Qualche buona notizia del 2014…

… nel bilancio di Amnesty International


Condannati a morte salvati dall’esecuzione, prigionieri di coscienza rilasciati, passi avanti verso la fine dell’impunità: sono queste alcune delle buone notizie del 2014 ottenute grazie all’impegno di chi sta dalla parte dei diritti umani.

Marocco – Il 23 gennaio 2014 il Parlamento ha abolito la norma grazie alla quale l’autore di uno stupro nei confronti di una minorenne poteva evitare il carcere sposando la sua vittima.

Afghanistan – Il 17 febbraio 2014 il presidente Hamid Karzai ha rifiutato di firmare una legge che, attraverso il divieto di testimoniare da parte dei parenti degli accusati in un processo penale, avrebbe impedito alle donne di testimoniare contro i mariti e altri familiari imputati di violenza sessuale.

Stati Uniti d’America – Il 12 marzo 2014 Glenn Ford è stato rimesso in libertà dopo aver trascorso un quarto di secolo nel braccio della morte della Louisiana. Un tribunale ha riconosciuto la sua estraneità all’omicidio per il quale, nel 1988, era stato condannato a morte.

Nguyen Tien Trung © Archivio privato

Vietnam – Il 12 aprile 2014 sono stati rilasciati prima della fine della condanna due prigionieri di coscienza adottati da Amnesty International. Si tratta di Nguyen Tien Trung, un attivista pro-democrazia condannato nel 2010 a sette anni di carcere per “aver tentato di rovesciare il governo”, e di Vi Duc Hoi, blogger e scrittore, condannato nel 2011 a otto anni di carcere, poi ridotti a cinque, per “propaganda antigovernativa”.

Messico – Il 28 maggio 2014 un tribunale federale ha ordinato alla procura generale di ammettere pubblicamente l’innocenza di Jacinta Francisco Marcial, che nel 2009 era stata condannata a 21 anni di carcere per il sequestro di sei agenti di polizia. Aveva trascorso tre anni in una prigione dello stato di Querétaro prima di essere riconosciuta innocente.

Bielorussia – Il 21 giugno 2014, a seguito di un provvedimento di amnistia da lui non sollecitato, Ales Bialiatski è stato scarcerato dopo aver trascorso quasi tre anni dei quattro e mezzo cui era stato condannato nel novembre 2011. Bialiatski, fondatore del centro per i diritti umani Viasna, era stato adottato da Amnesty International come prigioniero di coscienza e il suo caso era stato rilanciato durante la maratona di firme “Write for rights” del 2012.

Olanda – Il 16 luglio 2014 un tribunale olandese ha giudicato l’Olanda responsabile sul piano civile per la morte di 300 civili musulmani di Bosnia uccisi nel luglio 1995 a Srebrenica. Secondo il tribunale, i caschi blu olandesi presenti non protessero le 300 vittime dall’assalto delle forze serbo-bosniache, che provocò tra 8000 e 10000 morti.

Argentina – Il 5 agosto 2014 Estela Carlotto, fondatrice delle Abuelas de plaza de Mayo, ha riabbracciato suo nipote Guido, nato nel giugno 1978 in un carcere argentino. La madre, Laura Carlotto, venne uccisa e Guido fu adottato illegalmente. La ricerca di Guido Carlotto e il ripristino della sua realtà identità sono durati 36 anni.

Repubblica Ceca – Il 25 settembre 2014 la Commissione europea ha deciso d’iniziare una procedura d’infrazione contro Praga per violazione della normativa anti-discriminazione europea a causa delle politiche educative discriminatorie nei confronti dei rom, perpetrata attraverso l’assegnazione delle alunne e degli alunni rom a scuole monoetniche o la loro destinazione a scuole o classi con programmi per persone con lieve disabilità mentale.

Paraguay – Il 4 ottobre 2014 la Corte suprema ha respinto il ricorso contro la legge 5194 del giugno 2014, che aveva espropriato 14.404 ettari di terreno per restituirli alla legittima proprietaria, la comunità sawhoyamaxa. Oltre 160 famiglie, accompagnate dalla solidarietà e dalle campagne di Amnesty International e di altre organizzazioni per i diritti dei popoli nativi, avevano intrapreso più di 20 anni prima una lotta per il ritorno alle terre ancestrali della regione di Chaco.

India – Con una decisione molto rara, il 12 novembre 2014 una corte marziale ha condannato cinque soldati all’ergastolo per l’uccisione illegale di tre uomini in un cosiddetto “falso scontro”, la modalità con cui si dissimula un’esecuzione extragiudiziaria sostenendo che le vittime sono state uccise durante uno scontro a fuoco. L’episodio era avvenuto nel 2010 a Machil, stato di Jammu e Kashmir.

Regno Unito/Irlanda – Il 2 dicembre 2014 il governo di Dublino ha chiesto alla Corte europea dei diritti umani di rivedere una sua sentenza del 1978 nella quale, accogliendo le tesi del governo britannico, aveva definito maltrattamenti e non tortura cinque metodi d’interrogatorio (incappucciamento, obbligo di rimanere in posizioni dolorose, isolamento acustico, diniego del cibo e dell’acqua, privazione del sonno) usati nel 1971 nei confronti di 11 prigionieri nord-irlandesi.

 

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