Prestare ai ricchi perché inquinino meno?

di Vito Totire (*)

Dal mercato delle armi alle bonifiche ambientali il passo è…breve?

Le notizie diffuse il 15 febbraio da «Il Resto del Carlino» inducono a riflettere: Bnl (Gruppo Bnp Paribas) concede finanziamenti alle aziende, vincolati ad obiettivi di «sostenibilità». E’ ovvio che trattandosi di una banca diversa dalla Banca Etica non potevamo aspettarci parametri comportamentali identici a quelli di quest’ultima. Ma andiamo avanti: Bnl è ai vertici della classifica delle cosiddette “banche armate” però adesso diventa anche “banca ceramica” nel senso di fare azioni benefiche a favore di un comparto industriale che ha bisogno di una riverniciata “green”. Bnl ha già finanziato la Granarolo per aiutarla a ridurre il consumo di plastica; in questo caso l’obiettivo è nobile: prodotto di base è il latte. le mucche però vengono ancora trattate con antibiotici anche per tamponare gli effetti collaterali della loro innaturale segregazione fisica. Vero comunque che è sempre meglio impegnarsi nella riduzione delle plastica piuttosto che dare sostegno logistico ai pagamenti delle forniture di armi (bombe, carri armati, elicotteri ecc.).

Così ora Bnl – “banca armata” di lungo corso – viene in aiuto al gruppo Abk (cioè ceramica Modena / Sassuolo) per l’acquisto di un nuovo cogeneratore che garantirebbe un progressivo risparmio energetico e una riduzione delle emissioni. Il prestito ammonta alla modica cifra di 3 milioni di euro e prevede un miglioramento delle condizioni di prestito indicizzate a parametri di sostenibilità.

Difficile ipotizzare che i controlli sulla sostenibilità saranno pubblici e difficile comprendere se l’affare riguarderà solo vantaggi (risparmi) economici per i beneficiari del prestito o anche effettivamente vantaggi per l’ambiente.

Gli obiettivi dichiarati rimangono “ambiziosi”. La responsabile corporate banking di Bnl Gruppo Bnp Paribas – la signora Regina Corradini D’Arienzo – parla di «impatti positivi sulle persone e sulla economia reale». Il gruppo Bnl peraltro avrebbe acquisito “lo ststus” di migliore banca al mondo per la finanza sostenibile, titolo ricevuto da Euromoney, avendo stanziato 168 miliardi per contribuire al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Onu. Eccezionale veramente!

E’ che noi siamo diffidenti; e ci assalgono alcuni interrogativi:

  • Quanto sarebbe più sostenibile lo sviluppo planetario se tutte le banche e quindi anche il gruppo Bnp Paribas evitassero di dare supporto alle operazioni finanziarie del mercato delle armi? (dalla Reazione annuale al parlamento del 2015 sappiamo che il volume delle transazioni finanziarie per vendita di armi è stata del 6.22% per Bnp Paribas e del 4.03% per Bnl sul totale)
  • Prima di concedere 3 milioni di euro in prestito al consorzio Abk (il cui slogan commerciale è «emozioni in superficie») Bnl ha soddisfatto tutte le richieste di prestiti fatte da poveri, precari, disoccupati, persone senza casa e giovani coppie?
  • La riduzione dell’impatto sulle persone e la sostenibilità non sarebbero obiettivi più realistici con la decrescita (degrowth) piuttosto che con questa fasulla “crescita verde” ? La green growth in verità è crescita “drogata”. Anche perché: siamo sicuri di avere bisogno di tanta ceramica sul pianeta Terra o piuttosto si sta pensando di aprire all’export su altri pianeti della galassia? Altro che bretella Sassuolo-Campogalliano!
  • Infine; la signora Regina parla di «impatto sulle persone»: Bnl ha ricevuto richieste di finanziamento dalla Laminam spa di Borgotaro? In caso negativo venga la Bnl – che ipotizza impatti positivi futuri sulle persone – assieme al presidente della Regione e-R Bonaccini e ai suoi assessori per inalare gli impatti negativi attuali. Magari Bnl e Laminam hanno qualcosa da dirsi?

A noi , che siamo un po’ all’antica, pare che le banche dovrebbero supportare (per carità con interessi, ma “sostenibili” ) i più bisognosi e che i padroni dovrebbero invece auto-sostenersi con i loro già lauti profitti senza alimentare altri conflitti di ricchi contro poveri. E dovrebbero contemplare (sempre i padroni) fra le BAT – migliori tecnologie disponibili – anche la più efficace tra queste: la decrescita, cioè ridurre la produzione per aumentare la salute.

(*) Vito Totire dell’associazione per la ecologia sociale Chico Mendes

 

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