Quando emigravano i bambini italiani

danieleB
Un piede nel mondo cosiddetto reale (dove ha fatto il giornalista, vive a Imola con Tiziana, ha un figlio di nome Jan) e un altro piede in quella che di solito si chiama fantascienza (ne ha scritto con Riccardo Mancini e Raffaele Mantegazza). Con il terzo e il quarto piede salta dal reale al fantastico: laboratori, giochi, letture sceniche. Potete trovarlo su pkdick@fastmail.it oppure a casa, allo 0542 29945; non usa il cellulare perché il suo guru, il suo psicologo, il suo estetista (e l’ornitorinco che sonnecchia in lui) hanno deciso che poteva nuocergli. Ha un simpatico omonimo che vive a Bologna. Spesso i due vengono confusi, è divertente per entrambi. Per entrambi funziona l’anagramma “ride bene a librai” (ma anche “erba, nidi e alberi” non è malaccio).

2 commenti

  • rebloggato nel mio blog

  • domenico stimolo

    Il recente passato è sempre vivo nei cuori dei cittadini democratici, che mantengono forti i sentimenti e le pratiche del contrasto al razzismo oggi dilagante, alla solidarietà. Ci racconta il dolore, la disperazione, lo sfruttamento dei tanti italiani che, a decine di milioni, sono stati costretti a fuggire dalla povertà, lasciando i loro luoghi nativi, per cercare di sopravvivere. Moltissime le aree territoriali rimaste spopolate, lasciate, purtroppo, in mano ai latifondisti, al padronato ingordo, alle mafie.

    La rimembranza è ancora più grande quando si riportano alla comune conoscenza le vicissitudini di tanti bambini, ragazzini, dal nord al sud ( come in questo articolo pubblicato su “Patria indipendente”), sottoposti alle più bieche pratiche di schiavitù. Quanti morti, feriti, mutilati, percossi nelle carni, nelle menti, nei teneri sentimenti.

    E’ la nostra storia, del nostro paese. Oggi, vilmente vilipesa dai proclami e dalle pratiche di nuove “orde” che si scagliano contro i giovani ( e non solo) che cercano rifugio e nuova vita, in Italia, in Europa. Mentre tentano di nascondere i tanti giovani emigranti italiani che ancora continuano a fuggire dall’Italia.
    I custodi della Memoria, i difensori della Costituzione, non desistono. Sono tanti, come constatato nel corso dell’ultimo anno, e come visto a Milano nella grande manifestazione di sabato scorso.

    Il testo, ripreso dalla “ Bottega”, è stato pubblicato oggi dal sito di Agoravox Italia:
    https://www.agoravox.it/Quando-emigravano-i-bambini.html

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