«Pulcinella Quartet» di Virgilio Sieni

recensione di SUSANNA SINIGAGLIA

Maschere dopo le maschere, forse per segnalarci quanto molteplici siano gli strati dell’io

Il palco è immerso in una penombra di luci brunite da pittura seicentesca – epoca in cui Pulcinella emerse agli onori della scena – dove troneggia circondato dai suoi strumenti sofisticati Michele Rabbia, il musicista che accompagnerà dal vivo le sequenze di danza componendo e improvvisando su base elettronica con percussioni, piatti, tamburi, casse, nonché strumenti costruiti da lui stesso come archetti e campanelli.

 

Da un lato, da dietro il sipario, sbucano quasi furtive delle figure mascherate, il torso nudo. Accennano alcune movenze, poi rientrano; ricordano i burattini che spuntano all’improvviso e all’improvviso scompaiono davanti agli occhi curiosi di piccoli spettatori. La maschera è quella di Pulcinella naturalmente, nera e col naso a proboscide. I personaggi della Commedia dell’arte hanno sempre creato in me una certa inquietudine, a eccezione forse di Arlecchino; e da bambina non sono mai riuscita a divertirmi guardando il teatro dei burattini. L’atmosfera in cui è avvolta la scena, quindi, mi sembra che interpreti perfettamente il mio stato d’animo.

I danzatori – quattro, due donne e due uomini – si avvicinano al personaggio un po’ timidamente, quasi in punta di piedi si potrebbe dire con un facile gioco di parole, anche se non è di danza classica l’ambito in cui ci troviamo. Riconosciamo a tratti i gesti tipici delle coreografie di Virgilio Sieni: il porgere, il sorreggere, l’abbracciare, l’inseguire. Sono Pulcinella leggiadri; li vediamo esibirsi in assoli inquieti, intrecciarsi a coppie o a tre o a quattro come da titolo.

 

 

 

Sembrano piuttosto lontani dalla maschera antropomorfa-teriomorfa che alcuni fanno risalire al lontano IV secolo a.C. e discendere da due personaggi delle Atellanae romane (da Atella, antica città campana): Maccus – servo dal naso e il ventre prominente, la faccia bitorzoluta, che indossava una camicia larga e bianca, portava una mezza maschera come quella dei comici dell’arte e recitava con voce chioccia – e Kikirrus, dall’aspetto animale il cui stesso nome riecheggia il verso del gallo. Ci ricorda infatti Gherardo Filistrucchi nel suo blog a proposito delle origini del nome “Pulcinella” nella Commedia dell’arte: “L’ipotesi più probabile… è che provenga da ‘pollus gallinaceus’ o ‘pollicenus’, in napoletano pollicino (pulcino) poiché chi l’interpretava teneva in bocca “un fischietto chiamato pivetta, simile a un richiamo di uccelli”, al fine di contraffare il suono della voce “rendendola stridula e pigolante”.

Punti di riferimento di Virgilio Sieni per la creazione dei “suoi” Pulcinella sono tuttavia Giandomenico Tiepolo e il libro di Giorgio Agamben Pulcinella ovvero Divertimento per li regazzi (nottetempo, 2015).

 

Come osserva Riccardo Ferrari in “Doppio zero” (30 luglio 2016), il Tiepolo fa sempre, o quasi, riferimento a una molteplicità di Pulcinella; “Pulcinella cova l’uovo da cui poi nascerà un altro piccolo Pulcinella, in un continuo ciclo autoriproduttivo”.

 

E a sorpresa nella performance di Sieni irrompe un quinto Pulcinella, un personaggio che compare e scompare, che insegue i danzatori, si pone alle loro spalle come ombra, doppio, scompagina i giochi, introduce un ulteriore elemento d’incertezza; un personaggio così misterioso da avvolgere di mistero anche il performer che l’interpreta, tanto che il suo nome nemmeno compare nei credit. Pulcinella ci presenta “un io sfuggente e plurale, un’esistenza larvale che accompagna quella degli uomini ‘veri’ e che avrebbe il potere di inceppare la ‘macchina antropologica dell’occidente’ grazie a un corpo ilare e deforme, sospeso fra l’umano e l’animale” (ibid.).

Alla fine i performer si tolgono la maschera, e mostrano intorno agli occhi il disegno di un’altra mascherina, quella nera classica che s’indossa a Carnevale; una doppia maschera dunque, forse per segnalarci quanto molteplici siano gli strati dell’io.

http://www.triennale.org/teatro/virgilio-sieni-pulcinella_quartet/

https://kartaruga.it/maschera/pulcinella/

https://www.filistrucchi.com/pulcinella/

http://www.doppiozero.com/materiali/agamben-tra-i-pulcinella-del-tiepolo

 

 

Susanna Sinigaglia
Non mi piace molto parlare in prima persona; dire “io sono”, “io faccio” questo e quello ecc. ma per accontentare gli amici-compagni della Bottega, mi piego.
Quindi , sono nata ad Ancona e amo il mare ma sto a Milano da tutta una vita e non so se abiterei da qualsiasi altra parte. M’impegno su vari fronti (la questione Israele-Palestina con tutte le sue ricadute, ma anche per la difesa dell’ambiente); lavoro da anni a un progetto di scrittura e a uno artistico con successi alterni. È la passione per la ricerca che ha nutrito i miei progetti.

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