi cerca di varcare il confine, condannando a morte certa nel gelo uomini, donne e bambini, spuntano le “lanterne verdi”, cioè i segnali messi sull’uscio della propria casa da quanti/e sono disponibili, rischiando i rigori della legge, a dare sostegno a chi cerca di andare verso ovest per trovare una vita migliore.

In tutto questo ci sono due idee diverse ed opposte di Europa che si contrappongono:

– una, che ha il sostegno delle leggi e intende costruire muri, è quella dell’ “Europa fortezza”, da preservare nei confronti di tutte/i coloro che intendono raggiungerla e che vanno considerati come dei potenziali “invasori”;

– l’altra, che invece stabilisce ponti e canali al fine di aprirsi ai nuovi cittadini/alle nuove cittadine e di crescere così attraverso l’incontro ed il confronto interculturale, secondo lo spirito che aveva animato il “Manifesto di Ventotene” (cioè l’idea di Europa di Spinelli, Rossi, Colorni, che l’avevano appunto lanciata dall’isola in cui erano stati confinati dal fascismo).

Se c’è una possibilità di sopravvivenza per l’umanità, oltre ad un’inversione decisa nei rapporti con l’ambiente, è quella di andare incontro ad un processo di meticciato che superi davvero barriere e confini.

L’intreccio, il “metissage”, la “mescolanza” di persone e culture sono l’unico futuro possibile dell’umanità, in una prospettiva che realizzi davvero l’ideale per cui “nostra patria è il mondo intero”.

A quanto affermava Ernesto Balducci – “l’uomo del futuro o sarà un uomo di pace o non sarà” – si potrebbe aggiungere “le persone del futuro o saranno meticce o non saranno” (perché si si isoleranno, chiudendosi ciascuno nella propria “piccola patria”, e correranno il rischio di distruggersi a vicenda tramite i possibili scontri tra le diverse realtà identitarie).

Per questi motivi bisogna rimettere al centro del nostro agire, in un tempo di pandemia in cui altri temi stanno prendendo il sopravvento, l’antirazzismo, l’accoglienza, la solidarietà con chi arriva in Italia dal Mediterraneo o dalla “rotta balcanica”.

Molti sono i modi per dare concretezza a queste azioni – per mettere, anche noi, sulle nostre case delle “lanterne verdi” -, e cioè:

– il sostegno finanziario alle navi che operano per raccogliere i naufraghi, spesso ostacolate e boicottate,

– la richiesta che vengano sospesi i brevetti sui vaccini anti-covid (e si possano quindi estendere le vaccinazioni in Africa e nelle altre zone dove, fino ad oggi, sono state vaccinate precentuali bassissime di popolazione),

– l’impegno per ampliare la rete di accoglienza a coloro che riescono a raggiungere le nostre città,

– la mobilitazione perché vengano risolte alcune questioni che si trascinano ormai da molto tempo (ad esempio, l’approvazione di una legge che realizzi finalmente lo “jus soli”),

– la solidarietà a chi è messo sotto accusa per il suo impegno solidale

(innanzitutto a Mimmo Lucano, che aveva portato avanti una esperienza esemplare a Riace – un’esperienza che coniugava l’impegno ad accogliere i/le migranti con la rivitalizzazione di un paese in via di abbandono, un’esperienza attaccata e distrutta dai poteri forti e da gran parte dei soggetti politici – e che è stato condannato in prima istanza, con una sentenza assurda, a 13 anni di carcere ed al versamento di una somma notevole).

Di fronte ad una società basata sulla ricerca del profitto è stata proposta negli ultimi tempi la Società della Cura, che si basa invece sul prendersi cura dell’ambiente, delle altre persone, di noi stessi.

Ebbene, senza una pratica coerente e decisa sui terreni dell’antirazzismo – contro il razzismo odierno, che si collega spesso alle forme, vecchie e nuove, con cui si manifesta il fascismo -, della solidarietà, dell’accoglienza non può esistere la Società della Cura.

Ed è per questo che riproponiamo come prioritari tali terreni d’azione e riproponiamo la Rete Antirazzista e “Umani per r/esistere” come strumenti importanti per portarli avanti.

Redazione
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Un commento

  • Francesco Masala

    Territori accoglienti: costruiamoli insieme!
    22 gennaio meeting online

    Il 19/01/2022 12:01, Forum Per Cambiare l’Ordine delle Cose ha scritto:
    Durante l’incontro del 22 gennaio vorremmo approfondire i temi individuati, e programmare insieme sia l’incontro con le istituzioni che l’assemblea con la rete‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌  ‌ 

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    Il Forum non è un movimento per i diritti dei migranti, ma un movimento per cambiare le politiche migratorie nazionali ed europee, che ad oggi producono danni e violazioni allo stato di diritto e al tessuto democratico delle nostre società.

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    Territori accoglienti: costruiamoli insieme!
    22 gennaio meeting online

    I prossimi 21 e 22 gennaio si sarebbe dovuta tenere la terza edizione del Forum nazionale per cambiare l’ordine delle cose. Purtroppo l’attuale condizione sanitaria legata al Covid-19 ci costringe a spostare questo appuntamento, prevedendolo per marzo.
    Questo non è uno stop: al contrario, vogliamo approfittare dello slittamento delle date per rafforzare il carattere collegiale e collettivo che da sempre caratterizza il Forum. Abbiamo deciso di mantenere la data del 22 gennaio come un ulteriore momento di confronto e di preparazione della due giorni che verrà.

    In vista dell’assemblea nazionale abbiamo già individuato alcuni temi da approfondire e direttrici da seguire, partendo dal lavoro di elaborazione con cui, insieme a un’ampia rete nazionale, ci proponiamo di intervenire sul piano integrazione (previsto dal dlgs 18/14 e dall’art 5 del DL 130/2020 convertito in legge n.173 il 18 dicembre) di prossima emanazione. Dopo una lunga consultazione che ha coinvolto diversi territori italiani abbiamo prodotto un’analisi tanto delle criticità che rendono difficoltosi i percorsi di inclusione dei titolari di protezione internazionale, quanto delle buone prassi locali portate avanti dalle realtà territoriali.

    Durante l’incontro del 22 gennaio vorremmo approfondire i temi individuati, e programmare insieme sia l’incontro con le istituzioni che l’assemblea con la rete. I binari su cui vorremmo che il confronto si muovesse sono:

    – Mappature del reale per un futuro da creare. Le realtà territoriali incontrano le istituzioni.
    Insieme alle realtà attive nei territori abbiamo creato un percorso di ascolto e confronto, mantenendo un unico comun denominatore: l’accoglienza e i processi di inclusione rivolti ai richiedenti e titolari di protezione, intendendo non il mero sistema di ricezione – un tetto e dei pasti – bensì tutte quelle azioni che dovrebbero garantire un reale inserimento delle persone nel tessuto sociale, economico, politico del Paese, e che per questo consideriamo dedicate non solo ai cittadini di origine straniera ma all’intera società. La politica è chiamata a costruire il ‘Piano di sostegno all’integrazione’: noi abbiamo costruito un ‘piano dal basso’, con cui non ci siamo limitati a mappare lo status quo, ma abbiamo fornito anche e soprattutto esempi di alternative possibili e riproducibili.

    Tavoli di lavoro: attivisti, migranti, associazioni si confrontano.
    Il ‘piano dal basso’ ha evidenziato criticità trasversali a tutto il territorio nazionale, veri e propri impedimenti alla realizzazione autonoma e all’inserimento nella società dei richiedenti e titolari di protezione internazionale. Specifici tavoli tematici analizzeranno quanto emerso, soffermandosi sulle urgenze e necessità più stringenti.

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    L’incontro si terrà sabato 22 gennaio, dalle 11 alle 14, online su piattaforma Zoom. E’ necessario registrarsi qui per ottenere il link Zoom e ricevere il materiale finora prodotto.

    https://www.percambiarelordinedellecose.eu/territori-accoglienti-assemblea-nazionale-21-e-22-gennaio-2022/

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