Quali diritti per chi lavora

Recensione a «Lavoro, Europa, diritti» (Ediesse) dedicato a Massimo Roccella Se il diritto del lavoro (inteso come disciplina di studi) è la vostra passione questo volume è certamente da leggere. Ma se pure «giuslavorismo» o «giuslaboralismo» vi suonano misteriosi, date lo stesso un’occhiata a «Lavoro, Europa, diritti», curato da Gianni Loy, perchè alcune parti del libro (quelle meno tecniche) potrebbero comunque coinvolgervi.

Il libro è dedicato a Massimo Roccella, morto (a soli 57 anni) nel 2010, il quale aveva iniziato la sua carriera accademica nel 1987 a Cagliari. E idealmente i saggi – di 24 fra autori e autrici, 3 spagnoli – si ricollegano a un seminario cagliaritano per ricordare Roccella. Si passa dall’Europa e dalla Corte di giustizia al riposo domenicale, dall’arbitrato alla riforma del lavoro pubblico, dallo sciopero alla nuova legge spagnola, dagli accordi italiani del 28 giugno 2011 al Welfare (sarà federale o statale?), dalle rappresentanze sindacali alla contrattazione.

Non tutti i saggi sono adatti a chi non abbia un minimo di infarinatura ma il ruolo dei giuslavoristi – e dunque la comprensione del loro impegno – può essere fondamentale ora che, come scrive Gianni Loy, «la corda è tesa, il fiato dell’economia, il peso della globalizzazione, si avvertono più che mai». Alcuni saggi si inseriscono nell’attualità, persino nella polemica politica quotidiana. A esempio Maria Vittoria Ballestrero con il suo «Ce lo chiede l’Europa?» solleva 4 questioni (legate a licenziamenti e contrattazione) per verificare se davvero le norme europee prevalgano su quelle nazionali, italiane in questo caso: non è questione da poco. Come è interessante capire se il riposo domenicale (ne parla Anna Fenoglio riprendendo uno scritto di Roccella) sia un retaggio del passato o una tutela da salvaguardare con poche – e motivate – eccezioni. O ancora, ne accenna Lorenzo Gaeta, sino a che punto si possa mercificare il lavoro umano, una pratica che viene combattuta dal pensiero marxista ma pure dalla Chiesa cattolica (anche prima di Wojtyla, «primo papa ad aver fatto l’operaio»).

La maggior parte degli scritti teme un orizzonte fosco per i diritti di chi lavora, addirittura il rischio di «far retrocedere di quasi un secolo il sistema delle tutele». E almeno in questo senso – ancora Loy – «la disciplina che va sotto il nome di Diritto del lavoro» non deve essere immolata «sull’altare pagano dell’economia».

«Lavoro, Europa, diritti: in ricordo di Massimo Roccella»

a cura di Gianni Loy,

Ediesse e Centro studi di relazioni industriali dell’università di Cagliari

278 pagine per 15 euri

BREVE NOTA

Questa mia recensione è uscita – al solito: parola più, parola meno – sul supplemento del quotidiano «L’Unione sarda» il 9 febbraio 2013. (db)

Redazione
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