Qatar 2022: aggiornamenti / 21

Un articolo ripreso da «Calcio romantico». La “bottega” continua a denunciare i mondiali della vergogna (64 partite e 6500 morti) e cerca di allargare il discorso allo sport del capitale.

Qatar 2022 in coerenza (*)

Il dubbio non mi ha mai sfiorato, sin dall’inizio. Di fronte a un Mondiale che è iniziato in inverno per assecondare i voleri di un emiro che ha fatto carte false per averlo e ha sfruttato a pieno la schiavitù legalizzata della kafala per costruirlo; che si tiene in una nazione con leggi patriarcali e omofobe che la FIFA ha fatto passare per attaccamento alla tradizione e ha difeso nei fatti; che viene narrato a impatto ambientale zero, nonostante gli stadi abbiano un sistema di aria condizionata e l’acqua del Golfo Persico venga estratta a palate e desalinizzata solo per innaffiare in modo opportuno i terreni di gioco… Ebbene, di fronte a un Mondiale che nasceva con queste criticità, il dubbio di boicottarlo non mi hai mai sfiorato. Il rito della Coppa del Mondo va comunque onorato, anche perché, dopo dodici anni di blog passati a spiegare alle persone che lo sport si intreccia, influenza ed è influenzato da fattori culturali, politici, economici e non si può pensarlo slegato dalla società, sarebbe folle ignorare una manifestazione in cui questo legame indissolubile è ancora una volta suggellato in mondovisione. Al Thani che si presenta avvolto nella bandiera della nemica commerciale Arabia Saudita alla cerimonia di apertura, i giocatori iraniani che non cantano l’inno contro l’Inghilterra per dare un segnale di supporto alle proteste in corso nel paese e poi lo cantano a mezza voce contro il Galles perché minacciati di forti rappresaglie1 e, ovviamente, tutta la questione della fascia di capitano rainbow2 ne sono esempi lampanti.

C’è poi un altro aspetto che mi interessa da storico dello sport: la narrazione che i media mainstream tipo Rai fanno di questo Mondiale senza l’Italia. E, a proposito di coerenza (o di incoerenza), stavolta del servizio pubblico, c’è parecchio da dire. Prima che la kermesse iniziasse avevamo ricordato come da noi il dibattito sulle criticità di Qatar 2022 fosse stato pressoché nullo. A differenza di quanto accaduto altrove, anche sulla scia di prese di posizione di giocatori e dirigenti. Nessuna sorpresa, quindi, se il 20 novembre la BBC, al posto della cerimonia di apertura, ha mandato in onda uno special sui lati oscuri della manifestazione, mentre in Rai si raccontava dei messaggi di inclusività veicolati dall’ospite d’onore Morgan Freeman e di come dietro la costruzione dello stadio Al Bayt ci fosse un pezzo di Italia. Così, senza nessun filtro.
Il clou, dal punto di vista della inopportunità dei termini scelti per narrare gli eventi in diretta, il duo
Bizzotto-Adani lo ha, però, raggiunto durante Argentina-Messico. Lasciando da parte le urla indistinte e confusionarie del “commentatore tecnico” al gol di Messi, è stato davvero agghiacciante il momento in cui la voce narrante Bizzotto ha ricordato con nonchalance e sorrisetto una dichiarazione del difensore albiceleste Lisandro Martinez, da questi riferita al suo modo di giocare e che suonava tipo “Se c’è da camminare sui cadaveri, lo faccio”. E tutto ciò senza minimamente considerare che il povero Lisandro in quel momento lo stava facendo davvero. Visti i tanti morti pagati per la costruzione degli stadi. E pensare che nella prima puntata de Il circolo dei Mondiali la direttrice di Raisport Alessandra De Stefano aveva assicurato che nessun aspetto a contorno di questo Mondiale così particolare sarebbe stato tralasciato…

Anche se, a volerla dire tutta, la vera incoerenza sarebbe stato un Bizzotto che dal nulla, dopo trenta anni di carriera passata a raccontare il calcio come qualcosa confinato per lo più al campo da gioco, si mostrava in grado di conferire al pallone la sua giusta dimensione biopolitica.

Federico

(*) ripreso da www.calcioromantico.com

VEDI ANCHE:

https://www.calcioromantico.com/primo-piano/onelove-ma-non-a-doha-e-dintorni

e
https://www.calcioromantico.com/primo-piano/qatar-2022-un-caso-di-corruzione-senza-corruttori/

In occasione del Mondiale di atletica di Doha del 2019, “calcio romantico” ha prodotto uno special in tre puntate che esamina aspetti legati anche al Mondiale di calcio e ad altri sport. Qui la PRIMA PARTE, qui la SECONDA PARTE, qui la TERZA PARTE.

NOTA DELLA “BOTTEGA”

Da quando la FIFA ha assegnato al Qatar i mondiali almeno 6500 lavoratori sono morti mentre costruivano le infrastrutture per le gare.

In Qatar i diritti umani sono quotidianamente calpestati. Ma il Qatar è così schifosamente ricco che i grandi media italiani (schifosamente servi) vedono solo tiri, parate, gol. Problemi? Sangue? Giustizia? Dignità umana?

Lo spettacolo a ogni costo.

Questo piccolo blog ha scelto di stare contro ogni fascismo e questi Mondiali ne sono parte. Abbiamo scritto Boicottare (ogni giorno) i mondiali di calcio in Qatar e così faremo fino al 18 dicembre. Grazie a chi ci segnalerà riflessioni, notizie e iniziative ma anche le punte massime dello “schifezzario” che passa per giornalismo.

E grazie a chi ci aiuterà ad allargare il discorso sullo sport dello sfruttamento, dello spreco e dell’inganno.

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *