QUANDO IL NEMICO SI AVVICINA – 1

Il racconto verrà pubblicato in quattro puntate. Alla presente infatti seguiranno quelle del 29 e 5-12 novembre.

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GEREMIADE PRIMA

Attenzione a voi, gente di ogni volontà,
attenzione, visionari inseguitori dei giorni di paga,

abitatori del buio in attesa dentro sale di IV categoria, come in un sogno erotico Old France di inghiottire porzione intere di ribalte infestate da ombre effimere di infima cellulite;
attenzione, assatanati Manager che disegnate tombe alle spalle del vostro prossimo, biblici abitué dei Supermarket con cinture di castità intorno al cervello;
attenzione: questa è l’ultima diligenza per la Terra Promessa. Questa è l’estrema occasione di salvezza che la fortuna vi offre, la tratta a vista spiccata sul vostro domani.

GEREMIADE SECONDA

Attenzione, figli di Giuda e Maometto, profanatori di Walalla mal progettati; arriva l’inferno di incubi suini e fritture maldigerite delle vostre cene televisive; arriva l’iradiddio di Mille Diluvi Universali, arriva stridendo sbavando strisciando il pericolo di sempre, gli abominevoli mostri di Deneb, di Ophiuco, Rigel, Eridani, Antares e Betelgeuse e Sirio e Arturo congiunti; arrivano gli inaspettati tenebrosi castigatori del Cielo, gli avversari eterni dell’Uomo scaturiti dal buio delle tombe siderali, gelide morti, spettri evanescenti, sanguinarie reliquie, ossa calcificate avvolte in sudari di nero orrore, sincopi immateriali apportatrici di lutti e dolori; arrivano gli osannanti padroni dell’invisibile, Signori del Male e del Caos, viscide minacce di desolazione; arriva il disordine assoluto, l’annientamento della morale e della ragione, Thanatos del benessere e del pensiero.
Il nemico è piombato fulmineo, Armaggedon fuori bilancio, sulle nostra retrovie indifese e avanza senza trovare ostacoli, distruggendo i ponti logistici e mesmerici che avevamo costruito in secoli di rincari del prezzo del pane bianco, tipo Bava Beccaris, tagli alle pensioni e catastrofiche finanziarie. Sferra colpi mortali ovunque, esorbitante di zelo e fervore, avido di conquiste. Le nostre fortezze cadono ad una ad una, mentre nell’indifferenza universale si insinua nella nostra civiltà, minandola dall’interno. Libri, giornali, riviste, strutture di Telecomunicazione Pubbliche e Private sono già sotto il suo controllo e ci incalza ancora sull’intero fronte dello scibile umano. La caduta definitiva della nuova Costantinopoli si approssima. E’ vicina, è già qui, alle porte. E’ per me, per voi, oggi stesso, o l’indomani, domani l’altro… perciò questo potrebbe essere l’ultimo messaggio che riceverete, o l’ultimo non inquinato dalla superpsicologia delle Quinte Colonne Avversarie. Approfittatene. Usate questa estrema occasione di salvezza che il fato vi offre. Scendete per le strade e gridate ai quattro venti lo strepito delle budella strapazzate che vi coglie come la vertigine di una notte di cattiva coscienza passata in confronti sfavorevoli al consorte. Urlate ciò che le meningi hanno spremuto, ossigeno nutritizio atto a piegare l’ignavia e l’impudenza di lavoranti nerboruti. Diffondete il sacro messaggio, sozzi rincitrulliti in ipnosi perpetua davanti a schermi in policromia. E non illudetevi di trovare requie nell’abulia dei vostri salotti affumicati in lunghe sedute cerimoniali Super Filtro, Malboro Lunghe e Micidiali Camel: io vi scuoterò come un Vesuvio infuriato, vi tormenterò gli ID tropicali di insolenze finché non abbandonerete le muffite vestaglie di Coìn e l’odore delle vostre scoregge di colitici pazzi all’ultimo stadio della nevrosi. Sarò con voi un Rocky Marciano infuriato che ha tenaglie a prova di cobalto al posto delle mani e produce merda adrenalinica e piaghe del decubito. Sarò la spina nel fianco di voi Santi svogliati, finché la realtà non abbia scavato la sua strada attraverso i follicoli libidici del cervello, attraverso le sbornie di droghe medicamentose varie con cui appesantite i momenti dandovi illusioni di crapule gigantesche e scatenati acquisti di abiti DROP 7 Facis e Marzotto e Puralanavergine e comediavolosichiamano, ossessionati lividi nottambuli dell’esistenza.
Gridate, dunque. Il nemico arriva in cortei sterminati e vocianti. Occupa le nostre strade, le nostre piazze, le nostre aule con un fiume minaccioso di odio liquido (ingorghi paurosi lo precedono e lo seguono). Uccide tutto il buono del creato. Avanza spiegando la forza del suo immenso disprezzo per tutto ciò che è umano e ragionevole, spiegando ogni impossibile mezzo per realizzare i suoi fini.
Diffondete la voce terribile, l’estrema occasione di tempestività: carico di incubi genitali e utopie tremende (sproposi¬tati e satanici paradisi cibernetici, Cape Canaveral e Owen e Lenin messi insieme), il nemico è alle porte!

GEREMIADE TERZA

Giunge da mille punti diversi e da nessuno, dall’interno e dall’esterno, insinuandosi nelle nostre anime di seta e nei mini bifamiliari con giardino, nei capannelli del dopopartita e in cervelli disorientati da insediamenti filosofici di ebrei tedeschi e nostalgici dell’Avana in preda all’Amok.
Ha operatori abilissimi che predicano incessantemente sui treni, nei cinema, nella sale da ballo, nel self-service, nelle rivendite di tabacchi. Untori stile MIT, Berkley ed altro, in giaccone di montgomery da battaglia spargono nascostamente veleno nei cibi della gente. Seduti al sole sui muretti di Manhattan si godono il panico provocato dalle morti improvvise.
Non c’è nulla che li possa fermare (solo voi); sono corrotti e spietati. Diffondono malattie dell’encefalo persino negli orfanotrofi e nelle toilettes for lady.
E’ l’avversario totale, assoluto. Il nemico dei nemici. L’orco alieno. Nessun affidamento gli appartiene, nessuno glie è dovuto.

INTORNO ALLE COSE DEL NEMICO

GEREMIADE QUARTA – DESCRIZIONE PRIMA

A TUTTI! A TUTTI! A TUTTI!
A voi sensuali annusatori delle pentole del diavolo, voi borghesi pazzi che pisciate contro i muri accanto a portoni bui e in latrine sporche dei quartieri delle nuove Babilonie urlanti di peccati; voi isterici vecchi della Montagna che spargete lacrime loricate sul piombo commissionato a esaltati giovani precari; voi pavidi consumatori di anfetamine, alcool, nervini al limone e immondizie tostate, ascoltate tutti scopatori vanagloriosi di falliti sabato sera, fottitori carburati con Whisky and Soda e White Label di infima qualità. Stanno arrivando le blitz-krieg dell’ultima ora. Stanno arrivando i castigatori celesti che la viltà universale ha addensato. Hanno atteso e tramato a lungo, rosicchiando il formaggio delle vostre serate di tristezza dietetica, e al dunque arrivano, strateghi fanatizzati dalla certezza del K.O., onde edificare sulle spalle di tutti Bastiglie impenetrabili di acciaio immortale.
Prestatemi attenzione, maledetti piazzisti di carabattole affettive, putridi impostori di voi stessi, figli di incalliti lettori di Invernizio e Da Verona: guardatevi dalle suggestioni del nemico, dai suoi disinvolti tentativi di minare le vostre abitudini, d’infangare ciò in cui credete; diffidate del vicino, dell’uomo delle pulizie, dell’incontro casuale per strada, dei giovani in jeans che leggono strafottenti quotidiani sospetti. Il nemico è dappertutto e in nessun luogo, inafferrabile e spietato, affila i suoi coltelli di acciaio cerebrale e maieutica e organizza il disfattismo contro la guerra. La sua arma preferita è la seduzione, allusioni parecchio tendenziose idonee a seminare panico e sfiducia. La meta dichiarata è l’annientamento del libero arbitrio, tramite la mortificazione dell’individualismo. Fabbricano macchine che riducono le persone allo stato amebico, gelatina intellettuale che sbava assurdità e corruzione. Trasmettono per via orale virus culturali di ceppo sconosciuto che producono irreali effetti psichedelici e comportamenti asociali. Sono padroni di mostri inconcepiti e ributtanti congerie di tradimenti. La sorte di chi cade nelle loro mani è peggiore della morte. Cose innominabili succedono agli infelici. Si trasformano, mutano in esangui simulacri dell’orrore. Ho visto con i miei occhi diversi sventurati, totalmente plagiati da loro, affrontare impassibili la fucilazione e subire giorni bestiali e torture. I loro seguaci diventano insensibili al dolore, restii ai sentimenti; rinnegano i propri cari, regalano le mogli agli amici. Sigillano i televisori all’inizio dei campionati di soccer e guardano il mondo continuamente in cagnesco. Si muovono come sonnambuli, dissipando le occasioni. Sembra non abbiano alcun interesse, a parte le loro allucinazioni spastiche. Quando non sia possibile neutralizzarli, è opportuno tenersi alla larga da questi tipi. Non sottovalutateli. Erano arrivati a controllare 1/3 del nostro territorio e continuano ad avere in pugno un miliardo di noi. E ancora premono, avidi di conquiste, su tutti i fronti, insaziabili ninfomani della weltanshauung.

DESCRIZIONE SECONDA

Portano se stessi sopra New York, Roma, Parigi, Il Cairo e Singapore. Attaccano, seppelliscono di immondizie concettuali, residui di deliri onirici, gli antistanti Altari della Patria. Profanano le acquasantiere delle Basiliche versandoci dentro greg¬gio e liquido mestruale. Azzerano gli indici di gradimento dei migliori spettacoli e ancorman e linguelunghe contafrottole e cazzodiundio quantosonoscemi, pure noi che li ascoltiamo, mentre sulle strade vengono innalzati idoli abominevoli che la gente adora quali reperti del futuro, o come pergamene lunari ingiallite da eoni di esposizione ultravioletta, urlando ritmiche invocazioni rituali. Negli angoli appartati, quelli dipinti con acido fenico e vomito errante, bruciano in roghi di mille per volta libri indigesti ai loro animali (sanno di menta e tamarindo andato a male, sostengono). Poi saltano con furore erotico sulle finestre male illuminate degli ammezzati e predicano odio fisiologico e abbandoni perversi, bestemmiando indocinese. Le donne sui marciapiedi (aspettano dondolando le borsette) mostrano sguaiate ridendo rancide fiche pelose infibulate con anelli d’oro bianco cesellato a Toledo, Camelot ed Avalon, e gridano:
– Annusate, vecchi porci uccellimosci. Non vi tocca più!
Si recano poi tutt’insieme davanti alle statue dei caduti in cortei vocianti, travolgendo semafori fìn de siecle, staccionate di lavori in corso, cavalli di frisia, cancelli del Metrò. In testa si pongono anziani impavidi tentacolati che sorridono dalle labbra, duri dentro come il cuore di un investitore in tempi di vacche magre. Vestono pelli di pecora conciate all’istante, maleodoranti quanto le interiora di uno stitico assurdo, e manifestano la propria corrotta esasperazione gridando dentro megafoni scalcagnati fantasiose contumelie. S’atteggiano a inflessibili entusiasti zelatori. Segretamente però mandano tutto e tutti a fan culo e aspettano solo l’occasione buona per svignarsela. Infatti alla prima svolta dicono: “mi sono rotto”, e rendono il corpo alle viuzze del centro. Tirano fuori la cravatta e l’annodano al collo. Infine si immettono in osteriole da mezzi litri, sognando petrodollari e Pizze Napoli e si rimpinzano vergognosamente fino a scoppiare di invettive, dibattiti e congestioni cerebrali.

(segue)

Miglieruolo
Mauro Antonio Miglieruolo (o anche Migliaruolo), nato a Grotteria (Reggio Calabria) il 10 aprile 1942 (in verità il 6), in un paese morente del tutto simile a un reperto abitativo extraterrestre abbandonato dai suoi abitanti. Scrivo fantascienza anche per ritornarvi. Nostalgia di un mondo che non è più? Forse. Forse tutta la fantascienza nasce dalla sofferenza per tale nostalgia. A meno che non si tratti di timore. Timore di perdere aderenza con un mondo che sembra svanire e che a breve potrebbe non essere più.

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