Pugni ai fianchi.. la poesia di Paul Polansky
«Carmine Voices» racconta le periferie italiane
di Sandro Sardella
lui che con la sua scrittura piana parlata ha dato voce alla vita
del popolo dei Rom .. alla loro tragedia .. alla loro cultura ..
lui che con la sua scrittura precisa intensa ha dato voce ai
senza casa in USA ..
in questo libro .. «Carmine voices» (Volo Press 2015 – traduzione
di Valerie Dumas) .. eccolo raccontare la “periferia italiana” ..
nelle pieghe del quartiere storico di Brescia .. scopre e narra in
poesia dopo aver incontrato ascoltato convissuto .. un affresco
di borgata! per niente naif .. dove le poesie di Paul Polansky
sono pugni contro l’emarginazione dei Rom degli homeless
degli ultimi in questo occidente dove il sogno liberista sta
naufragando in modo devastante ..
lui condivide e riporta il bruciore e l’odore delle ferite di
una umanità che si vorrebbe nascondere sotto il tappeto
fuori dall’ingresso di una normalità di falsi colori sparata .. ..
(il libro è arricchito da vecchie foto d’epoca e dalle nuove
fotografie di Walter Pescara ..)
*
TUTTA LA MIA VITA AL CARMINE
Ho trascorso la mia vita in questo quartiere.
Oggi a 75 anni sono in pensione,
ma per 41 anni ho lavorato
in un tribunale locale.
Ho sentito storie
e visto rapporti della polizia
su prostitute e ladri
di questo quartiere.
Dovete fare attenzione.
Rubano soprattutto biciclette.
A me ne hanno rubate
ventiquattro finora.
Ho sentito storie sui ladri di polli.
Così si chiamavano 50 anni fa
ma rubavano soprattutto biciclette,
non borselli come oggi.
Se volete saperne di più
chiedete alle prostitute.
Loro conoscono
tutto di tutti.
*
INNAMORATA
Quando smisi di prostituirmi
sposai un uomo. Ero innamorata.
Pensavo mi amasse.
Desiderava sposarmi solo
per fare sesso a piacimento. Mi ha
usata, e poi mi ha mollato.
Ma sono ancora innamorata,
dell’amore.
*
LAVORI
Gli italiani mi vedono in questo bar durante il giorno
e pensano che non lavori.
Pensano che abbia un giro criminale,
che sia ricco e non abbia bisogno di lavorare.
Non sanno che faccio il turno di notte
in un’industria di pneumatici.
Gli italiani sono i primi a non lavorare.
Hanno lavori che non vogliono fare.
Bevono caffè tutto il giorno nei bar
aspettando che qualcuno li promuova dirigenti.
Di recente sono stato con un’italiana, ma
ci siamo lasciati perché non voleva
che i suoi genitori scoprissero
che avesse un ragazzo albanese.
Oggi vorrei una ragazza
albanese, ma non sono mai libere.
A Brescia fanno tutte due lavori.
Buona sera. Ad alcuni “letterati” sdoganati in RAI & altrove (poeti compresi) direi che è giunta l’ora di sporcarsi le mani e l’esistenza dando un’occhiata tra le piaghe della vita, nel gran flusso umano dei senza terra, dei sopravvissuti usati per incrementare maldestramente-mafiosamente o con ignavia il PIL; troverebbero a buon mercato materiale “ispiratorio” da inspirare a pieni polmoni e a mente in marcia a tutta, nelle periferie quotidiane, nei deserti liberisti della precarietà/instabilità così tecnologica e apolitica, dove l’affare e l’equilibrio populistico-plutocratico domina; ma dubito che la lor vena creativa possa rasentare l’apice narrativo, il registro espressivo sinteticamente alto di P. Polansky in CARMINE VOICES. Michele Licheri