Quel cronista di scomode realtà

Antonio Spagnuolo recensisce un’antologia dedicata a Leonardo Sciascia (*)

Reinterpretare un autore che ha lasciato una traccia indelebile della sua presenza culturale, sociale, politica, è impresa di notevole interesse e di non lieve difficoltà. Dal giornalismo al saggio, dal romanzo all’impegno polemico, dall’insegnamento scolastico alla provocazione intellettuale, Sciascia ha saputo stigmatizzare uomini di potere e figure della mafia, ha saputo raccontare della sua esperienza umana e delle sue competenze professionali con una eleganza forse unica per quel che riguarda l’espressione nel testo. La sua avventura culturale, nel contesto preciso del tempo in cui viene vissuta, può sicuramente intendersi come espressione di una fede liberale agganciata alla illusione luminosa di una svolta non solo italiana ma mondiale, per un risorgere di quegli incantamenti e di quegli ideali che soltanto l’amore e la pace sono capaci di offrire. La sua intensa esperienza giornalistica scorre fra le testate più importanti, tra il quotidiano palermitano «L’ora» e «Il corriere della sera» o «La stampa», impegnandosi particolarmente nella polemica sull’antimafia. Sul «Corriere della Sera» il 10 gennaio 1987, Sciascia pubblicò l’articolo «I professionisti dell’antimafia», nel quale stigmatizzava fortemente il comportamento di alcuni magistrati palermitani del pool antimafia, definendoli “eroi della sesta”, i quali a suo parere si erano macchiati di carrierismo, usando la battaglia per la rinascita morale della Sicilia come titolo di merito all’interno del sistema delle promozioni in magistratura. In particolare, nel bersaglio dello scrittore finì il giudice Paolo Emanuele Borsellino, perché vincitore del concorso per l’assegnazione del posto di procuratore della repubblica di Marsala, non per ragioni di anzianità di servizio ma per specifiche e particolarissime competenze professionali nel settore della malavita organizzata, maturate sul campo che gli venivano riconosciute dal Csm (Consiglio superiore della magistratura) e gli valsero il superamento in graduatoria di altri magistrati. Dopo la pubblicazione dell’articolo Sciascia fu bersagliato dagli attacchi di molte personalità della cultura e della politica e venne isolato dalle maggiori forze politiche, eccezion fatta per i Radicali e i Socialisti.

Tale catena non ha impedito allo scrittore di realizzare opere di eccelsa fattura come «Il giorno della civetta» o «La scomparsa di Maiorana», «A ciascuno il suo» o «La sentenza memorabile» oltre a un nutrito numero di saggi editi da Laterza, Einaudi , Sellerio, Adelphi.
Realizzare quindi un’antologia di poesie, racconti, saggi, che riecheggino le atmosfere o gli interessi di un autore ormai ben delineato, con l’apporto delle molteplici esperienze nella contemporaneità, verso sonorità e costruzioni sintattiche tra le più ricercate dal compilatore, o nel tentativo di ardite partecipazioni con l’estetica della intuizione-espressione, credo sia opera degna di essere segnalata e ricercata.
Dalla poesia di Emanuele Marcuccio che cerca di indagare il baratro che la storia lascia sempre aperto al fulmineo intervento di Daniele Barbisan, dalla presenza rapace de “la civetta” di Giorgina Busca Gernetti, al canto della luna di Lucia Rita Carfagno, dai pensieri altalenanti di Osvaldo Crotti alle ombre oscure di Michela Zanarella, dagli “occhi opacizzati della gente” di Sebastiano Impalà, alle armoniosità di Valentina Sensi, dal canto imprigionato negli oscuri confronti di Maria Antonietta Filippini al gioco in vernacolo di Leonardo D’Amico, dalla effimera bellezza delle ali di Caytello Di Somma, al sussurro contro l’ingiustizia di Davide Lucarelli, le liriche si giocano fra la scrittura in ondate di rigenerazione e diventano luogo di esplosioni di verità suggerite, segni di energia verbale, cariche di umori fortemente tradotte verso il fondo di morale e aggregazioni quotidiane.
Tra i racconti aleggia quell’immediatezza del dire, caratteristica dell’asciuttezza di un dettato varie volte rielaborato, per realizzarsi quasi sempre al di là dell’incantamento, quando la rievocazione sboccia in fiori di autentica caratteristica. Pasquale Faselli ricerca richiami e riferimenti paesaggistici, Samuele Mazzotti accompagna i ricordi alla tradizione orale. Corrado Calabrò destina la propria cartella alla Calabria operaia per una labile memoria di accadimenti. Sebastiano Plutino colora l’avvolgente paesaggio in una aggregazione strana di ricordi. Francesco Paolo Catanzaro ricostruisce memorie di militari in attenta aderenza dei tempi. Luisa Bolleri corre tra i capricci dell’Etna e il coltello assassino. Nicola Giannini di luogo in luogo ritrova ricalca schemi di una società assopita. Enrica Santoni nell’inquietante segreto di una lettera che il destino propone alle emozioni. Giuseppe Barcellona, tra realtà e fantasia rilegge pagine di Sciascia, tra racconto e relazione.
Infine un corposo insieme di saggi arricchisce questo volume con gli interventi di Luca Racchetta : «Sicilianità e illuminismo nel travestimento storico», modello tra i vecchi miti e le attuali speranze. Iuri Lombardi: «La storia divisa tra vinti e vincitori» nella tensione drammatica di un certo realismo e una passione lirica tra civile e sociale. Lorenzo Spurio: «L’impostura della dittatura e del sistema mafioso» nella ricerca attenta e intelligente di uno Scascia poeta a tutto tondo, ricco di fascino e di mistero. Spurio affonda la sua penna nella suggestione crepuscolare e luminosa insieme di quella traccia sagace ed espressiva che caratterizzò le opere dell’autore.
Con lo sguardo rivolto all’individuo e alla società che lo vide uomo di cultura si realizza in questo ricco volume una verità storica e un dovere morale sufficiente a conquistare concretamente una esistenza oggettiva, che ha donato a suo tempo il suo valore, la sua vocazione, la sua esperienza a un arco originariamente letterario, assolutamente significativo per la storia della letteratura.
AA.VV. «Leonardo Sciascia, cronista di scomode realtà», Poetikanten Edizioni – 2015 (pagg. 122 – € 10)

(*) Articolo tratto dal sito: http://antonio-spagnuolo-poetry.blogspot.it

 

Redazione
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Un commento

  • E’ sempre un argomento attuale, quando si parla di Leonardo Sciascia, girare la testa e far finta di non vedere non aiuta a migliorare la situazione, anzi favorisce tutti coloro che perpetrano i loro interessi a scapito degli altri. Anche di TE!

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