Quel 25 aprile e oggi – 4

Una lettera di Irma e una poesia di Luigia

di Laura (*)  

Grazie per avermi coinvolto in questa iniziativa del blog. Ho cercato nella mia raccolta di scritti, poesie, note della storia della nostra Resistenza per trovare qualcosa di estremamente significativo da inviarti. Ho difficoltà a scegliere perché in un Paese obnubilato dal tramonto della cultura e della memoria, tutto può essere significativo. Allora ho deciso di scegliere tra quelle figure che, pur avendo avuto un ruolo importante e insostituibile nella lotta contro il nazifascismo, hanno spesso rappresentato una “nota a margine” nella narrazione della storia partigiana e della costruzione della nostra democrazia. Ecco allora allegata la lettera al fratello di Irma Marchiani e una parte (perché è molto lunga) di una poesia di Luigia Bimbi, scrittrice e poetessa nata a Milano nel 1927 e residente a Pianoro (Bo) che in giovinezza ha collaborato con la casa editrice Carroccio scrivendo racconti per ragazzi. Nonostante tutto continueremo la nostra Resistenza. Hasta la victoria siempre. Laura

Irma Marchiani (Anty). Anni 33, ricamatrice, modista e pittrice, nubile. Nata il 6 febbraio 1911 a Firenze e residente a Santo Stefano di Magra (La Spezia). Cresciuta in una famiglia apertamente antifascista, tant’è che il padre ferroviere fu licenziato nel 1923 a causa delle sue idee politiche, l’anno successivo Irma dovette abbandonare la scuola, dove si era distinta per le sue doti artistiche, per andare a lavorare al fine di contribuire al bilancio famigliare. L’8 settembre 1943, quando fu annunciato l’armistizio, Irma si trovava, come di consueto, sull’Appennino modenese, nella zona del Frignano, per alcune cure essendo di salute cagionevole. Qui decise di entrare nella Resistenza operando dapprima come staffetta e informatrice per divenire, nel maggio 1944, vice comandante del battaglione Matteotti, brigata Roveda, divisione Modena. Catturata durante la battaglia di Montefiorino mentre tentava di far ricoverare un partigiano ferito, fu seviziata e condotta nel campo di concentramento di Corticelli (Bologna). Dapprima condannata e morte e poi alla deportazione in Germania, riuscì a fuggire e a ricongiungersi con il proprio battaglione. Operò come commissario, infermiera e combattente. L’11 novembre 1944, nel tentativo di attraversare le linee con i propri compagni di lotta ormai privi di munizioni, fu sorpresa, presso Benedello, da una pattuglia tedesca insieme alla staffetta Gaetano Ruggeri. Condotta a Pavullo nel Frignano (Modena) fu processata il 26 novembre da ufficiali del Comando tedesco di Bologna che la condannarono a morte. Fu fucilata lo stesso giorno alle ore 17, vicino alle carceri di Pavullo con Renzo Costi, Domenico Guidani e Ruggeri. Quella che segue è la sua lettera.

Sestola, dalla Casa del Tiglio, 10 agosto 1944
Carissimo Piero, mio adorato fratello,
la decisione che oggi prendo, ma da tempo cullata, mi detta che io debba scriverti queste righe. Sono certa mi comprenderai perché tu sai benissimo di che volontà io sono, faccio, cioè seguo il mio pensiero, l’ideale che pur un giorno nostro nonno ha sentito, faccio già parte di una Formazione, e ti dirò che il mio comandante ha molta stima e fiducia in me. Spero di essere utile, spero di non deludere i miei superiori. Non ti meraviglia questa mia decisione, vero?
Sono certa sarebbe pure la tua, se troppe cose non ti assillassero. Bene, basta uno della famiglia e questa sono io. Quando un giorno ricevetti la risposta a una lettera di Pally che l’invitavo qui, fra l’altro mi rispose «che diritto ho io di sottrarmi al pericolo comune?». È vero, ma io non stavo qui per star calma, ma perché questo paesino piace al mio spirito, al mio cuore. Ora però tutto è triste, gli avvenimenti in corso coprono anche le cose più belle di un velo triste. Nel mio cuore si è fatta l’idea (purtroppo non da troppi sentita) che tutti più o meno è doveroso dare il suo contributo. Questo richiamo è così forte che lo sento tanto profondamente, che dopo aver messo a posto tutte le mie cose parto contenta.
«Hai nello sguardo qualcosa che mi dice che saprai comandare» mi ha detto il comandante, «la tua mente dà il massimo affidamento; donne non mi sarei mai sognato di assumere, ma tu sì». Eppure mi aveva veduto solo due volte.
Saprò fare il mio dovere, se Iddio mi lascerà il dono della vita sarò felice, se diversamente non piangere e non piangete per me.
Ti chiedo una cosa sola: non pensarmi come una sorellina cattiva. Sono una creatura d’azione, il mio spirito ha bisogno di spaziare, ma sono tutti ideali alti e belli. Tu sai benissimo, caro fratello, certo sotto la mia espressione calma, quieta forse, si cela un’anima desiderosa di raggiungere qualche cosa, l’immobilità non è fatta per me, se i lunghi anni trascorsi mi immobilizzarono il fisico, ma la volontà non si è mai assopita. Dio ha voluto che fossi più che mai pronta oggi. Pensami, caro Piero, e benedicimi. Ora vi so tutti in pericolo e del resto è un po’ dappertutto. Dunque ti saluto e ti bacio tanto tanto e ti abbraccio forte.
Tua sorella Paggetto

Stralci di una poesia di Luigia Bimbi

Che ne è stato della nostra guerra,

della donna soldato

che ha combattuto lassù,

fra le montagne?

Nulla. Freddi sentieri muti

solcano il verde e fuggono,

laggiù,

verso la valle.

Ma io non vedo e non sento

battiti di cuori in lotta.

L’oblio ha bruciato

anche i ricordi.

Li ha buttati nel fango

dei sentieri muti,

come mondezza.

Li ha relegati nei libri,

dai quali vengono divelte

intere pagine di Storia.

Avevamo ragione o torto?

Ho creduto fosse ragione

la mia, di donna soldato,

allorché combattevo il fascista

il tedesco invasore,

armati d’odio e di superbia folle

Ho sbagliato forse?

Meglio restare, statue di cera,

ad aspettar che il fuoco del nemico

ci bruciasse dentro

l’alma e l’orgoglio?  
 

(*) Oggi un blog speciale con 24 post, uno ogni ora, su Liberazione e sulla resistenza – sia minuscola che maiuscola – al nazifascismo. Nella piccola redazione (un po’ allargata per l’occasione) abbiamo discusso l’idea, partita da David, di scegliere 24 testi o immagini che raccontassero quel giorno e l’oggi; che mostrassero qualcosa (o qualcuna/o) importante da ricordare; che attualizzassero e/o problematizzassero la Liberazione e la Resistenza. Alcuni post sono firmati, gli altri sono nati – come già è successo – nel lavoro comune che possiamo chiamare Qbea cioè Questo Blog E’ Antifascista.

Redazione
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