Piccola matematica nazionale

l’abituale neuropoesia di Pabuda che però annuncia: «la mia vena si è esaurita…» (*)

è matematico:

i nazionalisti fanatici

delle piccole patrie –

non faccio nomi

per carità di…,

per l’appunto –

ci mettono un attimo,

appena conviene,

a convertirsi

in patriottici sostenitori

della patria un po’ più grossa

che fino a ieri detestavano.

L’importante è che sia

altrettanto

avida, corrotta, approssimativa

e per gli stranieri inospitale.

I piccoli nazionalisti che fanno i grandi

non è che siano dei fenomeni

così spettacolari o interessanti,

eppure

trovano in un battibaleno

schiere di giornalisti pronti a sbavare

in ogni tivù, radio o giornale.

Ci deve essere sotto qualcosa di molto

più importante e convincente

di ‘ste trottole da niente.

Spegnete le luci e tutti gli elettrodomestici,

chiudete gli occhi e poi provate a pensarci:

potreste sorprendervi o annoiarvi, dipende.

(*) Chi frequenta abitualmente questo vecchio-nuovo blog è abituato la domenica mattina a godere delle neuropoesie di Pabuda. Che però ieri ha scritto alla redazione: «la mia vena si è esaurita. Non sono più in grado di condividere con regolarità nuove neuropoesie. Se volete riutilizzare ogni tanto roba vecchia, siete liberi di farlo: come diceva Lorenzo Marvelli: “una volta scritta, quella roba non è più mia, è di chi legge”». Qui al reparto agitati – insomma nella piccola redazione del blog – abbiamo subito recuperato un “inedito” (recente) di Pabuda e poi scongiurato Pabuda, con voci diverse ma con una sola anima, a considerare «vena esaurita» soltanto un momento di passaggio e non un addio. Sarà come sarà: 1) grazie; 2); Pabuda, ti aspettiamo comunque per una domenica o per tutte; 3) se il post successivo, quello delle dodici insomma, in qualche modo ti riguarda… e se no ti piacerà lo stesso; 4) ricominciare mica significa tornare indietro.

Breve pausa.

  • Scusate chi di voi ha una buona frase per il finale?
  • Io pensavo: “Ti vogliamo bene”…
  • A me veniva in mente “per un verso o per l’altro”
  • Che fai giochi al neuropoeta abusivo?
  • Guardate che di Pabuda c’è solo lui e noi siamo soltanto una frotta di fans.
  • Mmmmmmmmm

Qualcuno versa del vino virtuale e momentaneamente la Red-az-blog tace (più che altro virtual-sorseggia).

 

danieleB
Un piede nel mondo cosiddetto reale (dove ha fatto il giornalista, vive a Imola con Tiziana, ha un figlio di nome Jan) e un altro piede in quella che di solito si chiama fantascienza (ne ha scritto con Riccardo Mancini e Raffaele Mantegazza). Con il terzo e il quarto piede salta dal reale al fantastico: laboratori, giochi, letture sceniche. Potete trovarlo su pkdick@fastmail.it oppure a casa, allo 0542 29945; non usa il cellulare perché il suo guru, il suo psicologo, il suo estetista (e l’ornitorinco che sonnecchia in lui) hanno deciso che poteva nuocergli. Ha un simpatico omonimo che vive a Bologna. Spesso i due vengono confusi, è divertente per entrambi. Per entrambi funziona l’anagramma “ride bene a librai” (ma anche “erba, nidi e alberi” non è malaccio).

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