Quasi Polaroid Blues

(Discanto per Amiri Baraka)

di Sandro Sardella  

 

il sole spalanca il marciapiede

strisciano i passi

vesti di nero e leggi

 

la voce ferma

fiera nell’aria

il volto mobile col ciglio alzato

occhi testimoni

occhi che fissano le stelle

corpo curvo e minuto

 

ne hai respirata di polvere

in una vita presa a pugni

tutto è volato

 

il tempo come vertigine

fermenta la tua tumultuosa eredità

il tempo ti rende incontenibile mito presente

 

carboni di carne senza consolazione

la poesia inghiottì la politica

spalancò le porte dei cessi dei bianchi

gridando bestemmie forti e melodiose

 

parole vibranti ardenti alate

parole dissepolte scelte riscattate

parole dalle lotte lavate

 

poesia necessaria brilla dentro

cicatrici incandescenti

nel cieli dell’impero

 

poesia libertà da adesso in adesso

accumulata luce forza spasimo di vita

 

poesia fertile speranza nelle tenebre dell’ingiustizia

 

il vento soffia

restare in movimento

unità + lotta”

 

nel fiume in piena

una poesia che rompe

d’indignazione per il razzismo

per le miserie materiali e culturali

 

i funzionari leggono il loro rapporti

telefonati dall’università

bel tempo nelle strade sporche di Newark

 

il tempo batte il ritmo di

una borsa gonfia di fogli libri libretti

dalla quale mago tiri fuori

parole canto grido rabbia gioco gioia

 

vestire il silenzio

slaccerò la tua scrittura

 

restare in movimento

unità + lotta”

 

(Rasa di Varese – 13 gennaio 2014)

 

Redazione
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