Poesia pulita in tempi inquinati

di Sandro Sardella

un amico antico .. anzi meglio un “compagno” .. mi invia il suo recente libro di poesie .. Oscar Locatelli : “Gravi turbe di circolo” .. (sestante ed. BG)

ci si conosce .. se ben ricordo dalla metà degli anni ’80 del secolo scorso .. era un giovane che aveva scoperto la rivista di scrittura operaia “abiti-lavoro” .. inoltre era politicamente e sindacalmente impegnato nella sinistra .. al suo paese .. Paladina in  provincia di Bergamo .. è stato assessore e poi sindaco per due mandati.. probabilmente uno dei rari sindaci di centrosinistra in terra di lega lombarda dura e pura .. nella nota biografica dice .. ora di essere in esodo dal lavoro e dall’attuale quadro politico .. ..

il libro è bello ricco di una fresca intensità esistenziale e poetica .. la copertina scoppiettante di colori e di sua mano e le poesie vibrano in una scrittura innervata del vivere che non si arrende alla marceria di questi tempi ..

una poesia civile di parte che non tace non si inacidisce e non di adegua ai vincitori .. un suo continuare come in un precedente libro .. “Ramerino viola” (Edizione Libreria Novantadue, Arcore, 2004) dove ho avuto la complicità di intrecciare i suoi testi con alcuni miei disegni e dove in una bella prefazione di Giovanni Garancini (il mitico “direttore” di abiti-lavoro).. parlando del fare di Locatelli ricorda il grande Rocco Scotellaro .. ..

.. non tutti i libri di poesia sono un furto al patrimonio forestale!

*

ORSU’ DUNQUE (Esortazione)

Dimmi che

hai nostalgia

di quelli che

mangiano col cappello

e sul più bello

se ne vanno via.

Dimmi che

bruceranno nelle fiamme

di qualche inferno

quelli che si sporcano

all’interno.

Dimmi quanti sono

gli intervalli

tra un lunotto

e una scocca;

passami la brocca

quella coi fiori gialli!

Dammi il valore

del lavoro,

del libro

e della fatica

sulla bandiera

antica,

sulla stella

color dell’oro.

Dammi di nuovo

il tempo

dell’amore totale

e comune,

con la semina

tra le lune

per la vita

che s’acquatta.

*

SEMINATIVO URBANO

Maschio che ammiri il cagnolino

incurante del mondo

ma sedotto dal suo bisognino.

Femmina che parcheggi di traverso

e farti leggere un libro

è tempo perso.

Che mai potranno le belle arti

contro le depilazioni

in tutte le vostre parti?

Ma che mai potrò io

che mi ostino ancora ora

a dire parole da un leggio?!

*

POLLICINO

Non stiamo

lasciando tracce

segni utili

degni di attrazione

lunare

banalmente imitabili,

trasmissibili

nei giorni che passano

con i sentimenti

che devi trattenere

per amare

educare, raccontare.

Non ci cadono

briciole di essenza,

su nessun sentiero

o camminamento

e lo sguardo

è solo di lato:

mai avanti

mai indietro.

 

Redazione
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Un commento

  • Michele Licheri

    E’ sabato e sono stanco. Dovrei essere felice per l’ennesima settimana conclusa, invece sono fiacco. Giungo all’agognato porto, stanco. E’ il lavoro nella sua struttura socio-concentrazionaria che mina l’anima, il corpo. Fortuna che nell’orizzonte campeggia l’arte, non quella di maniera, bensì quella che si innerva alla vita (Sardella dixit!). Così una copertina “in proprio”-quella di Oscar Locatelli- coloratissima può accenderti la lampadina e fare luce, ancora, in quegli androni neuronali, cognitivi dell’io non arreso, creativo, kolkotziano. Che dire? Grazie al poeta di Paladina per le trovate verbali e per le immagini ironiche che mettono in luce tutto il nostro sfacelo, tutto l’insieme del corpo civico corrotto e razzista che campeggia sull’epoca. E’ una tragedia il tempo che ci scorre quotidianamente davanti, al limite del melodramma italico: chissà mai dove sarà finita la cristianità includente di Maria Maddalena e dei ladroni crocifissi! E i soggetti delle officine in festa che si opponevano e immaginavano un altro futuro da spartire, condividere? E l’avanguardia di abiti-lavoro -ancora citata- qua e là creativa e sparpagliata? Io non so dove porti il tempo ma posso raccontarlo, così come fanno Sandro Sardella “sintetico e scalfente recensore”, e Oscar Locatelli poeta di ben alta lega! W gli argopoeti che schierandosi al fianco degli ultimi e rivoltando le tasche alla vita, riprogettano l’arte che prelude ancora a scenari futuribili. Essi giunsero in tuta dalle officine fordiste per abbriviare ben oltre confine e salmodiare l’incontro col compagno.

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