Poesia: Beowulf, Borges e l’universo

La “cicala” del sabato (*)

Composizione scritta su un esemplare del Beowulf

A volte mi domando quali ragioni
mi spingono a studiare senza speranza
di precisione, mentre la mia notte avanza,
la lingua degli aspri sassoni.
Consumata dagli anni la memoria
lascia cadere la invano ripetuta
parola ed è così che la mia vita
tesse e disfa la sua stanca storia.
Sarà (mi dico allora) che in un modo
segreto e sufficiente l’anima sa
che è immortale e che il suo vasto e grave
cerchio abbraccia tutto e può tutto.
Al di là di questa brama e di questo verso
mi aspetta inesauribile l’universo.

(Jorge Luis Borges, da «L’altro, lo stesso», tradusione di Tommaso Scarano)

DUE BREVI NOTE

In bottega cfr Borges: «Quartiere riconquistato», Jorge Luis Borges: «Adam Cast Forth», Jorge Luis Borges: «Il Sud», Borges: «La felicità» e Jorge Luis Borges: «La sentinella»

Beowulf è il più lungo poema epico in lingua inglese arcaica nonché uno dei più antichi fra quelli sopravvissuti. Il manoscritto in cui fu ritrovato è generalmente datato intorno all’anno 1000 e raccoglie opere di epoche diverse, accomunate dalla presenza di mostri e creature fantastiche. La trascrizione del manoscritto è opera di due monaci amanuensi.

(*) Per anni qui in “bottega” il sabato ha regnato “cicala” grazie a un’amica – libraia militante e molto altro – che invia ad amiche/amici i versi che le piacciono. Dopo un paio d’anni di interruzione le sue scelte poetiche sono tornate e di nuovo lei ne sceglie una alla settimana per noi. Perciò ci rivediamo qui fra 7 giorni…

 

 

Redazione
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