Quei “No TAV” colpevoli di tutto

di Rom Vunner

Il meglio del blog-bottega /246…. andando a ritroso nel tempo (*)

No TAV, violenza privata e violenza pubblica

Sicuramente è stato qualcuno dei NoTAV! A fare cosa? Boh, scegliete un po’ voi quello che vi pare.

Facendo un po’ di mente locale, sappiamo che i NOTAV sono: montanari senza arte né parte, cavernicoli che si oppongono al progresso, NIMBY, anarcoinsurrezionalisti, black-block, mafiosi, ‘ndrine, stalker… Tra l’altro, stando alla stampa libera, ma libera veramente, queste sono le principali motivazioni per cui “la” Treno ad Alta Velocità va fatta, o almeno questo traspare da questi media.

In effetti se per i NOTAV fanno analisi su analisi, mancano completamente le ragioni per cui costruire questo mostro.

Se guardiamo indietro, troviamo, tra le argute motivazioni, il parere tecnico favorevole di Nomisma, del mitico Romano Prodi. Una loro consulenza, pagata e strapagata, sentenziava solennemente, dopo studi approfonditi, che il treno veloce va fatto perché veloce. Nell’antica Grecia il primo che avesse utilizzato un’argomentazione simile invece di essere strapagato sarebbe rotolato da una rupe dentro una botte ma, nella società dell’innovazione e della tecnologia, questo porta ad essere considerati grandi statisti.

Altro cavallo di battaglia della campagna SìTAV è: ce lo chiede l’Europa. In effetti l’Europa ci chiede di rimediare alle condizioni disumane delle nostre carceri. L’Europa ci chiede di farla finita con le corporazioni degli ordini professionali. L’Europa ci chiede di iniziare ad avere una gestione non mafiosa dei rifiuti. Ce ne chiede di cose l’Europa, e paghiamo un sacco di multe per queste cose, abbiamo 106 infrazioni aperte, deteniamo il record! Il TAV, però, è il nostro Governo che lo chiede all’Europa. Prega proprio per ottenerlo, o meglio per iniziare ad avere la promessa dei fondi. Già, perché l’Europa ce lo chiede così tanto che non ha nemmeno ancora detto se caccia gli euro. Figurarsi che i regolamenti dell’Unione Europea richiedono che le popolazioni interessate dall’opera siano in accordo con questa. Ovviamente il nostro Governo ha tranquillizzato la Commissione Europea dicendo che i valsusini sono felici di accogliere questa opera nei loro territori. In realtà una delegazione di valsusini, in via del tutto straordinaria, è stata ricevuta dal Presidente della Commissione Europea. Gli hanno detto che loro non sono per nulla felici di ospitare l’opera. Barroso non ha potuto far altro che dir loro che la Commissione non ha il potere per dire a un nostro ministro che è un bugiardo.

Cerchiamo però le giustificazioni tecniche. Ci dovranno pur essere. Forse qualcuno ricorda Mercedes Bresso, ex-governator della Regione Piemonte, sbracciarsi al TG3 contro le tesi di Marco Ponti (esperto internazionale di trasporti, area liberista) che rimarcava l’inutilità della linea Torino – Lione. La Bresso sosteneva che la linea avrebbe visto passare un treno merci lungo un kilometro ogni tre minuti! Per questo andava fatta. Poi venne fuori che era impossibile. Per percorrere il grande tunnel un treno ci metteva circa 25 minuti e poteva passare solo un treno alla volta. Ricapitoliamo: la linea va fatta e diverrà conveniente quando passerà un treno lungo un kilometro ogni tre minuti ma questo non avverrà mai, perché, proprio esagerando, passerà un treno lungo un kilometro ogni 25 minuti. Anche qui, nell’antica Grecia, qualcuno avrebbe fatto due calcoli e avrebbe scoperto che in realtà la linea poteva sopportare un traffico otto volte meno intenso rispetto a quello che serviva perché la linea fosse redditizia. Siamo però nell’era dell’innovazione e della tecnologia per cui la nostra stampa libera, ma libera veramente, non ci fa caso. Non fa caso nemmeno al fatto che la Bresso stesse parlando di una linea ad alta capacità (TAC), per il trasporto merci, mentre ora si parla di alta velocità (TAV) per il trasporto delle persone: ma a cosa servirà ‘sta linea essenziale rimane un mystero degno dell’eroe bonelliano Martin.

Scava e scava troviamo però un potente libro dal titolo Sì TAV. Gli autori sono di sicura capacità e la stampa libera, ma libera veramente, ne fa i suoi idoli. Uno dei due nomi è quello del ragazzo passionario del PD, tale Stefano Esposito, classe ’69. Forte del suo diploma magistrale e di una carriera come rappresentante degli studenti della FGCI (non la federazione calcistica ma l’allora partito comunista) entra subito nell’amministrazione delle società controllate, in particolare, rifiuti. Sì proprio quelli per cui l’Europa ci multa. Inutile ricordare che i rifiuti sono uno degli ingredienti di cemento e tondino. Inutile provare a dire che si tratta di un parere di parte, se uno lo fa ci penserà la stampa libera, ma libera veramente, a tacciarlo di essere un violento che aggredisce il povero passionario che nel frattempo ha visto premiata la sua fedeltà con un posto da senatore. L’altro autore, presentato dalla stessa stampa libera come un esperto, è sì un esperto, di cartografia però. Chi se ne frega sempre un esperto è, basta non specificare di cosa.

Non dimentichiamo poi che l’opera, la grande opera si farà con i soldi di privati. Inutile ricordare le denunce del giudice Ferdinando Imposimato che spiegava bene come dietro alla grande opera ci fosse la mafia. Oppure inutile richiamare il libro Il futuro di tangentopoli, di Ivan Cicconi, in cui si spiega molto bene come l’architettura finanziaria delle grandi opere non sia altro che un modo per legalizzare le tangenti. Inutile ricordare che sarà lo Stato a fare da garante per il grande debito. Inutile richiamare che uno dei grandi passionari del TAV, l’ex sindaco di Torino Sergio Chiamparino, quello che ha lasciato un buco da 60 mln di euro, è, casualmente, divenuto presidente della Fondazione Intesa S. Paolo, la fondazione che sta al vertice di uno degli istituti bancari che aprirà questa voragine di debiti pubblici a babbo morto. Inutile perché, come la stampa libera ci ha spiegato, i NoTAV sono mafiosi che difendono la lobby delle autostrade, chiaro no?

Nel 1998 due giovani ci rimisero la vita dopo che la Digos torinese, gli stessi uomini che conducono oggi le indagini a 15 anni di distanza, costruì la montatura dei Lupi Grigi, un gruppo di ecoterroristi NoTAV colpevoli di attentati in Val Susa. I giornalisti ci andarono a nozze, prodigandosi a fare da cassa di risonanza per quella montatura. In parte sono gli stessi giornalisti che oggi si occupano di accusare i NoTAV di tutto un po’. Bisogna dire che se ne sono aggiunti almeno altri due. A dare manforte ai giornalisti del LaStampa ci ha pensato LaRepubblica con l’entrata in campo di un altro paio di passionari del TAV senza se e senza ma: un ex-comunista e una novella in carriera. Ovviamente a loro non frega nulla delle intimidazioni e dei sabotaggi che subiscono i NoTAV, dopotutto sono tutti mafiosi e terroristi e se lo meritano. Parole, fatti e opere che appartengono agli anni più bui della Sicilia quando il patto di sangue tra cooperative rosse, Democrazia Cristiana e mafia portò all’uccisione di politici, sindacalisti, giornalisti, attivisti, tutti ovviamente sputtanati dalla stampa libera, ma libera veramente, che proteggeva l’onorata società.

Nel frattempo, Ministro delle Grandi Opere è divenuto Maurizio Lupi che, solo casualmente, è l’erede di Roberto Formigoni in Comunione e Liberazione. Sì proprio quelli del magna magna nella sanità lombarda. Ovviamente però qui si parla di gente che gestisce realmente il potere e può davvero fare male per cui la stampa libera, ma libera veramente, ha cantato le loro lodi, alzando osanna negli alti dei cieli.

Se gli italiani sapranno appoggiare i NoTAV aprendo gli occhi, forse, ma solo forse, qualche speranza c’è ancora, altrimenti siamo destinati a divenire realmente un regime manovrato da narcos senza scrupoli impegnati esclusivamente a riempirsi la pancia schiacciando un popolo imbelle.

PS: la Francia ha rinviato il progetto di almeno 15 anni. Ha detto che va bene per il tunnel, intanto paga l’Italia. La Slovenia non ne vuole sapere. Perché fare ‘sti buchi in Val Susa? Qualcuno sa spiegarlo al di là del fatto che “il treno veloce” è buuuuuuono perché è veloce e i NoTAV sono cattivi? È una questione nazionale, non locale.

(*) Anche quest’anno la “bottega” ha recuperato alcuni vecchi post che a rileggerli, anni dopo, sono sembrati interessanti. Il motivo? Un po’ perché oltre 17mila e 700 articoli (avete letto bene: 17 mila e 700) sono taaaaaaaaaaanti e si rischia di perdere la memoria dei più vecchi. E un po’ perché nel pieno dell’estate qualche collaborazione si liquefà: viva&viva il diritto alle vacanze che dovrebbe essere per tutte/i. Vecchi post dunque; recuperati con l’unico criterio di partire dalla coda ma valutando quali possono essere più attuali o spiazzanti. Il “meglio” è sempre soggettivo ma l’idea è soprattutto di ritrovare semi, ponti, pensieri perduti… in qualche caso accompagnati dalla bella scrittura, dall’inchiesta ben fatta, dalla riflessione intelligente: con le firme più varie, stili assai differenti e quel misto di serietà e ironia, di rabbia e speranza che – lo speriamo – caratterizza questa blottega, cioè blog-bottega. [db]

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