Piombo

Gli abitanti di Flint hanno bevuto acqua avvelenata. E il governo lo sapeva

di Marina Forti (*)

MarinaForti-FlintProtest

Migliaia di abitanti di Flint, nello stato del Michigan, Usa, hanno bevuto per quasi due anni acqua piena di piombo. In settembre i medici hanno trovato piombo nel sangue di 200 bambini sotto i 6 anni. Solo nei primi giorni di questo gennaio però il governatore del Michigan Rick Snyder ha dichiarato lo stato d’emergenza. E ora risulta che Snyder e il suo staff erano stati informati del problema già un anno fa, e anche i dirigenti dell’Ente di protezione ambientale ne erano al corrente.

«Il governo ha avvelenato gli abitanti di Flint» titola un notiziario locale. «Qualcuno dovrebbe andare in galera per questo» dicono ingrugnati cittadini, in coda per ricevere bottiglie d’acqua potabile dai vigili del fuoco (cito da questo servizio di mlive-Flint Journal). Il cineasta (e cittadino di Flint) Michael Moore ha fatto circolare un hashtag, #ArrestGovSnyder: ora raccoglie firme su una petizione per chiedere al Procuratore generale degli Stati uniti di arrestare il governatore del Michigan.

Cosa è successo dunque a Flint, la città operaia già sede della General Motors?

Flint: acqua potabile e filtri distribuiti da una charity, 19 gennaio

Tagli di bilancio. Tutto è cominciato alla fine nel 2013, quando un commissario speciale nominato dal governatore Snyder ha deciso di chiudere il contratto di approvvigionamento idrico dal sistema di Detroit (che pesca dal lago Huron) e di attingere invece al fiume Flint, in attesa di costruire un nuovo sistema di approvvigionamento proprio: l’amministrazione avrebbe risparmiato 5 milioni di dollari nel primo anno, e 19 milioni in 8 anni.

Dall’aprile 2014 dunque l’acquedotto di Flint pesca dal fiume omonimo. «Gli abitanti hanno capito subito che l’acqua era cattiva. Aveva un colore orribile, il sapore era cattivo, l’odore era cattivo» spiega Curt Guyette, giornalista investigativo che lavora con la American Civil Liberties Union (Aclu) del Michigan e ha contribuito a far emergere lo scandalo. Per mesi però i cittadini si sono sentiti dire che l’acqua era sicura. «Ormai nel 2015 una residente, LeeAnn Walters, ha potuto far analizzare la sua acqua dalle autorità, ed è risultato che conteneva oltre 100 parti per miliardo di piombo. Non esiste un livello sicuro di piombo. Le norme federali considerano un livello di guardia 15 parti per miliardo, oltre bisogna intervenire». Ma nessuno è intervenuto.

Piombo nel sangue. Fin quando nel settembre 2015 la dottoressa Mona Hanna-Atisha, medico del locale ospedale pediatrico, ha diffuso uno studio da cui risulta che il numero di bambini con altissimi livelli di piombo nel sangue era schizzato in alto da quando la città beve dal fiume Flint. Più o meno allo stesso tempo un ricercatore di Virginia Tech ha trovato che quell’acqua conteneva livelli preoccupanti di sostanze corrosive e piombo.

Le autorità hanno negato. Nel frattempo però anche attivisti sociali e giornalisti indipendenti hanno cominciato a analizzare campioni d’acqua.

In ottobre le autorità pubbliche hanno riconosciuto ciò che ormai tutti sospettavano: l’acqua del rubinetto non era da bere. Il 1 ottobre il governatore Snyder ha stanziato 12 milioni di dollari perché l’acquedotto di Flint tornasse ad allacciarsi al sistema di Detroit. Il danno però era fatto. Per molti bambini rischia di essere irreversibile, perché il piombo agisce sullo sviluppo del cervello e del sistema nervoso (qui la scheda dell’Organizzazione mondiale della sanità).

Il fatto è che l’acqua del fiume Flint contiene sostanze corrosive, in misura tale che in breve hanno cominciato a corrodere le vecchie tubature di ghisa della città (oltre metà dell’acquedotto ha più di 75 anni): ora è chiaro che gli amministratori non avevano fatto tutte le necessarie analisi sulla qualità dell’acqua, prima di metterla nell’acquedotto. Paradossale: nell’ottobre 2014 General Motors ha smesso di usare quell’acqua perché gli faceva arrugginire i suoi motori. Ma ancora, nessuno si è preoccupato degli umani.

Le autorità sapevano. L’allora sindaco di Flint, Dayne Walling, aveva segnalato il problema almeno un anno fa. Il governatore Snyder era stato informato: si deduce da un promemoria datato 1 febbraio 2015, mandatogli dal suo staff: diceva che «il sindaco cavalca il panico pubblico… per chiedere allo Stato di condonargli il debito e ottenere soldi per migliorie delle infrastrutture». Liquidava le lamentele dei cittadini per quell’acqua giallastra e di cattivo sapore: la Safe Drinking Water Act (la legge federale sull’acqua potabile) «non si occupa di estetica dell’acqua».

Quel promemoria non parlava di piombo, ma citava la corrosione delle tubature e i trialometani (gruppo di sostanze usate nella disinfezione): in concentrazioni alte possono causare tumori. Doveva bastare per indagare la situazione, ma la nota tagliava corto: «Sono un problema di salute pubblica solo in caso di esposizione cronica, a lungo termine».

Quella nota fa parte di quasi 300 pagine di e-mail che il governatore ha diffuso mercoledì, nel tentativo di parare lo scandalo. Il giorno prima, nel suo discorso sullo “stato dello stato”, Snyder si era scusato con i cittadini. Il suo portavoce dice che il governatore non ha saputo della gravità del problema fino al 1 ottobre, quando ha preso le misure necessarie. Ma sembra difficile da sostenere.

E poi ormai piovono rivelazioni. Il Detroit news ha riferito che le autorità federali avevano cominciato a indagare sul caso in febbraio, e da aprile scorso l’ente di protezione ambientale, Epa, sapeva che mancava un sistema di controllo sulla corrosione delle tubature: lo ha confermato la responsabile dell’Epa nel Michigan, Susan Headman (ora criticata perché ha lasciato quelle informazioni nel cassetto).

Insomma: le autorità sanitarie sapevano, il governatore anche. I ricercatori di Virginia Tech dicono che tutto si poteva evitare filtrando l’acqua, con una spesa di appena 100 dollari al giorno. Invece i cittadini hanno bevuto acqua avvelenata.

Una città di neri Molti si chiedono se sarebbe successo così anche in una città di bianchi. Perché Flint è abitata al 56 per cento da neri. È anche una delle città più povere del Paese, in profonda crisi da quando la General Motor ha chiuso quasi tutte le sue attività produttive – non è più la città operaia raccontata da Ben Hamper in Revithead. I più abbienti se ne sono andati, in città la disoccupazione è altissima, la povertà è la regola. Proprio come nella vicina Detroit. Ovvio che poi le amministrazioni municipali vanno in bancarotta: chi poteva pagare tasse è andato via. Alla radice di questa crisi c’è una profonda ingiustizia.

Giorni fa il sindaco di Flint, Karen Weaver, ha detto che costerà intorno a 1,5 miliardi di dollari rimettere a posto la rete di distribuzione dell’acqua potabile. Ora i soldi arrivano, il governatore ha promesso 28 milioni per il recupero di Flint; il presidente Obama ha promesso 5 milioni supplementari di assistenza finanziaria.

Eppure, giorni fa il dipartimento alle finanze del comune di Flint ha annunciato una ondata di distacchi dell’acqua a cittadini che non pagano la bolletta: 1.800 avvisi partiti in novembre, altri in questi giorni. L’annuncio ha suscitato un coro di indignazione.

Secondo Lonnie Scott, che dirige la coalizione Progress Michigan, a Flint non è in questione solo la responsabilità di qualche amministratore, ma la logica dell’austerità: «La gestione d’emergenza, e decenni di austerity repubblicana, sono la causa del disastro».

(*) ripreso da http://www.terraterraonline.org «Cronache da un pianeta in bilico» – il bel blog di Marina Forti

 

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