«Quando Stephen Hawking giocava a poker sull’Enterprise»

Fabrizio Melodia sale a bordo del saggio di Manuel Moreno e Jordi Pont

«Scienza e fantascienza in libri, film e altra roba da nerd» recita il sottotitolo di questo affascinante saggio edito da Gribaudo, scritto a quattro mani e due cervelli dal dinamico duo Manuel Moreno Lupianez – professore di fisica all’ Università Politecnica della Catalogna e con una solida e riconosciuta esperienza nella divulgazione scientifica- e Jordi Josè Pont, direttore del dipartimento di fisica e ingegneria nucleare della medesima università e specializzato in esplosioni stellari (a studiarle non a provocarle).

Questi due geniacci un pochino nerd – che sembrano usciti direttamente dalla nota serie tv “The Big Bang Theory” – ci accompagnano per la bellezza di 189 pagine lungo un percorso che non farà più vedere allo stesso modo al lettore amenità del tipo astronavi a velocità iperspaziale, mantelli sgargianti da supereroe cosmico e spade laser di valorosi cavalieri Jedi in galassie lontane ma neanche tanto.

«Sono verosimili le prodezze di un umano come Ant-Man ridotto alle dimensioni di una formica? Basta il semplice spostamento di una leva perché l’astronave Millennium Falcon giri nella direzione desiderata? È vero che il tempo trascorre più lentamente vicino a un buco nero come accade nel film Interstellar dove un’ora equivale a sette anni sulla Terra? Possono sembrare, ma non lo sono, domande insignificanti»: inizia cosi l’avventura dei due scie-nerd-ziati. Scopriremo come riescono a portare per mano il lettore affinché egli possa sviluppare quel sano spirito critico e scettico che è alla base di ogni possibile conoscenza scientifica. Poco importa il quesito, l’importante è non smettere di porsi domande, come suggeriva quel geniaccio di Albert Einstein e, perché no, anche quel marpione di Socrate, con sana ironia e domande a trabocchetto che indispettirono non poco i potenti del suo tempo.

Dal capitolo «La Forza è con noi ma solo nell’immaginario» a quello che tratta di spade laser e cannoni laser (visibili ma anche no) passando per buchi neri che hanno per sentinelle nientemeno che un avamposto della Federazione dei Pianeti Uniti (sì, il mio amato Star Trek) passando per i moderni supereroi, la scienza viene separata dalla finzione, per quanto verosimile sia. La sospensione dell’incredulità lascia il passo a un divertito rasoio di Occam e assistiamo, una volta tanto, a un divertente insegnamento delle basi scientifiche e allo sviluppo del metodo scientifico pagina per pagina. E tutto con un sorriso mentre la finzione e il verosimile della fantasia sono un bellissimo modo per spiegare le cose senza banalizzare.

Nel finale troviamo pure gli esercizi per saggiare le conoscenze apprese. Tranquilli, sono assai più divertenti dei test a risposta multipla: si tratta di osservare una scena tratta da famosi film di fantascienza e segnare cosa c’è che non va. E attenti, Chewbacca e Yoda sono insegnanti inflessibili e hanno la Forza dalla loro parte, meglio non barare.

La bibliografia è assai interessante: ci si potrebbe aspettare un elenco di centinaia di titoli, come in ogni buon saggio che si rispetti, ma ne troverete solo quattro, assai tosti. Parliamo del mitico «La fisica dei supereroi» del bravo prof James Kakalios, già recensita qui in “bottega” come Bibbia per quanto riguarda la fisica che si cela dietro alle gesta dei supereroi. Passiamo poi a «La scienza della fantascienza» di Renato Giovannoli, vera summa theologica riguardo alla scienza che la fantascienza ha usato e a volte abusato, inventandone di sana pianta per esigenze narrative. Da non dimenticare la ponderosa e poderosa «The encyclopedia of Science Fiction» di Clute e Nicholls. Terminando con il mitico «La fisica di Star Trek» di Lawrence Krauss, opera di riferimento per far capire che Star Trek è roba seria da laureati (anche questo già recensito in “bottega”).

A proposito, come mai questo titolo? Lascio rispondere a loro: «In un celebre episodio di Star Trek:The Next Generation, per una partita a poker l’androide Data ricrea gli ologrammi di tre singolari compagni di gioco: Albert Einstein, Isaac Newton e Stephen Hawking. Mentre, per ovvie ragioni, Einstein e Newton sono impersonati da due attori, Hawking scelse di presenziare in persona, in una scena divenuta subito memorabile per i fans. Siamo partiti da qui per un libro che racconta la scienza nella fantascienza, ma anche gli errori (e a volte gli orrori) presenti in grandi classici della letteratura e del cinema, partendo dalle tante produzioni degli anni Quaranta e Cinquanta, passando per Star Wars e Star Trek, arrivando ai film degli ultimi anni».

Per credere nell’impossibile e andare oltre non vi resta che correre in libreria e regalarvi un viaggio andata e ritorno tutto compreso con «Quando Stephen Hawking giocava a poker sull’Enterprise» di Manuel Moreno e Jordi Josè: un viaggio interstellare (da Gribaudo) di 190 pagine per soli 14,90 centesimi. Capito tutto? 

 

L'astrofilosofo
Fabrizio Melodia,
Laureato in filosofia a Cà Foscari con una tesi di laurea su Star Trek, si dice che abbia perso qualche rotella nel teletrasporto ma non si ricorda in quale. Scrive poesie, racconti, articoli e chi più ne ha più ne metta. Ha il cervello bacato del Dottor Who e la saggezza filosofica di Spock. E' il solo, unico, brevettato, Astrofilosofo di quartiere periferico extragalattico, per gli amici... Fabry.

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