Quel barbone che cantava (da) dio

Il 10 ottobre è il «World Homeless Day»: Claud’io ha raccolto una storia di «musica e altro», un modo diverso di parlare di chi non ha un tetto sulla testa. A seguire una nota della “bottega”

ERA UN BARBONE CHE CANTAVA UN REFRAIN

per settantatrè minuti si ripete circa centocinquanta volte la stessa strofa

La dimentico, poi mi torna sempre in mente questa straordinaria storia di musica e altro. La conobbi decenni fa: più passano gli anni e più mi accorgo che mi dà emozioni grandi.

E’ da ascoltare tutto, spesso e metterlo in repeat ad libitum. Aiuta.

Inizia tutto nel 1971.

Il sangue di Gesù non mi ha mai tradito («Jesus’ Blood Never Failed Me Yet»)

di Gavin Bryars (*)

Nel 1971 mentre vivevo a Londra, stavo lavorando con un amico, Alan Power, intorno a un film sulla gente che viveva sulla strada nella zona attorno a Elephant and Castle e la stazione Waterloo. Quando erano ripresi, alcuni si mettevano a cantare canzoni da ubriachi – qualche volta pezzi di opere, qualche volta ballate sentimentali – e uno di loro, uno che in realtà non beveva, cantò una canzone religiosa, “Jesus’ Blood Never Failed Me Yet”. Questo pezzo alla fine non fu usato nel film e tutte le parti inutilizzate del nastro mi furono consegnate, compresa questa.

Quando la suonai a casa, scoprii che il canto di quell’uomo era in tono col mio piano, e improvvisai un breve accompagnamento. Notai anche che la prima sezione della canzone – 13 battute in lunghezza – formava un efficace loop che si ripeteva in modo sottilmente imprevedibile. Portai il nastro a Leicester, dove lavoravo nella Facoltà di Belle Arti, e copiai il loop in una bobina continua, pensando di aggiungerci magari un accompagnamento orchestrale. La porta della sala di registrazione dava su una dei grandi laboratori di pittura e lasciai il nastro a copiare con la porta aperta mentre uscivo per un caffè. Tornando trovai la sala, che normalmente è molto animata, calma in modo innaturale. La gente si muoveva molto più lentamente del solito e alcuni stavano seduti da soli, piangevano in silenzio.

Mi stupii e poi mi accorsi che il nastro stava ancora suonando, e che tutti si erano commossi a sentire quell’uomo cantare. Questo mi convinse del potere emotivo della musica e delle possibilità aperte con l’aggiunta di un semplice, anche se gradualmente in crescendo, accompagnamento orchestrale che rispetti la nobiltà e la fede semplice del vagabondo. Sebbene sia morto prima di poter ascoltare quello che avevo composto con il suo canto, il pezzo rimane un’eloquente, anche se contenuta, testimonianza del suo spirito e del suo ottimismo.

Il pezzo fu inciso in origine per la Obscure label di Brian Eno nel 1975, e per Point Records nel 1993 in una versione profondamente rivista ed estesa. La versione fatta dal mio gruppo fu composta per l’occasione nel 1993 nell’ultima incisione.

https://www.lapoesiaelospirito.it/2008/09/28/il-sangue-di-gesu-non-mi-ha-mai-tradito-jesus-blood-never-failed-me-yet/

Obscure Records

note di Gavin Bryars (*)

La registrazione del 1975 di Obscure 1 fu la mia prima registrazione, a parte una traccia dell’etichetta Incus di Derek Bailey nel 1971, e fu uno dei quattro album pubblicati insieme per iniziare la serie. È stato fatto nel modo seguente.

Durante gli anni ’60 e i primi anni ’70 avevo fatto la musica per una serie di film “underground” che erano stati prodotti da Alan Power – fu Alan a girare il film durante il quale fu registrato il canto del vecchio usato per Jesus’ Blood – ed era interessato a pubblicare registrazioni delle colonne sonore di questi film. Si avvicinò a Brian Eno nel 1973 e noi tre ci incontrarono con Chris Blackwell alla Island Records. Tuttavia un effetto collaterale della crisi petrolifera del 1973 fu che molti progetti di registrazione furono accantonati a causa dei limiti alla produzione di vinile e quindi ciò non accade in quel momento. Ma Brian resuscitò l’idea un paio di anni dopo, sempre con la Island Records.

Brian era stato uno studente d’arte al Winchester Art College e aveva partecipato a concerti che John Tilbury ed io avevamo tenuto durante quel periodo, così come altri concerti di musica sperimentale, e voleva far sentire ad altre persone questo lavoro che sentiva, a differenza di molta nuova musica, non aveva bisogno di intimidire un pubblico popolare. Lo conoscevo in quel momento, molto prima che si occupasse della Roxy Music, ma fu la sua posizione sempre più prominente nell’industria discografica che ci permise di registrare nel 1975 e di iniziare la serie di album chiamati Obscure Records, e dieci furono infine pubblicati.

In un certo senso, però, gli album degli Obscure non sono stati rigorosamente “pubblicati” e questa potrebbe essere stata in parte colpa mia. “Oscuro” era il nome che Brian ed io abbiamo in mente, più o meno insieme. A quel tempo ero interessato all’intera idea di ricerca, e nel piacere che si sarebbe avuto nel trovare qualcosa che fosse stata una vera lotta per individuare (un piccolo riferimento in un indice forse) e emerse l’idea che, in effetti, avremmo fatto abbastanza difficile trovare questi record. Inizialmente erano disponibili solo per corrispondenza, il che significava che non c’era una vera critica response.to degli album. Come strategia di marketing questo è chiaramente difettoso …

Jesus Blood Never Failed Me Yet/The Sinking of the Titanic

Anche se c’era poca risposta critica esterna a questa musica, c’era certamente ostilità da parte di musicisti esterni alla nostra cerchia. Per la registrazione di Jesus’ Blood Never Failed Me Yet, ad esempio, ho dovuto assumere molti musicisti orchestrali, tra cui membri della sezione corni della BBC Symphony Orchestra. Ma la lista del personale nella registrazione non ha nessuno dei loro nomi, né quelli della sezione fiati, né l’ottone (ad eccezione di John White, tuba) e gli strumenti a corda elencano solo John Nash e Sandra Hill e nessun altro. Questi professionisti odiavano davvero la musica e se ne andarono rapidamente alla fine delle sessioni, lasciando le loro fatture e insistendo sul fatto che i loro nomi non dovessero apparire nei crediti dell’album, dicendo che potrebbe “danneggiare la loro reputazione”. Di conseguenza abbiamo utilizzato “The Cockpit Ensemble” come nome catchall per coprire questo. D’altra parte il mio amico Derek Bailey una volta mi disse che aveva comprato più drink per lui perché era il chitarrista nella registrazione originale di Jesus’ Blood Never Failed Me Yet che per qualsiasi altro motivo!

Al contrario, nel 1993, quando il pezzo fu registrato a New York per Point, l’ensemble comprendeva alcuni dei migliori musicisti in circolazione, molti membri della New York Philharmonic per esempio, incluso il suo ex primo violino, e tutti volevano essere elencati, alcuni insistendo persino sul doppio controllo dell’ortografia dei loro nomi …

https://gavinbryars.com/work_album/jesus-blood-never-failed-me-yet-bcgbcd22/

Pensate sia finita qui la storia? No, si completa nel 1993.

Potrebbe anche bastare, ormai – lo senti – in quella musica ti ha incastrato. Ma non è ancora finita. A un certo punto, nella gran processione si fa largo un’altra voce, sembra sparata in un megafono, poi si avvicina e allora la riconosci, sarebbe impossibile non riconoscerla: Tom Waits. E chi, se non lui? Tom Waits – lo dico ai pochi che non lo sanno – è uno che canta e nella sua voce ci sono le voci di tutti i barboni ubriaconi del mondo. Non è una voce, è una discarica pubblica, è una sigaretta lunga anni, è milioni di birre e chilometri, e centinaia di amori e motel. E’ una delle voci più emozionanti che vi può capitare di ascoltare. E adesso arriva lì in mezzo, a duettare con quel barbone che nel frattempo è morto, ma non importa, la sua voce non si è mai più fermata, tutti e due a dondolare su quel ritornello eterno, e inarrestabile. Tom Waits. E il vecchio barbone. Figli di un Dio ubriaco. Sembra che non abbiano fatto nient’altro tutta la vita. Solo cantare insieme, tutto il tempo. E scolare birre, naturalmente.

Da “Barnum – Cronache dal Grande Show” di Alessandro Baricco

NB: In realtà il barbone non beveva, come riporta Gavin Bryars. Baricco si è presa una libertà inutile.

(*) È stato attivo, o ha prodotto lavori, in numerosi stili musicali, tra cui jazz, minimalismo, musica sperimentale, avanguardia e neoclassicismo. È stato il fondatore della Portsmouth Sinfonia, esperimento per coinvolgere gli studenti consistente in una bizzarra orchestra di musicisti che non sapevano suonare il proprio strumento.

https://it.wikipedia.org/wiki/Gavin_Bryars

Di seguito i link fondamentali, audio e video, straordinaria l’intervista a Waits e Bryars

Gavin Bryars – Jesus’ Blood Never Failed Me Yet (1975) – YouTube

edizione del 1975 dall’Album: The Sinking of The Titanic (1975) Obscure

Gavin Bryars With – Tom Waits ‎- Jesus’ Blood Never Failed Me Yet – YouTube

edizione completa con Tom Waits del 1993

Gavin Bryars (born 1943) – Jesus’ Blood Never Failed Me Yet – YouTube

video della versione del 1975

Jesus’ blood never failed me yet – Gavin Bryars & Tom Waits – YouTube

frame con l’inserto di Tom Waits dall’edizione del 1993

https://www.youtube.com/watch?v=G_Dkx7CmD2c

frame video da Videomusic: Tom Waits & Gavin Bryars Interview talking about the song “Jesus’blood never failed me yet”

«Fammi vedere il vagabondo che dorme fuori, sotto la pioggia…»: una nota della “bottega”

Se la giornata mondiale dei “senza fissa dimora” avesse un inno forse sarebbe quello di cui qui sopra Claud’io racconta la storia. Ma potrebbe anche essere la canzone «There But For Fortune» – cioè «Solo per caso» – scritta da Phil Ochs e resa famosa da Joan Baez. Musicista, giornalista, soprattutto militante, Ochs passava dal registro ironico a quello drammatico con grande efficacia. Nel lungo «sessantotto Usa» (che in realtà era cominciato almeno due anni prima) fu una presenza costante, un punto di riferimento. Alcune sue canzoni – quasi sconosciute in Italia – nell’altra America che lottava contro l’Amerika erano sulla bocca di tutti, alla pari con quelle di Bob Dylan (ben diverso da quello “Spa” di oggi) e di Joan Baez (lei invece non è passata dall’altra parte).

Ochs si è ucciso il 9 aprile del 1976: “era entrato in depressione e beveva sempre più” è la versione ufficiale. Forse andò così ma c’è chi ricorda quanti militanti di quegli anni furono presi di mira in tutti i modi da Fbi, Cia e sbirri di ogni tipo per spingerli verso la pazzia e talvolta (come sappiamo dai documenti «desecretati») inscenando un falso suicidio o un “incidente” stradale.

Di lui ci restano molte canzoni che ancora oggi in Usa risuonano nelle manifestazioni. La più bella è «There But For Fortune»; eccola nella traduzione italiana di Riccardo Venturi:
«Fammi vedere una prigione, fammi vedere una galera,
Fammi vedere un prigioniero con la faccia impallidita
E io ti farò vedere un ragazzo, e ci son molte ragioni
Che, solo per caso, quel ragazzo non sia io o te, io e te.

Fammi vedere il vicolo, fammi vedere il treno,
Fammi vedere il vagabondo che dorme fuori, sotto la pioggia,
E io ti farò vedere un ragazzo, e ci son molte ragioni
Che, solo per caso, quel ragazzo non sia io o te, io e te.

Fammi vedere le macchie di whisky sul pavimento,
Fammi vedere l’ubriaco che inciampa fuori dalla porta,
E io ti farò vedere un ragazzo, e ci son molte ragioni
Che, solo per caso, quel ragazzo non sia io o te, io e te.

Fammi vedere la carestia, fammi vedere la debolezza,
Occhi senza futuro che mostrano i nostri fallimenti,
E io ti farò vedere dei bambini, e ci son molte ragioni
Che, solo per caso, quei bambini non siamo io o te, io e te.

Fammi vedere il Paese dove son dovute cadere le bombe,
Fammi vedere le rovine degli edifici una volta tanto alti,
E io ti farò vedere un giovane Paese, e ci son molte ragioni
Che, solo per caso, quel Paese non siamo io o te, io e te».

 

MA COSA SONO LE «SCOR-DATE»? NOTA PER CHI CAPITASSE QUI SOLTANTO ADESSO.

Per «scor-data» qui in “bottega” si intende il rimando a una persona o a un evento che il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; a volte i temi possono essere più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi. Ovviamente assai diversi gli stili e le scelte per raccontare; a volte post brevi e magari solo un titolo, una citazione, una foto, un disegno. Comunque un gran lavoro. E si può fare meglio, specie se il nostro “collettivo di lavoro” si allargherà. Vi sentite chiamate/i “in causa”? Proprio così, questo è un bando di arruolamento nel nostro disarmato esercituccio. Grazie in anticipo a chi collaborerà, commenterà, linkerà, correggerà i nostri errori sempre possibili, segnalerà qualcun/qualcosa … o anche solo ci leggerà.

La redazione – abbastanza ballerina – della bottega

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

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