Pillole inattese per lunghe ore diverse
di Sandro Sardella
Giovanni Trimeri con stile disadorno quasi dimesso ..
con ironia sorniona .. ci passa parole asciutte innervate
di cultura alta meticciata di cultura bassa parlata devastata ..
in queste briciole di “breviario” inedite .. pensieri indifesi ..
un quasi diario agrodolce di uno che tiene cicatrici di quegli
anni là .. e, con secca compassionevole semplicità combatte
.. ancora .. il tempo involgarito e svuotato di questi tempi ..
pillole inattese per lunghe ore diverse ……………..
da: «Breviario per il tempo lento»
Scrivo per cancellare gli errori/orrori dentro
Molti urlano per coprire il rumore
dei loro sogni che cadono
La luna è di chi sogna
e i sogni portano in alto
Chiamami oggi! Alla mia età
non si amano i verbi
coniugati al futuro
Sbrecciare la realtà con la luce della poesia
La fantasia dei treni s’esprime negli scambi
Sangue sudore lacrime, ma anche bava e sputi:
i drammi umani si esprimono in liquami
“Noi siamo – dicevi – finchè qualcuno ci ricorda”
Passato prossimo polveroso
presente indicativo annebbiato
Insonnia. Riassumo lentamente
qualche pagina della vita.
Ad ogni rintocco del campanile, un nuovo capitolo.
Passata la stagione
per sognare ori e allori
vivo l’età dei ricorrenti dolori
La vita, un fare e disfare
i piedi nel fango
e comunque sognare
UNA BREVE NOTA
Questa «nota d’acqua» – mi ha scritto Sandro nell’inviarmela – fa da cappello meglio da predella a una manciata di quasi aforismi del poeta Giovanni Trimeri (Fonzaso, Belluno, 1953) operatore culturale al Comune di Feltre; scrive poesie per grandi e piccini. Qualche libro: «Luoghi d’uso» – Campanotto Editore, 2000 e «Geografia minima» – Manni, 2007. Una poesia di segni e rughe e ceffoni.