Pneuma

di Mark  Adin

Gli uccelli hanno ossa pneumatiche, ovvero vuote all’ interno.

Anche molti uomini e donne ci hanno le teste pneumatiche.

Un fatto naturale, evoluzionistico. Anche l’umanità vorrebbe volare? Sarebbe ora. Volare alto, come dirigibili, come quegli aerostati che paiono leoni di mare, dugongo, sirenidi dell’etere, Babau di Buzzati. Forse per questo esiste la specie umana dei palloni gonfiati. Si alzano in volo anche loro, molto, molto pneumatici. Vedo sfrecciare una rondine dal volo a guizzo, si tuffa e risale veloce. Corro a informarmi. La classificazione vacilla, scopro qualcosa che stravolge facili deduzioni: le rondini non ce le hanno, le ossa pneumatiche.

Le rondini, ( per me assomigliano tutte a Belen Rodriguez, ma questo è un altro discorso ) il loro scheletro è fatto di ossa piene. Eppure volano splendidamente. I cieli son pieni dei loro arabeschi.

Per azzardata analogia: anche le teste piene possono volare e non soltanto quelle pneumatiche.

Dunque il volo è concesso a tutti, allora si voli. Sì, ma per quale destinazione?

Il pallone gonfiato va su, semplicemente sale, si compiace della verticalità, pippa di vertigine e sensazione di prevalenza sul tutto. Più in alto vò, più bbello sò. Ma quanto so bbello, assomiglio all’uccello. Esercizio di mera altitudine. Orgasmo d’altura.

La testa pneumatica svolazza senza costrutto, in balia dei venti, portandosi appresso un corpo impacciato e gravitante. Ha la testa fra le nuvole, ma i piedi toccano terra. Un conflitto insanabile, da un punto di vista gravitazionale. Entropico, disordinato. Voli di tacchino.

E’ solo chi c’ha la testa pesante-pensante che, quando vola, tanto assomiglia alla rondine.

Conosce la direzione, è ben orientato, sverna ai paesi caldi. Vola sicuro. Sta in equilibrio sui fili della luce, pure quello.

Indosso un vecchio frac e mi sporgo dal balcone, in piedi sul parapetto. Apro le braccia. Mi appresto al volo. Passa un rondone e garrisce garrulo: “ma chi ti credi di essere?”e un altro: “ma dove credi di andare?”.

Prima che ne passi un altro e mi dia, più semplicemente, del pirla, rifletto e recedo dall’insano gesto. Cerco di analizzare il mio stato mentale. In questo momento, prima di spiccare il volo, avrò la testa pesante-pensante o la testa pneumatica? Nel dubbio – dio, quanto ci aiuta il dubbio in certi casi! – non mi butto.

La testa, in fondo in fondo, serve a pensare. Non è solo un accessorio di volo.

Ma io, ostinatamente, ribadisco di aver bisogno di volare, e qualche volta di volare alto, che mi farebbe bene essere un po’ rondine, per non dimenticarmi che si può navigare nel cielo, come fanno loro: le rondini eleganti e veloci.

Però non mi piacerebbe farlo da solo.

Sì, perché bisognerebbe volare in tanti, bisognerebbe volare tutti. Una rondine solitaria, come del resto è noto, non fa primavera.

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