Qual è il crimine supremo?

recensione a «La via delle stelle» (in edicola per tutto marzo) di James Tiptree jr ovvero Alice Sheldon

LaViaDelleStelle

«Ci sono due categorie di persone: quelle che pensano esistano due categorie di persone e quelle che hanno più buon senso». Frase che rubo al romanzo «La via delle stelle» per parafrasarla così: «Ci sono due categorie di persone: quelle che non hanno capito la frase precedente e quelle che hanno più buon senso, magari dopo aver letto Tiptree-Sheldon».

Il mio grazie a Urania che porta in edicola questo gran libro: «La via delle stelle» (290 pagine per 5,90 euri; traduzione di Marika Boni Grandi) del 1978 è uno dei due romanzi di Alice Bradley Sheldon che fu anche beffardamente James Tiptree jr; dell’altro «E sarà la luce» (anch’esso su Urania, due anni fa) trovate la recensione qui in blog-bottega dove altre volte comunque si è parlato di Sheldon-Tiptree e sempre per lodarla.

Dunque in italiano due soli romanzi più due antologie (introvabili); bisogna aggiungere – stando alla bibliografia in coda a questo Urania – la traduzione di 28 racconti, sparsi qua e là, perlopiù non rintracciabili. Non so dire quanto di inedito ci sia ma sarebbe ora che qualche editore riproponesse almeno questi vecchi racconti, tutti belli e alcuni eccelsi, geniali, memorabili.

Poco dirò, al solito, della trama.

Ci sono tre livelli di vita, d’amore – in parte si incroceranno – e coerentemente di scrittura in questo «La via delle stelle». Chi legge dovrà all’inizio concentrarsi un poco su questa tripartizione ma sarà abbondantemente ripagato.

Tre anche le forme del dolore, della morte. Due le sessualità possibili. C’è un colpo di scena che davvero-davvero vi costringerà a ripensare tutto. In una delle trame che vi avvolgeranno c’è la Terra. In un’altra – dove si comunica con i colori – il crimine supremo è rubare il corpo.

Difficile non innamorarsi di Tivonel «colei che vola lontano; e guarda caso quel nome significa anche creatura poco educata o selvaggia come il vento». Difficilissimo non stupirsi incontrando un mondo dove i maschi sono ancora più accentratori di quelli terrestri ma anche… veri padri: «i maschi sono più grossi e forti, è ovvio che spetti a loro tenere i bambini». Ovvio. Ovvio?

Il mescolarsi di mondi cambierà tutto e tutti. A esempio Daniel Dann a un certo punto non sarà più lo stesso: «per la prima volta ha veramente afferrato la più allucinante lezione della vita. L’altro Esiste. Luogo comune, pensa perplesso. Luogo comune, come tutti gli altri grossi concetti. Ma comunque non avevo capito. E come potevo?». Eppure lui è quello che più ha tentato.

Ur-vita. Sur-realtà. Incroci.

Un neonato unico nel suo genere. Un dio «fallibile» nato per caso: «confuso, gioioso, dolorante, curioso, a volte benevolo, non completamente raziocinante».

Ben strano quel mondo (la Terra? non posso dirvelo) dove «ognuno è completamente da solo». Eppure qualcuno ha «strane preoccupazioni per il dolore altrui». Da qualche parte si considera «molto disdicevole imporre i tuoi pensieri alla gente». Qui è possibile comunicare con la mente e lì… chissà. Forse la precognizione servirà. Ma il dramma è che «qualcosa là fuori sta uccidendo i mondi». Allearsi o combattere? Un solo nemico esterno o tanti anche interni?

Mi fermo. Tocca a voi.

Incamminatevi con Sheldon-Tiptree su «La via delle stelle», non ve ne pentirete.

PS: Qualche giorno fa in “bottega” raccontavo che il donare libri mi ha sempre accompagnato: che avessi pochi soldi (la norma) o qualcosina… Per quel che riguarda la fantascienza ai primi tre posti nei miei regali ci sono Dick, Sturgeon e Ursula Le Guin. Finiti i soldi, prestavo la mia copia dei libri amati ma siccome talora spariva (trattasi di un misterioso fenomeno noto come Astcpavnti cioè “anche se ti chiami Pietro a volte non torni indietro”) molti anni fa ho inaugurato, senza squilli di tromba o astronavi rombanti, la Bcfb ovvero la Biblioteca Circolante Fantascienza Barbieri: insomma compravo sulle bancarelle una seconda o una terza copia dei “mejo” da far circolare. L’idea piacque tanto ad alcune persone (Riccardo Valla fra gli altri) che mi spedirono scatoloni o scatoline di libri rari per la Bcfb. Uno dei titoli da me più amati era appunto il rarissimo «La via delle stelle» (lo avevo nell’edizione Armenia) che adesso ho ricomprato nell’edizione Urania appunto per rimetterla in una nuova “ondata” della Bcfb; una precedente si è arenata in Sardegna, mi pare. Se volete entrare nella Bcfb ve l’allungo volentieri. Però se non siete nel mio “giro”… vi resta solamente una strada: comprate «La via delle stelle» in edicola o costringete la più vicina biblioteca pubblica a dotarsene. (db)

 

danieleB
Un piede nel mondo cosiddetto reale (dove ha fatto il giornalista, vive a Imola con Tiziana, ha un figlio di nome Jan) e un altro piede in quella che di solito si chiama fantascienza (ne ha scritto con Riccardo Mancini e Raffaele Mantegazza). Con il terzo e il quarto piede salta dal reale al fantastico: laboratori, giochi, letture sceniche. Potete trovarlo su pkdick@fastmail.it oppure a casa, allo 0542 29945; non usa il cellulare perché il suo guru, il suo psicologo, il suo estetista (e l’ornitorinco che sonnecchia in lui) hanno deciso che poteva nuocergli. Ha un simpatico omonimo che vive a Bologna. Spesso i due vengono confusi, è divertente per entrambi. Per entrambi funziona l’anagramma “ride bene a librai” (ma anche “erba, nidi e alberi” non è malaccio).

3 commenti

  • Clelia Farris

    Concordo su tutto. E aggiungo che è un romanzo dallo stile particolare, che affronta la questione della diversità di genere usando soluzioni innovative (per l’epoca), mettendoci quel pizzico di umorismo che non guasta mai.
    E’ bello che Urania lo riproponga.

  • Va bene, db, m’incamminerò su La via delle stelle. Se non dovessi tornare, prenditi la responsabilità.

    • Daniele Barbieri

      bene Christiana, mi farai sapere
      per il ritorno non puoi sbagliare; dopo Vega giri a sinistra
      db

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